Esuberi o sperperi in Equitalia? incapacità o colpevolezza?

Quanti di noi hanno partecipato alla riunione di presentazione del nuovo assetto organizzativo aziendale nella Sala delle Carte Geografiche a Roma ricorderanno che a fronte di una complessa operazione di riassetto organizzativo (era prevista in maniera velata addirittura la fusione per incorporazione di una società del Gruppo dentro la divisione ICT ) l’Azienda si è presentata con  tre  paginette e,  alle richieste di elementi certi e definiti per valutare le ricadute sul personale, si è limitata a riassicurare tutti che non ci sarebbero state assolutamente ricadute sul personale del Gruppo in particolare nelle tre società.

 Per tale ragione si è soprasseduto nel chiedere, come si doveva, di sospendere la procedure in attesa della sua completa definizione  e si è  concordato  un percorso di stepp di verifica mano a mano che si procedeva nelle fasi di organizzazione.

 A distanza di circa due mesi da quell’ incontro l’azienda, alcuni giorni addietro, per bocca del Presidente dott. Befera e dell’Amministratore Delegato dott. Mineo, ha comunicato che la situazione economica aziendale è molto critica tanto che nel 2014 si riproporrà fortemente il problema dei bilanci del Gruppo e che pertanto urge mettere in campo una serie di misure drastiche, come per esempio l’apertura della procedura della L. 223 che nel nostro settore trova memoria ai tempi di Etr e della gestione delle banche quando, unico caso in Italia, dopo l’esperienza del CNC, fu applicato il fondo esuberi obbligatorio.

 LE CAUSE: Perdita della fiscalità localeRiduzione dell’aggioPerdita dei compensi sugli F23

Le medesime cause che avevano giustificato il processo di RIORGANIZZAZIONE

 Viene spontaneo chiederci e chiedere: ma allora questa organizzazione a che serve e  perché farla  se  sono questi i risultati ?

 E’ arrivato il momento di aprire  un confronto A 360 GRADI  senza remore e tentennamenti  a cominciare dal costo di questa organizzazione fatta principalmente di “MIGRAZIONI” principesche, di PROFESSIONALITA’ mortificate, di CARRIERISMO smodato, di BONUS ai soliti noti, di INTERIM  personalizzati, un confronto sul costo complessivo dei distacchi e sui criteri con cui gli stessi, in regime di L.122, sono stati perseguiti.   

Vorremmo capire principalmente i vantaggi ottenuti in termini di efficientamento delle procedure, razionalizzazione dei costi, benefici per i lavoratori e per i contribuenti.

Non abbiamo certamente dimenticato l’enfasi data da MINEO & Company  all’importanza di ARMONIZZARE I CONTRATTI ed il SALARIO VARIABILE per offrire pari opportunità a tutti i lavoratori ponendo così fine a discriminazioni e disparità ECONOMICHE e NORMATIVE, disparità che invece continuano colpevolmente  a perdurare; anzi scientificamente si insiste a non valorizzare le professionalità regionali esistenti, e a non dare pari opportunità ai nostri Quadri Direttivi persistendo con scelte extra regionali e con lo svuotamento lavorativo delle reti territoriali.

 Oggi quello che doveva rappresentare un punto di arrivo per tutti i lavoratori, un accordo sull’armonizzazione, viene messo in discussione addirittura con la minaccia che o si accetta la proposta che farà la Holding oppure, se si insiste con il volere Polis, questo Cia sarà subito disdettato dall’azienda. Ma non è stata l’Azienda a cristallizzare il contratto Polis al 2010? .. ricordiamo male?  Purtroppo il vero scopo dell’azienda  è quello di scendere addirittura sotto il contratto Polis e questo è IMPROPONIBILE ed INACCETTABILE

 E’ dal 2006 che viene detto tutto ed il contrario di tutto, vengono proposti modelli organizzativi e piani industriali per cambiare tutto e non cambiare nulla. 

Si ricomincia sempre da capo, si chiudono e riaprono cantieri, si richiedono dati che ha sua volta erano stati richiesti dai cantieri precedenti insomma, per farla breve, più che una azienda sembra di percorrere l’autostrada Salerno – Reggio Calabria.  

 Ma se a distanza di cinque anni il risultato è questo,  qualcuno dovrebbe interrogarsi se il problema sta  nell’inefficacia dei  piani Industriali e delle riorganizzazioni o negli uomini che avrebbero dovuto attuarli e che guarda caso sono sempre gli stessi  …magari con l’abito blu piuttosto che grigio e un ufficio al settimo piano di via Grezzar piuttosto che al secondo o al quarto di Lungotevere Flaminio.

 Ma veramente ci volete far credere che la soluzione per tenere in piedi Equitalia stia nel mandare a casa 190 persone, per lo più gente che prende 1700/1800 euro al mese con 20 anni di contribuzione?

Qualcuno dovrebbe spiegare alla politica,  ma soprattutto al Paese,  che oggi noi non incassiamo più perché facciamo un altro “servizio”, abbiamo cioè cambiato MISSION. Fare miliardi di rateizzazioni, non porta vantaggi immediati in termini di bilancio ma da una giusta mano al contribuente in tempi di crisi economica e scongiura gesti “ INCONSULTI

Ora se questi servizi  non sono quantizzabili ne assoggettabili a logiche di bilancio perché si rendono necessari a non esasperare gli animi e ad evitare che la gente si ammazzi, che ci brucino le sedi o ci mettano bombe, perché dovrebbero gravare sulle tasche dei lavoratori di questo settore ?

Piuttosto che pensare alla sua carriera politica, il dott. Befera farebbe bene a sottolineare queste cose.

Questo è il vero fallimento del dott. Befera: non aver saputo spiegare alla politica ed al Paese che in questa fase delicata e di disperazione  Equitalia sta svolgendo un ruolo di ammortizzatore sociale, non previsto e non quantizzabile in termini di costi; costi che non possono ricadere solo sulla società , ma deve farsene carico il Paese.

 Ricordiamo male ? ma non era sempre il dott. Befera che riteneva la Fiscalità Locale IMPRODUTTIVA .

Oggi, la sua decisione, fa si che a gestire una materia cosi delicata e fondamentale per la sopravvivenza di migliaia e migliaia di Comuni sia una società che si occupa di guardiania e di gestione di immobili; con tutto il rispetto…… tralasciamo l’aspetto giudiziario della società in questione.

Un paradosso questo come tanti! Come quanti purtroppo l’hanno seguita su questa strada e le hanno dato fiato. Ci riferiamo alla politica che non comprendendo l’importanza di dare ai Comuni un referente sicuro e capace le ha dato sostegno nella sua malsana idea, ignorando la tanta approssimazione che regna in questo settore e di cui quest’ultimo episodio ne rappresenta l’emblema.

 Un paradosso dott. Befera come quello che ancora le sentiamo dichiarare: che i suicidi sono diminuiti da quando abbiamo rinunciato alla fiscalità locale.

Un paradosso, dott. Befera, come quello di averci portato colpevolmente sul baratro di un buco nero.

Un ultimo paradosso dott. Befera : quello di sperare che faccia finalmente un passo indietro e se ne vada insieme alle sue truppe cammellate. 

Per una volta speriamo che il paradosso diventi NORMALITA’

 EQUITALIA SUD

I Coordinamenti Regionali della Calabria

Cosenza 21 marzo 2013 

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