ARVAL, azienda del gruppo BNP Paribas, ha sospeso in attesa di licenziamento una lavoratrice part-time madre di due bambini.
La motivazione? La lavoratrice è considerata un “esubero nella riorganizzazione di un comparto”.
Per evitare il provvedimento alla donna è stata offerta un’unica alternativa: il trasferimento a Milano che, vista la situazione familiare, equivale ad una conferma del licenziamento stesso.
In solidarietà con la lavoratrice (nostra collega!) il 19 novembre, i lavoratori della sede centrale di ARVAL (Scandicci) hanno scioperato contro la decisione aziendale.
Quanto sta accadendo ad ARVAL non è derubricabile come un errore di percorso di qualche singolo dirigente “fuori controllo”. Infatti delle due l’una. O i vertici della casa madre non sanno, ed è grave. O sanno e acconsentono ed è altrettanto grave.
Il risultato è comunque che BNP Paribas, la multinazionale sedicente “social e inclusive”, la multinazionale “a tinte rosa” si comporta esattamente come tantissime altre aziende: attacca i livelli occupazionali e discrimina le donne, tanto più se madri.
Come Cgil faremo di tutto perché la faccenda si risolva positivamente affinché le aziende del Gruppo evitino di percorrere simili strade.
Roma, 20/11/2019
FISAC CGIL BNL