La conclusione senza accordo della procedura contrattuale, anticipatrice di quelle di legge, aperta dalla BCC Valdostana e dalla Capo Gruppo Cassa Centrale Banca tesa a ricercare una riduzione del costo del lavoro secondo le previsioni del piano triennale di rilancio della BCC stessa, segna una preoccupante cesura tra quelle che sono le soluzioni responsabili e percorribili proposte dalle organizzazioni sindacali e la pervicace volontà aziendale di blindare la trattativa su principi avulsi dal contesto. Un contesto che oggi più di ieri alla luce della riforma del Credito Cooperativo chiama a forme di intervento e di solidarietà di sistema che non prevedono e non possono prevedere l’opzione di scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori responsabilità non loro, chiamandoli a sopportare i costi di un piano di risanamento che, invece, solo tramite il loro impegno qualificato e convinto può vedere positiva attuazione.
Ciò nonostante durante la trattativa, durata tra fase aziendale e di gruppo e poi nazionale oltre sette mesi, le organizzazioni sindacali hanno responsabilmente rappresentato e sostanziato un’ampia disponibilità al sacrificio da parte dei lavoratori e delle lavoratrici della BCC Valdostana, finalizzata alla garanzia dei livelli occupazionali e al mantenimento dell’autonomia della BCC stessa.
Le posizioni aziendali e della capo gruppo nel corso della intera trattativa sono sostanzialmente rimaste immutate riguardo l’entità del sacrificio richiesto alle lavoratrici ed ai lavoratori.
Nello stigmatizzare tale atteggiamento da parte delle aziende ci dichiariamo comunque pronti al confronto in ogni sede, per la BCC Valdostana così come più in generale per ogni tema di intesse del Credito Cooperativo, per riaffermare che ai tempi dei Gruppi Bancari Cooperativi i principi ed i valori della cooperazione di credito passano dapprima per la valorizzazione ed il rispetto delle lavoratrici e dei lavorato e del valore del lavoro.
Il Coordinamento Nazionale FISAC CGIL Credito Cooperativo
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dal sito www.aostaoggi.it
8 febbraio 2020
Bcc Valdostana, fallisce la trattativa per il piano di risanamento dei conti
I sindacati: una cura da cavallo a carico dei soli lavoratori
AOSTA. Fallisce il tentativo di accordo tra la Banca di Credito Cooperativa Valdostana, le organizzazioni sindacali e la capogruppo Cassa Centrale Banca sul piano di risanamento che deve riportare entro i parametri i conti della la Bccv attraverso un tagliando del 27% il costo del lavoro. Alcune richieste tese a ridurre i costi si sono scontrate con il “no” delle organizzazioni sindacali mettendo fine a sei mesi di trattativa.
Motivo della rottura è la richiesta di compartecipazione dei lavoratori al raggiungimento dei 31 milioni di euro di risparmi imposti dal piano di risanamento della Bccv e in particolare la previsione di 21 giornate di solidarietà per il personale che si sarebbe tradotto in una riduzione dell’8 per cento delle giornate lavorative.
“Altre forme di risparmio, quali il ricorso al fondo di sostegno al reddito e giornate di formazione, erano state sostanzialmente accettate”, evidenziano i vertici dell’istituto di credito che si dicono rammaricati “nel constatare che a fronte dell’impegno e del senso di responsabilità determinanti per raggiungere l’accordo, le rappresentanze dei lavoratori non abbiano compreso la portata che l’accettazione della proposta avrebbe determinato”.
Le segreterie di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil,Sincra Ugl Credito, Uilca dal canto loro paragonano l’intervento di riduzione del costo del lavoro ad una “vera e propria cura da cavallo” totalmente a carico dei lavoratori. La loro richiesta è che il contributo al risanamento che pesa sui lavoratori preveda “sacrifici sostenibili, compatibili ed equilibrati, insieme a tutti gli altri stakeholder (Soci, Governance, Capogruppo)”.
Una controproposta avanzata dei sindacati nei mesi scorsi non è stata accolta e non è stato raggiunto un accordo nemmeno durante i diversi incontri organizzati in sede nazionale alla presenza di Federcasse e Cassa Centrale. “I vertici della BCC non hanno modificato la loro posizione e non abbiamo potuto fare altro che chiudere la procedura con esito negativo”, evidenziano i rappresentanti dei lavoratori. Adesso il fallimento della trattativa ex art. 22 “oltre a mettere in discussione il piano di risanamento stesso, rischia seriamente di incrinare le relazioni sindacali nell’intero Gruppo proprio in questo delicato momento di definizione del piano strategico”, aggiungono.
E mentre la Bccv avvisa i suoi 116 dipendenti e i sindacati che “proseguirà nel percorso di ricerca delle ulteriori iniziative necessarie, anche con la collaborazione della Capogruppo CCB, volte alla prosecuzione del percorso autonomo della Bccv nella nostra regione”, le segreterie sindacali annunciano l’intenzione di incontrare con urgenza l’AD di Cassa Centrale Banca e di contrastare “ogni atto unilaterale da parte aziendale tendente a danneggiare i lavoratori ed a compromettere i livelli occupazionali perché metterebbe in discussione tutto l’operato del gruppo, costituendo un gravissimo precedente”.
Elena Giovinazzo