RIPORTIAMO QUI DI SEGUITO UNA SINTESI DI UN CONTRIBUTO APPARSO SU RIVISTA SPECIALIZZATA CHE RIPROPONE L’ESIGENZA DI REGOLE ANTIRICICLAGGIO A LIVELLO INTERNAZIONALE.
Metà della popolazione americana contatta la propria Banca solo via Internet, con credito concesso tramite piattaforme digitali mentre in Asia metà popolazione compie pagamenti tramite cellulari.
Questa rivoluzione genera problemi di tutela dell’interesse pubblico, ancora maggiori quando si tratta di moneta perché il controllo dell’offerta di moneta è l’asse portante della regolamentazione macroeconomica. Nessun problema (o quasi) fino a quando le nuove valute virtuali passano attraverso le Banche, che sono l’anello fondamentale di trasmissione della politica monetaria.
Il problema diventa più delicato quando si parla di cripto- valute che sono la componente più discussa dei nuovi mezzi di pagamento. Esse infatti, rispetto alle altre valute (ricordiamo che le cripto-valute non sono considerate, dalle Autorità di controllo, monete ma esclusivamente valute. Ndr.) presentano tre caratteristiche fondamentali: sono anonime; sono transnazionali; sono prive di un Soggetto centrale che regola l’emissione e sovraintende al flusso di informazioni: ognuno può ricevere cripto-valute con il software adatto come fosse un messaggio social.
In più: la tecnologia è complessa ed assorbe moltissima potenza di calcolo e non le useremmo mai per pagare un caffè. Nel 2017 i pagamenti giornalieri su piattaforma Bitcoin sono stati meno di un millesimo di quelli gestiti da una singola Carda di credito. In pratica, da un punto di vista economico, le cripto-valute sembrano una soluzione in cerca di un problema. Chi invece la soluzione l’ha trovata è la fiorente industria del riciclaggio, in quanto è possibile creare nel Web un vero “paradiso finanziario virtuale”. Togliendo alla lotta al riciclaggio uno strumento investigativo fondamentale, quello di seguire il flusso di denaro.
La Rete dei controlli internazionali è stata molto rafforzata negli ultimi anni, ma come ogni rete, essa è forte quanto il suo anello più debole. Una ricerca recente ha stimato che il 97% di pagamenti effettuati da entità illegali, è stata effettuata su piattaforme virtuali prive di alcun controllo. È una frazione comunque piccola del giro d’affari complessivo, ma è un chiaro segno che il problema è serio. Questo è sufficiente a condividere le preoccupazioni di ogni Organo inquirente. La risposta non può che essere una regolamentazione antiriciclaggio efficace e condivisa a livello internazionale, cosa che non siamo ancora riusciti a fare, ma la posta in gioco sono la legalità e la sicurezza e, quindi, la giustizia.