La scorsa primavera ha visto entrare in scena il riassetto organizzativo e distributivo della Banca e, nell’ambito di quest’ultimo, l’insediamento del nuovo General Manager, Dir. Paolo Pandolfi, e del nuovo DRUAT, dir. Giampaolo Casolaro.
In entrambi i casi, le scriventi OO.SS. sono state convocate per la presentazione dei nuovi manager, presentazioni durante le quali è stata molto positiva l’impressione della volontà di ripartire rivalutando concetti fondamentali quali educazione, qualità della vita sul lavoro, rispetto delle persone nonché collaborazione relativamente ai problemi da subito posti sul tavolo. Ebbene, ci duole constatare come, terminata la primavera e forse con lei i buoni propositi, sembra sia giunta l’ennesima estate “stessa spiaggia stesso mare”.
Ancora senza risposte i temi da noi posti circa le pressioni commerciali, talmente pesanti da coinvolgere ormai anche gli uffici interni, una volta esenti almeno da tali dinamiche; ma ancora senza risposte anche il tema della pulizia nonché quello della carenza di personale tanto nelle filiali quanto negli uffici di Area e di Direzione Generale. Temi ai quali se ne sono aggiunti altri, come quello dell’organizzazione, che vede le filiali, nel migliore dei casi, avere le lampadine non funzionanti, nel peggiore, anomalie degli impianti di condizionamento. Non sarebbe forse il caso di fare un test diagnostico in anticipo su tali sistemi, anziché correre ai ripari quando ormai rischia di essere tardi?
D’altra parte, come ormai sempre succede (ma non riusciamo proprio a farcene una ragione e a rassegnarci!) meraviglia invece il tempismo (!!!) della Banca col quale decide sempre in estate e quindi proprio in prossimità delle ferie di attivare una serie di adempimenti (uno per tutti quello relativi all’antiriciclaggio) che mandano letteralmente in tilt le filiali già sovraccariche dallo stress commerciale (anche qui siamo alle solite!) e dalle ataviche lacune di personale che divengono sempre più pesanti a seguito degli esodi. Per carità, si tratta di adempimenti legislativi, amministrativi, burocratici … insomma s’adda fa’. Ma perché non siamo capaci di programmare tali attività per far sì che non ce ne si ricordi ogni anno quando ormai si tratta di un’emergenza?
Assistiamo ad una frenesia dilagante, tutte le attività vengono definite dai vari preposti come prioritarie e urgenti. Pratiche di revisione, kyc, pef, produzione commerciale, gestione documentale, formazione… tutte attività da eseguire “immediatamente” non fanno altro che confondere e stressare i colleghi. Ci sorge il dubbio che questa frenesia deriva dalla volontà di primeggiare nelle fantomatiche classifiche da parte dei vertici aziendali.
E cosa dire dei trasferimenti disposti proprio a ridosso delle ferie senza neanche prevedere l’avvicendamento nei ruoli che così vengono lasciati vacanti fino a data da destinarsi? Non si potrebbe forse anche in tale ambito avere una programmazione
degna del nome e diversa da questa che a noi pare tanto “il giorno prima per quello dopo”? Sempre più spesso sta capitando si assistere a sostituzioni giornaliere e dell’ultima ora per poter aprire le filiali, task force per smaltire lavoro arretrato, da tempo chiediamo ai vertici territoriali di istituzionalizzare il famigerato “Nucleo Operativo” in quanto di fatto viene attivato ma approfittando della disponibilità dei colleghi coinvolti. Chiediamo invece che sia formalizzato e regolamentato.
Persino l’altra novità di spicco, presentata come innovazione rivoluzionaria per il mondo mutui, il famigerato work flow mutui, è al momento solo uno strumento con obiettivi problemi di funzionalità (rallentamenti, blocchi, pratiche che misteriosamente scompaiono e riappaiono) causa di non poco stress ad operatori di filiale e non. La rapidità o – meglio – la perenne urgenza o stato di emergenza del commerciale che già da sé mal si conciliano con il lavoro bancario (almeno per come lo intendiamo noi, delicato quale che sia l’ambito, e che ha bisogno di analisi per essere svolto al meglio e non quali meri esecutori materiali di procedure automatizzate) si scontra ancora di più con un meccanismo complesso e che nella migliore delle ipotesi, come ci auguriamo, ha bisogno di rodaggio per dare le sue performances migliori. Certo, anche in questo caso si poteva partire con maggior tempismo, magari evitando periodi come questi in cui l’affanno è dovuto, come detto, non solo all’aria pesante della calura estiva.
A questo punto, in attesa di un nuovo confronto con l’azienda, speriamo di non trovarci di fronte alla nota sentenza gattopardiana secondo cui “c’è bisogno che tutto cambi, perché tutto rimanga come prima” perché non è proprio questo il nostro intendimento.
Salerno, 17/07/2019
LE SEGRETERIE