Primo Maggio, giornata di lotta

Una giornata che unisce i lavoratori

Che cosa accomuna un ingegnere di un’impresa energetica, una badante, un autista di auto- bus, una bancaria che lavora in un grattacielo o in un’agenzia, un fattorino della Gig Economy, una consulente di una grande multinazionale di servizi tecnologici o di una fintech o l’infermiere di un ospedale? Ecco i moderni lavoratori salariati, a prescindere dal colore della pelle, dalla provenienza nazionale o dalla religione. Devono tutti vendere la propria capacità la- vorativa a qualcun altro, indipendentemente dalla quantità di salario, dalla tipologia contrattuale e dalle competenze sviluppate. Nessuno può decidere il dettaglio di cosa produrre, che mansione svolgere, per quanto tempo e con quali risorse, a chi distribuire quanto prodotto o a che prezzo.

Una giornata contro chi ci vuole dividere

Il loro contributo alla produzione della ricchezza sociale finisce nelle mani di un pugno di uomi- ni, siano questi padroncini o membri dei consigli di amministrazione di aziende sempre più grandi e agguerrite. Tutti vivono nell’incertezza generale del mercato, sempre più globale, anarchico e incontrollabile, lo vediamo nelle aziende dove lavoriamo e nelle cronache quotidiane dove sono all’ordine del giorno la corsa al riarmo, guerre, crisi e sfruttamento.

La crisi libica, alle nostre porte di casa, ha prodotto centinaia di vittime solo negli ultimi giorni, tra cui decine di bambini, migranti chiusi nei lager tra le linee dei bombardamenti, migliaia di sfol- lati in fuga, nessuna assistenza umanitaria. Nonostante i miliardi e le armi che le potenze hanno gettato nell’inferno libico negli ultimi anni, la situazione è bloccata e resa più complicata dalla spinta del fenomeno migratorio “gestito” dalle “moderne democrazie europee”, in primis quella italiana, affidandosi a criminali e trafficanti di ogni genere, finanziati e armati per confinare i mi- granti in veri e propri lager, dove ogni violenza è all’ordine del giorno.

In Medio Oriente i lavoratori sono pedine nella lotta tra gruppi locali, potenze regionali e mon- diali che impugnano differenze religiose, etniche e culturali per mandarli al massacro gli uni con- tro gli altri. Nelle cosiddette società avanzate invece cercano di dividere i lavoratori spacciando nazionalismo, paure razziste contro gli immigrati e i miti dell’America First o dell’Europea “potenza che protegge”.

Contro ogni guerra e ogni razzismo

I lavoratori salariati sono una classe diffusa e che si sta diffondendo in tutto il mondo, avendo oramai raggiunto due miliardi di persone. Il Primo Maggio è l’occasione per unire in un unico giorno i lavoratori di tutto il mondo, per capire quali forze saremmo in grado di esprime- re se guidati da una visione internazionalista, contro guerre e paci di spartizione, lontani da localismi e protezionismi xenofobi utili solo a chi nutre interessi per tenerci divisi.

Per questi motivi ti invitiamo a partecipare al Corteo del Primo Maggio

Segreteria Organo Coordinamento Fisac-Cgil Gruppo bancario Credito Valtellinese

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