QUANDO LAVORARE DA CASA…È SMART?
20 Aprile 2020
Prima della crisi Covid in Italia, lavoravano da remoto 500mila persone, ora sono 8 milioni. A questo “smart working” siamo arrivati senza nessuna preparazione e in condizioni estreme.
Per questo abbiamo pensato di sondare percezioni e reazioni attraverso un questionario realizzato dall’Ufficio politiche di genere della Cgil insieme alla Fondazione di Vittorio.
I risultati dell’ indagine – che non ha pretese scientifiche – ci forniranno uno strumento di lettura sullo smart working che potrà essere utile per affrontare le nuove sfide sul lavoro futuro.
Questa ricerca ha come obiettivo conoscitivo quello di evidenziare i differenti modi attraverso i quali le lavoratrici e i lavoratori stanno gestendo o tentando di gestire il proprio lavoro “restando a casa”.
Due aspetti rendono questo approfondimento molto focalizzato e allo stesso tempo molto pertinente rispetto alle specificità del momento che stiamo vivendo:
– viene condotto in un periodo che ha caratteristiche di eccezione o di emergenza
– il ricorso a modalità di lavoro agile purché realizzato “restando a casa” è stato fortemente promosso attraverso decreti che ne hanno anche condizionato le modalità di applicazione.
Il questionario si sviluppa in quattro macro-aree:
1) socio-anagrafica
2) smart working (modalità applicazione, aspetti organizzativi e individuali)
3) cura (di sé, della casa e di altri)
4) percezioni e atteggiamenti (paure, rischi, opportunità).
Possono rispondere al questionario tutte le lavoratrici e i lavoratori che in questo momento stanno lavorando da casa.
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