da cgillecce.it – Lecce, 21 febbraio 2019 – DoBank Spa passa alla seconda fase del piano industriale 2018-2020 e taglia la sede di Lecce coi suoi 7 lavoratori. La Fisac Cgil Lecce respinge il piano, specie nella parte in cui si prospetta una forma di lavoro da casa come alternativa al trasferimento a Bari: “C’è un accordo ben preciso. Se non sarà rispettato, chiederemo inevitabilmente il reintegro in Unicredit”, dice il Segretario Generale, Maurizio Miggiano.
Il piano industriale. La società finanziaria, che si occupa della gestione e del recupero di crediti deteriorati per conto di banche ed industrie, ha rinunciato alla licenza bancaria. Decisione che potrebbe determinare 160 esuberi in Italia e la chiusura di diverse sedi. Tra queste figurerebbe anche la sede di Lecce, da accorpare a quella di Bari, nuova sede di destinazione per i lavoratori. L’azienda vorrebbe ricorrere allo Smart/Flexible Working, una sorta di lavoro da casa, per gestire l’accorpamento. I lavoratori in esubero possono scegliere due vie per conservare il posto di lavoro: o recarsi a Bari o lavorare da casa. Lo Smart/Flexible Working è un istituto finora applicato in via sperimentale e su solo base volontaria. Per come è stato introdotto nel piano industriale rischia invece di essere una scelta obbligata per quei lavoratori che si troverebbero nell’impossibilità di trasferirsi a Bari, pena la perdita del posto di lavoro. In realtà le soluzioni ci sarebbero e sono quelle previste da un accordo sindacale sottoscritto a giugno 2015.
L’accordo sindacale del 2015. L’attuale sede di Lecce occupa sette lavoratrici e lavoratori, il cui rapporto di lavoro è stato a DoBank con la cessione del pacchetto azionario di UniCredit Credit Management Bank (Uccmb), in virtù di accordo sottoscritto il 12 giugno 2015 tra UniCredit, Uccmb e Organizzazioni sindacali. Tale accordo prevedeva diverse garanzie a tutela dei lavoratori ceduti. Su tutte ne ricordiamo due:
- l’applicazione del contratto collettivo nazionale del Credito e l’adesione ad Abi della società, nonché l’impegno in presenza di tensioni occupazionali al reintegro nelle aziende del gruppo Unicredit delle eventuali eccedenze per i primi cinque anni;
- l’ulteriore garanzia, per l’intera durata della commessa e sempre in presenza di tensioni occupazionali o modifiche sostanziali nel contratto di servizio decennale imputabili ad UniCredit, di trovare adeguate soluzioni, compresa l’assunzione, senza soluzione di continuità, in UniCredit.
Ultimatum respinto. La Fisac respinge le decisioni assunte da DoBank. Chiediamo il rispetto dell’accordo del 2015, in subordine il reintegro dei lavoratori in Unicredit. Oggi i lavoratori sono sottoposti ad un ricatto inaccettabile, in palese violazione di un accordo sottoscritto, ma anche lesivo della loro dignità, oltre che penalizzante per il territorio. Se l’azienda continuerà a ritenere di non poter garantire il mantenimento della sede e dei lavoratori su Lecce con tutte le garanzie previste dall’accordo, si dovranno necessariamente ritenere realizzate le condizioni dell’accordo stesso. Bisognerà quindi attivare un tavolo per valutare l’impatto occupazionale e quindi ricercare adeguate soluzioni, ivi compresa l’assunzione in UniCredit.
Maurizio Miggiano, Segretario Generale Fisac Cgil Lecce