Antiriciclaggio: le categorie professionali (parte 1)

Completiamo, in sede di valutazione complessiva e di eventuale consulenza allo sportello, il quadro di riferimento per quanto concerne l’applicazione della Normativa antiriciclaggio nell’ambito delle Categorie Professionali.

 IL QUADRO NORMATIVO: il quadro di riferimento è costituito dai Dlgs. 231/07 (attuativo Direttiva 2005/60C- prevenzione riciclaggio denaro sporco- e 2006/70Ce- misure applicative Direttiva precedente-) e Dlgs.90/17 (attuativo Direttiva 843/15Ue IV Direttiva Europea Antiriciclaggio).

 L’ORGANISMO DI AUTOREGOLAMENTAZIONE: introdotto dal Dlgs.90, art.11, prevede che sia un Ente esponenziale, rappresentativo di una categoria  professionale (comprese le sue articolazioni territoriali ed i Consigli di disciplina) cui l’Ordinamento vigente attribuisce poteri di regolamentazione, controllo della Categoria, verifica del rispetto delle norme che disciplinano l’esercizio della professione ed irrogazione -attraverso gli Organi predisposti a tale scopo- delle sanzioni previste per le loro violazioni. Trattasi di  un Organismo istituito dai Consigli nazionali delle Categorie, Organismo che può fate da tramite tra l’Uif della Banca d’Italia per le segnalazioni antiriciclaggio.

 LE REGOLE TECNICHE: Introdotte dal Dlgs.90, prevede che le regole tecniche siano predisposte e mantenute aggiornate dagli Organismi di autoregolamentazione. Le regole tecniche sono adottate previo parere del Comitato di sicurezza finanziario e riguardano le procedure e metodologie di analisi, le valutazioni del rischio di riciclaggio cui i Professionisti sono esposti nell’esercizio della propria attività, i controlli interni, l’adeguata verifica (anche semplificata) della Clientela e la conservazione dei dati e delle informazioni.

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