Rsa Roma e provincia: Fatti, non parole!

1 - Fabi 2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca Unisin nuovo logo

Nei giorni scorsi, su nostra richiesta, si è svolto l’incontro con la direzione di Area sull’annoso tema delle pressioni commerciali. L’esigenza è scaturita dalla constatazione che nonostante gli interventi fatti in commissione paritetica da parte delle OO.SS. e gli impegni presi dalla Banca, anche in seguito ad episodi particolarmente gravi avvenuti nei mesi scorsi nella nostra Area, continuiamo ad assistere a modalità gestionali al di fuori dei protocolli, del codice etico e della normativa aziendale.
Tale situazione è stata approfonditamente rappresentata alla Capo Area Palopoli ed al Direttore del personale Bianco, partendo dallo spunto fornito dall’inserimento, da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità, della sindrome del “burnout” nell’elenco delle malattie ufficialmente riconosciute. Siamo partiti da questo per ribadire che i lavoratori del Monte dei Paschi più che di pressioni e controlli ossessivi, avrebbero bisogno di una presa d’atto da parte dell’azienda sulla circostanza che lo stress da lavoro correlato nella nostra realtà è da tempo un’emergenza e che vi è la necessità di una decisa e convinta inversione di rotta nello stile manageriale, a tutti i livelli, pena un inesorabile calo della tanto ricercata “produttività”. Basti pensare che tra i principali effetti del “burnout” vi sono, tra gli altri, minore produttività, la tendenza all’assenteismo inteso quale applicazione di tutte le forme di alienazione dal posto di lavoro (forse questo c’entra qualcosa con l’esplosione delle richieste di Aso??), un’inefficiente qualità del servizio, tutti aspetti che impattano pesantemente sulla redditività di un’azienda che vive, e non da oggi, una situazione delicata.
La parte aziendale, visto quanto descritto, ha invitato le OO.SS. a segnalare i casi specifici che si venissero a creare allo scopo di intervenire. La nostra risposta, come ribadito già in passato, è stata che i comportamenti dei singoli sono conseguenza, e non causa, di un clima negativo che si vive da tempo.
Abbiamo riaffermato che non è compito del sindacato, salvo casi particolarmente gravi, fare i nomi dei responsabili, ma deve essere l’azienda che firma i protocolli e produce le normative e i codici etici, a pretendere che i propri dipendenti rispettino le norme in ogni ambito, dal primo dei neoassunti all’ultimo dei dirigenti!!
Visto che a tutti i livelli ci viene ribadito che lo spirito del Protocollo sulle politiche commerciali è stato diffuso e fatto proprio dalla filiera commerciale, ci chiediamo dove avvenga la distorsione dei messaggi che genera tale situazione di disagio.
Nel corso dell’incontro, inoltre, ci è stato comunicato che i risultati dell’Area, su alcuni aggregati, danno timidi segnali di ripresa. Auspichiamo che tali risultati siano stati condivisi e portati a conoscenza di tutti i colleghi e che la Banca crei le condizioni affinché i lavoratori possano in futuro vivere in un clima più sereno e costruttivo e di conseguenza più produttivo.
Continueremo a monitorare la situazione, avendo presente la necessità di risultati tangibili e concreti, dato che non possiamo permetterci più “aperture di credito” all’infinito.
25 Giugno 2019

Le Segreterie

Was this article helpful?
YesNo

    Questo articolo ti è stato utile No

    Pulsante per tornare all'inizio
    error: Content is protected !!