FASE 2 – per chi non se ne fosse accorto…
…stiamo vivendo una delle peggiori crisi dal punto di vista sanitario, economico e sociale.
Una crisi dalla quale usciremo non si sa quando, non si sa come, sicuramente diversi. Cambieranno le nostre abitudini, cambierà il modo di stare insieme di sentirci comunità, cambierà il nostro modo di lavorare.
Tutto quello che conoscevamo fino a ieri sarà diverso e come lo affronteremo sarà la nostra più grande sfida ma occorrerà prudenza, pazienza e saggezza.
E’ iniziata una nuova fase che pretende un ritorno alla normalità smarrita, con dettami e regole che dovremo rispettare per una “convivenza con il Covid-19 ”compatibile con il vivere in comunità, ma è ambizione di tanti fingere che quanto vissuto in questi ultimi tre mesi sia finito, con spazi interpretativi troppo ottimisti sul quadro sociale che ci circonda, per un felice ritorno a comportamenti ante-epidemia.
Ai decreti nazionali e alla carta stampata, si contrappongono processi organizzativi e operativi improvvisati, insufficienti ad assicurare in 24 ore la liquidità promessa alle imprese, la sospensione delle rate mutui, l’accredito della cassa integrazione: attività ovviamente no profit per le Banche che, obbligate a garantire il “servizio pubblico”, tentano il recupero della redditività combinando a tali attività, prodotti bancari e servizi finanziari e assicurativi attraverso budget e obiettivi incompatibili con le esigenze attuali dei clienti, oltretutto stressando ritmi e carichi di lavoro mai così sofferti come ora. Le pressioni commerciali stanno infierendo su un clima interno già troppo pesante, e certe mail finiscono per essere vissute come minacciose contestazioni del lavoro coscientemente svolto, non ultime le comunicazioni piovute a ciel sereno sulla sospensione del pagamento dell’atteso premio incentivante, in nome di presunte irregolarità tutte da verificare.
Si sono fatti carico pertanto alcuni RRLLSS di indirizzare agli organismi aziendali deputati in materia di salute e sicurezza la seguente lettera:
Oggetto: Misure di sicurezza per la riapertura del 18 Maggio 2020.
Alla luce del DPCM 11 MARZO 2020 e successivi, considerata l’evoluzione dell’emergenza Coronavirus (COVID-19) e la dichiarazione di pandemia rilasciata dall’O.M.S., i sottoscritti Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) di Crédit Agricole Italia rilevano che, alla luce delle diverse riunioni di consultazione tra le strutture aziendali preposte alla prevenzione della salute e sicurezza della Banca e gli scriventi RLS, le osservazioni/proposte avanzate da parte degli stessi sono state solo parzialmente accolte (controllo delle pulizie/sanificazione delle filiali, miglioramento dei DPI, controllo e sanificazione indispensabile degli impianti di areazione) e, peraltro, ancora in parte inattuate.
Pur riconoscendo gli sforzi compiuti da Crédit Agricole Italia, in questo difficile momento di emergenza sanitaria che investe tutto il territorio nazionale, e in particolar modo alcune regioni nelle quali vi è una forte densità di unità produttive aziendali che vedono impegnate tantissime lavoratrici e lavoratori, riteniamo che le misure attualmente adottate siano ancora non del tutto sufficienti a garantire dipendenti, clienti e fornitori dai rischi potenziali.
I prossimi due mesi saranno quelli più critici e molto rischiosi perché la riapertura delle aziende e la maggiore libertà di movimento non potranno che aumentare il rischio di contagio. Pertanto chiediamo che l’organizzazione del lavoro in tale contesto sia improntata alla prudenza e sicurezza, per non peggiorare la situazione e che soprattutto sia sterilizzata dalla smania di recuperare il tempo (profitto) perduto.
Non vorremmo che passasse, nonostante gli sforzi profusi dagli Organi a ziendali competenti in materia Salute e Sicurezza e dagli RLS, il pericoloso messaggio di una frenetica ripresa delle attività solo nella logica del recupero immediato di profitti, redditività e commissioni, in evidente contrasto con le indicazioni di procedere con i criteri di gradualità e prudenza espressi dal Governo e ripresi nella comunicazione aziendale attualmente in vigore.
Non bisogna ragionare a vecchio, lo stato di incertezza in cui viviamo ha cambiato molte cose nel nostro modo di vivere e in quello dei clienti.
Il 21 aprile scorso l’OMS ha dichiarato che la s econda ondata dell’epidemia (probabilmente il prossimo autunno) potrebbe essere ancora più intensa e pericolosa con la stagione delle influenze.
La nostra convivenza con questo virus si annuncia q uindi molto lunga, pertanto chiediamo alla Direzione aziendale di mantenere in vigore e migliorare tutte le misure di sicurezza e sorveglianza sanitaria adottate sino ad ora: la tutela dei lavoratori fragili, lo Smart Working, la turnazione degli organici, il mantenimento e il miglioramento dei DPI, l’attenzione alle pulizie e alle sanificazioni necessarie, il controllo degli spazi, in particolare in relazione ai clienti, il distanziamento sociale, barriere protettive in plexiglass per tutti c oloro che sono a contatto con il pubblico, l’attenzione agli spostamenti e fermo restando il protocollo firmato il 12/05/2020, al contingentamento dei flussi di clientela nelle filiali con il mantenimento della norma di entrata in filiale solo ed esclusivamente su appuntamento, l’utilizzo obbligatorio di guanti e mascherine da parte di clienti e fornitori, oltre che dei dipendenti, test sierologici ai dipendenti che n e facciano richiesta. Un problema da tenere in grande considerazione e da affrontare (non più rimandabile) è quello degli spostamenti casa ‐ lavoro soprattutto nelle grandi realtà metropolitane, dove si pone il grosso problema dei trasporti e della sicurezza. I colleghi vanno messi in condizione di accedervi il meno possibile sia con spostamento della sede di lavoro più vicino possibile alla propria abitazio- ne, sia con turnazione, che con lavoro da remoto.
Raccomandiamo perciò ai vertici aziendali di continuare ad agire con prudenza per evitare di dover far fronte ad eventuali responsabilità civil i e penali che potrebbero derivare dal previlegiare il profitto anziché la salute dei lavoratori.
Invitiamo le Colleghe e i Colleghi che riscontrino mancanza di presidi igienico-sanitari e di protezione di avanzare la richiesta di nuova dotazione alla casella ripristinokit@credit-agricole.it . Le schermature in plexiglass risultano tuttora non sufficienti a coprire tutte le postazioni di lavoro dedicate alla gestione del contatto con il pubblico pertanto raccomandiamo l’Azienda a garantirne, in ogni punto vendita, un numero corrispondente all’organico previsto a pieno regime.
Parrma, 25 maggio 2020
Segreteria di Coordinamento FISAC-CGIL
Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia