Una nuova tessera trova il suo posto nelle relazioni tra Abi e Fabi, Fisac, First, Uilca, Unisin, Falcri Silcea Sinfub, che ieri hanno siglato l’intesa di proroga a fine anno dell’accordo sulle libertà sindacali.
Nel testo sottoscritto si legge che «le parti con vengono che la disdetta di cui all’art. 2 dell’accordo del 25 novembre del 2015 in materia di libertà sindacali potrà essere esercitata da ciascuna delle parti firmatarie fino al 31dicembre 2018, con efficacia dal mese di gennaio 2019».
Ma, archiviata la nuova proroga, i sindacati avvertono le banche che la trattativa per il rinnovo dell’accordo che regola le relazioni sindacali nel credito va considerata slegata da quella del contratto.
A dirlo è il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni: «Se qualcuno pensa che per ottenere il rinnovo delle libertà sindacali, ci vorrà un sindacato più buono e più disponibile a rivendicazioni non importanti si sbaglia completamente, perché per noi i due temi sono slegati».
Nella To do lista dei bancari, «quello delle libertà sindacali è l’ultimo dei problemi», dice Si leoni che sposta il faro sulla «vera priorità di oggi che è il rinnovo del contratto nazionale: gli aumenti economici devono essere modulati sulla base degli importanti ritorni agli utili dei grandi gruppi, della difesa e del rilancio dell’occupazione. E della difesa della nostra area contrattuale che è la spina dorsale del contratto».
Dalla First Cisl, il segretario generale, Giulio Romani, con ferma che «la priorità è sempre stata
il contratto e la tutela dei lavoratori» . La macchina sindacale «per quanto fondamentale – continua Romani – non può essere la priorità: è il mezzo, non il fine. È prioritario però che la trattativa del contratto collettivo nazionale possa essere conosciuta, indirizzata e condivisa dai lavoratori e, quindi, è prioritario anche che sia consentito a tutti di partecipare alle assemblee». Per Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil, con la proroga della disdetta delle libertà sindacali «è quasi naturale mettere in evidenza che prima va fatto il contratto e poi le parti si occuperanno di rinnovare l’accordo sulle libertà sindacali». Un accordo che, come ricorda il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, «ha un articolato molto complesso che re gola tutte le relazioni sindacali del settore, sia a livello di gruppo che a livello nazionale. È un capitolo importante che richiederà una discussione molto articolata».
Dal 2015, l’anno della sigla dell’ultimo contratto dei bancari, il credito è stato attraverso da un profondo mutamento e da una consistente riduzione degli organici, attraverso il Fondo di solidarietà. Il bilancio di Sileoni conta «40 mila lavoratori usciti con pensionamenti e prepensionamenti volontari» che «hanno portato benefici per 3miliardi di euro alle banche.
La redditività non è un problema da addebitare ai lavoratori ma esclusivamente a quei manager che non sanno organizzare al meglio le proprie aziende». Secondo quanto emerge dai primi contatti informali tra le parti la redditività sarà un tema. Non esente da frizioni. «Rispediamo al mittente e ai rappresentati delle banche – chiosa Sileoni – il tentativo di legare gli aumenti e cono mici aduna redditività che le aziende rivendicano ancora bassa anche in confronto a quella delle banche europee».