L’emergenza pandemica scuote il paese e le aziende, grandi o piccole che siano, ne risentono non solo in termini produttivi.
Se infatti aziende di servizi hanno come costo prevalente il personale è proprio in questi casi che appare evidente come questo non possa essere considerato solo una voce di bilancio: perché risente di fattori che su altre voci di bilancio non influiscono.
Nel caso di epidemia come sta rispondendo l’azienda nei confronti dei suoi lavoratori?
AFFLUSSO NELLE AGENZIE – Una delle prime norme emanate dall’azienda prevede che sia il Direttore dell’agenzia a regolare l’afflusso e ad essere direttamente il responsabile nell’applicazione delle raccomandazioni che il decreto fa in termini di distanze e assembramenti. Ci chiediamo come possa una figura con tante responsabilità ed incombenze (firma di atti, autorizzazioni, coordinamento) occuparsi anche di regolare la sfilza di clientela che, oltre alle consuete operatività, in questi giorni si ingrossa per affrettarsi a ritirare pensione/stipendi per paura che i supermercati non abbiano più scorte di pasta, zucchero e farina!
Ci sembra davvero un bello scarico di responsabilità in questi concitati momenti e anche la disposizione emanata il 4 marzo (da affiggere nelle agenzie delle zone gialle) per andare almeno a tamponare questa situazione di eccessiva pressione ci appare tardiva e solo parziale come soluzione. Decidere di tenere fuori – magari al freddo e sotto la pioggia – persone anziane, o anche semplici lavoratori in permesso per sbrigare una pratica non gestibile on-line (alla faccia degli esuberi creati dalla digitalizzazione!) non è una cosa semplice, soprattutto in piccoli centri dove le persone si conoscono tutte e le responsabilità travalicano orari e sedi di lavoro.
PULIZIA AMBIENTI – Dopo la circolare del ministero della salute (n. 5443 del 22/02/2020) che sancisce la necessità di pulizia approfondita e sanificazione degli ambienti di lavoro l’azienda sembrava essere partita bene ma di fatto la tabella di marcia è stata da subito fallace.
Registriamo un colpevole ritardo, in particolare, negli interventi sulle filiali, che per loro specifica natura sono maggiormente esposte in quanto aperte al pubblico.
Anche il coordinamento degli RLS (Responsabili per la Sicurezza eletti dai Lavoratori), dopo diversi interventi in bonis per sapere come si stava procedendo, è dovuto intervenire in data 4 marzo per chiedere ufficialmente:
- Informativa in merito al monitoraggio sull’applicazione delle suddette procedure, con relative tempistiche.
- Informativa in merito alla predisposizione di piani di emergenza “Disaster Recovery” nell’eventualità che misure urgenti di contenimento dovessero interessare uno o più grandi sedi;
- Informativa in merito alla gestione ed alla “catena delle responsabilità” afferente l’accesso della clientela alle agenzie BNL, considerando che altri istituti hanno provveduto ad apporre apposita cartellonistica ma soprattutto con riferimento alla comunicazione che la Banca ha predisposto da far sottoscrivere ai clienti, per presa visione, in base alla quale «la Società si riserva comunque di interdire l’accesso ai propri locali, a proprio insindacabile giudizio, così come disporre l’allontanamento dagli stessi» fornendo chiarimenti su come si intenderebbe mettere in atto l’eventuale «allontanamento degli stessi».
Anche dopo il DCPM 55 del 4 marzo 2020 che alla lettera “F” riporta:
nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, in conformità alle disposizioni di cui alla direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione 25 febbraio 2020, n. 1, sono messe a disposizione degli addetti, nonché’ degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani;
Anche in questo caso l’azienda, attraverso la direzione immobiliare, è davvero colpevole nei ritardi nell’approvvigionamento e nella mancata distribuzione del materiale disinfettante. Poco tempo fa ci fu detto che la direzione immobiliare era una delle direzioni che portava utili in azienda. Apprendiamo che questi utili sono, ancora una volta, fatti sulla pelle dei lavoratori!
ESTENSIONE FLEXIBLE WORKING – Dopo aver saputo che gli accessi previsti tramite collegamento remoto erano limitati e non permettevano un collegamento contemporaneo di più di 2000 utenze, e dopo aver agito con senso di solidarietà consentendo la limitazione del lavoro agile ai colleghi della direzione generale romana per fare in modo che nelle zone ad alto rischio si potesse usufruire al meglio di questa modalità di lavoro lo scorso fine settimana l’azienda ha potenziato la VPN e ci risulta che ad oggi la possibilità di accesso sia triplicata. Benissimo.
Sembra che questo provvedimento sia però solo vantaggioso per i colleghi del PAC o della Direzione Generale ma di fatto proprio su questa modalità di lavoro e sulla digitalizzazione vengono fuori tutte le dicotomie di una azienda che individua esuberi con ottusa fiducia nei propri mezzi.
Pensiamo a questo: quali sono i canali di contatto con la clientela? Attualmente CRSC, Poli Direct e Rete
tradizionale. E bene se i poli direct fossero operativi al 100% con le procedure e i processi che ci furono presentati nel 2018, oggi noi potremmo permetterci di chiudere le agenzie nelle “zone calde”, o aprirle su appuntamento per quanto riguarda servizi quali le cassette di sicurezza e allo stesso tempo continuare a fare business. Se il CRSC e i Poli direct fossero dotati di strumentazioni apposite e fossero state adeguate le procedure da loro utilizzate potremmo far lavorare da casa tantissimi genitori (il CRSC è il comparto con l’età media più bassa dell’azienda). Se gli uffici del PAC fossero davvero paperless anche i colleghi rinchiusi in open space sempre più stretti potrebbero evitare di entrare nei locali aziendali e porre rimedio all’emergenza. Questo si che sarebbe un bellissimo, intelligentissimo ed economicissimo piano di disaster recovery!
Ma l’azienda non sembra preparata nemmeno a poter mandare in flexible working per un paio di giorni i colleghi delle agenzie per la fruizione della formazione obbligatoria!
PERMESSI RETRIBUITI PER GENITORI CON FIGLI IN ETA’ SCOLARE – Il 2 marzo le organizzazioni sindacali nazionali hanno chiesto ad ABI di esentare dal servizio chi doveva prendersi cura di figli la cui scuola fosse chiusa, e come Coordinamenti di BNL abbiamo richiesto permessi retribuiti sin dall’inizio dell’emergenza. L’azienda oggi ci ha risposto che non intende adottare provvedimenti diversi da quelli prescritti dal governo.
Anche quando gli abbiamo proposto di intervenire con compensazioni a vantaggio dei colleghi utilizzando la Banca del Tempo Solidale non abbiamo trovato accoglienza.
Da una azienda che fa del sociale e del welfare un vanto, che chiede advocacy ai colleghi ci aspettiamo molto di più.
Con l’ultimo decreto del Governo di ieri sera, ora le scuole sono chiuse in tutta Italia fino al prossimo 15 marzo ed un intervento a sostegno di colleghe e colleghi è improcrastinabile.
ALTRI PERMESSI RETRIBUITI – Le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto anche all’azienda di esentare dal servizio il personale con stati accertati di immunodepressione e le colleghe in stato di gravidanza. L’azienda per i primi ha messo in campo un processo per concedere il lavoro agile dove possibile con la presentazione dei dovuti certificati, mentre ha mostrato scarsissimo interesse e attenzione per le maternità. Si potrebbe anche fare qualche cosa per il personale che non è direttamente immunodepresso o affetto da malattie croniche ma il cui compagno/a ha queste caratteristiche.
PRESSIONI COMMERCIALI – In questo periodo di stress emotivo e anche fisico, è da irresponsabili far partire “contest”, “game” e altre amenità allo scopo di aumentare le vendite ventilando premi, incentivi o magari solo rassicurando i colleghi sulla permanenza nell’agenzia.
Abbiamo chiesto all’azienda un intervento forte su questi signori che forse non si rendono conto davvero che per la prima volta nella storia dell’Italia moderna c’è stata necessità di chiudere gli uffici pubblici per 2 settimane! VERGOGNA!
La situazione è in continua evoluzione, le Organizzazioni Sindacali sono coinvolte nei difficili processi che si stanno presentando e portano avanti tutte le istanze di buon senso che pervengono dai lavoratori, improntando il proprio agire a senso di responsabilità, ragionevolezza, cautela e prudenza, evitando gli allarmismi e la diffusione del panico.
L’immobiliare, purtroppo, sta rispondendo in maniera non adeguata alla situazione e auspichiamo alla fine dell’emergenza (speriamo il prima possibile) che chi si è fatto trovare impreparato risponda della sua condotta.
Nel frattempo invitiamo anche tutti i colleghi, ad utilizzare anche in questa occasione senso di responsabilità e senso civico in questi frangenti perché siamo noi stessi i primi che possiamo contribuire a gestire al meglio le situazioni.
Pretendiamo che l’azienda abbia un cambio di passo e rivolga la giusta attenzione ai colleghi non solo al budget!