A. M. Tarantola, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia,ha partecipato al convegno “Riciclaggio, evasione fiscale ed abuso dei beni sociali: la responsabilità degli intermediari”,promosso dalla Fondazione Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale, con un intervento sul ruolo dell’Autorità di Vigilanza nella strategia di prevenzione e lotta contro il riciclaggio, sulla normativa emanata in materia e sui risultati dell’azione di contrasto.
Il Vice direttore generale ha evidenziato l’azione della Banca d’Italia finalizzata alla prevenzione e al contrasto del riciclaggio, fenomeno molto pericoloso in quanto comporta conseguenze negative sul capitale sociale, umano ed economico (tale pericolosità si accresce nei periodi di crisi economico-finanziaria) e la cui peculiarità principale è quella di essere un reato che permette di ottenere la concreta disponibilità dei proventi di altri reati commessi precedentemente: i c.d. “reati presupposto”. E’ possibile risalire fino a quest’ultimi, individuando e punendo i colpevoli, seguendo le tracce lasciate dalle transazioni effettuate con “danaro sporco”.
Il riciclaggio rappresenta:
– un’autonoma attività criminale, funzionalmente determinante dei reati stessi, con una forte connotazione economico-finanziaria, che è data dalla capacità di trasformare la liquidità di provenienza illecita in potere d’acquisto effettivo, utilizzabile per scopi di consumo, risparmio o investimento;
– (nella logica imprenditoriale che governa i gruppi criminali) un’attività specializzata da assegnare ad operatori di fiducia.
Il riciclaggio
a. rende convenienti le attività criminali facilitando il conseguimento di considerevoli proventi;
b. altera le condizioni di concorrenza nei mercati;
c. incide sul regolare funzionamento del sistema bancario e finanziario;
d. permette alla criminalità di aumentare il controllo sul territorio, di acquistare consenso sociale, di inserirsi nei meccanismi del potere, condizionando anche decisioni amministrative e politiche.
L’efficacia dell’azione di prevenzione e contrasto del riciclaggio si fonda su tre pilastri:
1. il convinto, sostanziale coinvolgimento di intermediari finanziari, operatori economici e professionisti;
2. la collaborazione tra autorità nazionali e internazionali mediante un ampio scambio di informazioni e l’omogeneizzazione delle regole e delle prassi di vigilanza. In particolare, nelle sedi internazionali sono state avviate iniziative significative per intensificare la collaborazione tra le autorità competenti di diversi Paesi, attraverso la condivisione di informazioni e il coordinamento degli interventi, anche al fine di promuovere lo sviluppo di elevate capacità di analisi di nuovi fenomeni criminosi e nuove modalità di impiego di proventi illeciti;
3. l’analisi approfondita dei fenomeni e l’uso di strumenti di controllo sempre più efficaci.
L’azione di contrasto è stata rafforzata dal Decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, inerente l’attuazione della direttiva 2005/60/CE (c.d. terza direttiva antiriciclaggio), riguardante la prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione.
L’efficacia delle misure adottate con il decreto 231 si basa su:
– rafforzamento della protezione preventiva, con la previsione di un dettagliato percorso per acquisire un’idonea conoscenza del cliente;
– sostanziale collaborazione attiva da parte dei destinatari del decreto;
– stretto coordinamento tra gli attori istituzionali che, a vario titolo, sono chiamati a dare il proprio contributo nella prevenzione e nel contrasto del riciclaggio.
Il D.Lgs. n. 231/2007 attribuisce un ruolo di rilievo alle Autorità di vigilanza del settore finanziario (Banca d’Italia, Consob , Isvap), alle quali è conferito il potere di emanare norme e controllarne l’osservanza da parte dei destinatari.
Il 1° gennaio 2008 è stata istituita, presso la Banca d’Italia, l’Unità di informazione finanziaria – UIF, che costituisce la Financial Intelligence Unit italiana, ovvero la struttura nazionale incaricata di prevenire e contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. UIF, nello specifico:
• esamina le operazioni sospette segnalate dagli intermediari finanziari e da altri soggetti a ciò obbligati, nonché ogni fatto che potrebbe essere connesso al riciclaggio o al finanziamento del terrorismo;
• effettua analisi e studi dei flussi finanziari, nonché analisi statistiche dei dati aggregati trasmessi su base mensile dai soggetti obbligati;
• collabora con le competenti autorità per l’emanazione della normativa secondaria, predispone indicatori di anomalia ed elabora schemi e modelli di comportamento anomalo sotto il profilo finanziario;
• svolge funzioni di controllo, anche ispettivo, come pure di avvio dei procedimenti sanzionatori nelle materie di propria competenza;
• coopera con le altre Autorità nazionali impegnate nel contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo e con analoghe FIU estere;
• prende parte ai lavori di vari organismi internazionali (GAFI, Gruppo Egmont) e comunitari.
La Banca d’Italia è autorità di regolazione e controllo in materia di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo con riferimento al sistema creditizio e finanziario.
E’ altresì autorità di supervisione sui sistemi di pagamento. In tale ambito, si sta adoperando per ridurre l’uso del denaro contante (il maggiore ricorso ai pagamenti elettronici consente una più estesa tracciabilità delle operazioni di pagamento, uno strumento essenziale per il contrasto sia del riciclaggio, sia di altri rilevanti rischi di illegalità come quelli connessi con la gestione dei flussi finanziari degli appalti pubblici, con l’evasione fiscale e, più in generale, con l’economia sommersa).
La Banca d’Italia inoltre ha:
– emanato, d’intesa con le altre Autorità di vigilanza, disposizioni in tema di registrazione dei rapporti e delle operazioni nell’Archivio Unico Informatico (Provvedimento 23 dicembre 2009 recante disposizioni attuative per la tenuta dell’Archivio Unico Informatico e per le modalità semplificate di registrazione di cui all’art. 37, commi 7 e 8, del D.Lgs. n. 231/2007) e di organizzazione e controlli interni (Provvedimento 10 marzo 2011 recante disposizioni attuative in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l’utilizzo degli intermediari e degli altri soggetti che svolgono attività finanziaria a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, ai sensi dell’art. 7, comma 2, del D.Lgs. n. 231/2007);
– delineato, d’intesa con la UIF, gli indicatori di anomalia destinati a semplificare l’individuazione di operazioni sospette da parte degli operatori (Provvedimento 24 agosto 2010 recante gli Indicatori di anomalia per gli intermediari).
Banca d’Italia ha avviato la consultazione sulle istruzioni applicative sull’adeguata verifica della clientela .
Nel predisporre le istruzioni, la Banca d’Italia si è posta l’obiettivo di:
– garantire massima organicità e chiarezza in particolare nella definizione delle figure del cliente, dell’esecutore e del titolare effettivo;
– contemperare l’efficacia delle prescrizioni con l’esigenza di non appesantire l’operatività e i costi applicativi;
– individuare un punto di equilibrio tra l’intendimento di fornire una guida utile e completa e la necessità di evitare prescrizioni troppo dettagliate o eccessivamente calibrate su determinati settori di attività o tipologie di intermediari.
Esse precisano i criteri per la profilatura della clientela, il contenuto delle varie fasi dell’adeguata verifica e le modalità di ricorso ai terzi per l’adempimento di specifici obblighi ed indicano le ulteriori misure che gli intermediari devono adottare ai fini della verifica rafforzata nelle ipotesi di più elevato pericolo di riciclaggio.
Per quanto riguarda le segnalazioni di operazioni sospette – SOS (da circa 12.500 nel 2007 sono aumentate a 44.000 nel novembre 2011), UIF, in data 4 maggio 2011, ha emanato il provvedimento che disciplina il nuovo sistema di raccolta e gestione delle SOS di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Le SOS sono il primo e più evidente indizio dell’effettiva capacità degli intermediari di riconoscere, intercettare e bloccare le operazioni di riciclaggio. La presenza di SOS caratterizzate da numerosi “falsi positivi”, ovvero tardive e lacunose è indice di presidi organizzativi inadeguati.
Nell’intervento il V.D.G. di Banca d’Italia ha indica poi l’esistenza di aree di criticità nel sistema antiriciclaggio, per cui occorre:
– perfezionare la completezza e la qualità delle informazioni acquisite sul profilo economico e finanziario del cliente nonché l’analisi e la valutazione critica delle stesse. Resta problematica la corretta identificazione e registrazione del titolare effettivo;
– rafforzare la formazione del personale nell’area specifica dell’individuazione e della SOS e dell’aggiornamento sulle tecniche di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo;
– intensificare gli sforzi per far diventare l’antiriciclaggio parte integrante della cultura aziendale.
L’Organo di Vigilanza, infine, ritiene necessari ulteriori miglioramenti:
• sviluppare sempre più la capacità di prevenire e reprimere il riciclaggio;
• aumentare la cultura della legalità e il commitment del vertice aziendale;
• accrescere la qualità delle segnalazioni e il numero di quelle provenienti dagli operatori non finanziari;
• scoraggiare l’uso del contante a favore di strumenti elettronici di pagamento;
• razionalizzare e rafforzare il sistema delineato dal D.Lgs. n. 231/2007;
• introdurre nella legislazione penale il reato di autoriciclaggio;
• rivedere il sistema di enforcement (vanno ampliate le possibilità di utilizzo delle sanzioni amministrative pecuniarie ed è opportuno attribuire maggiore importanza al presidio della correttezza del complessivo processo di valutazione). Infine, l’impegno sostanziale degli operatori e il coinvolgimento effettivo del vertice aziendale che deve assumersi la responsabilità di adottare modelli organizzativi e gestionali efficaci e promuovere la più ampia diffusione della cultura antiriciclaggio, attivando le opportune leve gestionali e di incentivazione del personale, sono basilari nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.