Ad Helsinki per Il Financial Forum EUROFI. La città mi accoglie per la prima volta in uno scorcio di autunno freddo e piovoso, troppe “k” in ogni parola, nessun appiglio linguistico per poter capire qualcosa. Persone accoglienti e gentili, arrivo alla sede del forum e mi immergo in una tre giorni di dibattiti e discussioni.
Eurofi comprende molte importanti istituzioni finanziarie globali ed europee provenienti da diversi settori (banche, assicurazioni, infrastrutture di mercato, gestione patrimoniale, agenzie di rating del credito, fornitori di servizi…): ha come scopo di fungere da catalizzatore per il mercato e da intermediario neutro capace di collegare diversi attori del settore finanziario e le Pubbliche Istituzioni.
Organizza annualmente un “forum di alto livello”, collegato al paese di presidenza nel semestre incorso: in questo caso, la Finlandia.
Un parterre di 700 persone, per 3 giorni di dibattito a porte chiuse, soggetto alla “Chatam House Rule”, la regola convenzionale che disciplina la confidenzialità, in relazione alla fonte di informazioni scambiate nel corso di discussioni in riunioni a porte chiuse e non è ammessa la stampa: l’idea sottostante è che le persone si debbano esprimere nella massima disinvoltura.
Sento la responsabilità di essere una presenza fuori dal coro e l’importanza di esserci. Mi preparo alla difficoltà, in una platea che nell’apparenza estetica non lascia spazio alla fantasia: completi grigi e cravatte in triste tono, ma noto con soddisfazione che c’è una discreta presenza femminile.
I temi sono tanti: dalle prospettive della crescita europea, alla stabilità del settore finanziario in un panorama economico e sociale in veloce mutamento: come si può coniugare un cambiamento globale, che supera confini resi liquidi dalla digitalizzazione con il bisogno di regolamentazione e supervisione in una economia regolata da istituzioni transnazionali. Le sfide portate da competitors, come GAFA e Libra, che vanno oltre ogni regolamentazione attuale.
Molto spazio all’idea si sostenibilità e alle sfide del trend digitale (Seguiranno dei singoli approfondimenti sui temi più interessanti): le politiche chiave per confrontarsi con i rischi dei cambiamenti climatici per la stabilità finanziaria.
Analisi interessanti, proposte di allargamento di alleanze in una visione più globale del sistema finanziario, bisogno di supervisione e di trasparenza delle regole, rafforzamento del sistema degli investimenti, coinvolgimento sociale per la nuova era digitale e molto altro.
Ma quello che davvero viene troppo dimenticato è il ruolo del lavoro e l’impatto sociale delle scelte economico finanziarie e di come, in senso inverso, un’economia più socialmente equa sia un fattore di crescita ed impulso agli investimenti.
Solo alcuni interventi, e anche i migliori che ho ascoltato, sottolineano la crucialità della sostenibilità sociale delle scelte economiche. Poche voci, ma importanti.
Parlo con tante persone, raccolgo contatti. Non è facile confrontarsi qui, ma ho la forza di un pensiero, del valore del “bene comune” e provo a seminare il nostro punto di vista, l’umanità che rappresento. I sorrisi che raccolgo e l’interesse per un punto di vista diverso mi danno coraggio.
Vado via dal freddo di Helsinki mentre politici e banchieri centrali si spostano per l’incontro dell’ECOFIN, il consiglio composto dai ministri dell’economia e delle finanze di tutti gli Stati membri, che sarà oggetto della cronaca dei giorni seguenti.
Un po’ stordita: ma consapevole che anche questo è il nostro sindacato.
#LaFiondaDiDavid
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