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I loro effetti applicativi misurano le reali condizioni di salute di qualsiasi strumento di accumulazione di lungo periodo e un Fondo di Previdenza complementare negoziale lo è per definizione.
Si fondano rispettivamente sulla trasparenza (pieno e diffuso accesso alle informazioni), sull’alternanza, sul bilanciamento dei poteri (separazione tra funzioni) sulla garanzia che ciascuno possa essere legittimamente rappresentato per il tramite della propria Organizzazione da un lato e sull’esistenza di regole formali, esigibili e rispettate che garantiscano l’inclusione, favoriscano la condivisione, valorizzino il pluralismo, dall’altro.
Queste sono questioni di primaria importanza!
Lo sono perché quando esistono impediscono i “concerti”, le sclerotizzazioni nelle posizioni, i possibili abusi e azzardi evitando cosi gli effetti più perniciosi e subdoli, che nei grandi strumenti di accumulazione di lungo periodo possono dar luogo all’emersione di rilevanti problemi molto tempo dopo il momento nel quale si sono generati e con effetti non più recuperabili.
Per altro è la stessa condizione che nel 2008 ha generato l’esplosione della grande crisi finanziaria, manifestatasi inizialmente nell’insolvenza dei cosiddetti mutui “sub-prime”, le cui precondizioni risalivano a molto tempo prima.
All’opposto, dove non sono realizzate e praticate la democrazia e la partecipazione si annidano sistematici conflitti d’interesse (organizzazioni e persone che sono presenti indifferentemente e contemporaneamente in ruoli amministrativi, di controllo, di garanzia e d’indirizzo degli investimenti diretti) sempre accompagnati da opacità (soprattutto nei costi e sugli investimenti diretti) che aggravano la circostanza, dall’impossibilità di verificare l’effettività dei rendimenti dichiarati (perché in parte riferibili a fondi inspiegabilmente “schermati”), ma anche il reale valore e profilo di rischio della parte in gestione diretta (Fondi immobiliari, mobiliari e di private equity/Debt privi d’informazioni disponibili agli associati e ai delegati) e quindi il grado di solvibilità del Fondo al di là dei flussi ordinari (sulla base di previsioni di spesa inerenti la progressione della curva demografica degli associati).
Non manca mai in queste circostanze anche una pervicace resistenza all’alternanza nelle posizioni sia con riguardo alle organizzazioni, sia con riguardo alle persone (presenza nei medesimi ruoli apicali da decenni).
Queste condizioni sono facilmente rilevabili anche nel Fondo Pensione Nazionale, come ampiamente dimostrato dalle circostanze e dai numeri e sono sintomi che devono far riflettere!
E’ significativo quanto affermato dal Presidente della Covip in occasione della relazione per l’anno 2016 di cui riportiamo uno stralcio: “i bisogni di protezione sociale sono immutati e, semmai, ampliati… In questo contesto, il ruolo del sistema dei controlli assume una connotazione del tutto speciale, proprio per la grande rilevanza sociale degli interessi costituzionalmente protetti.”” Nella diversa ottica della contribuzione definita, particolare rilevanza assumono i profili di governance e di risk management dei fondi, di trasparenza nella comunicazione con i percettori di prestazioni pensionistiche e, più in generale, il profilo dei costi”. “…Per queste ragioni, la tutela di un interesse socialmente rilevante, in un contesto di progressiva affermazione del principio della contribuzione definita, assegna all’azione di vigilanza della COVIP la connotazione di “vigilanza sociale”.
Il risparmio previdenziale e la serenità per il futuro di ciascuno di noi richiedono un cambiamento!
Il voto sarà di lista e i candidati della LISTA 1 “per un Fondo Pensione Nazionale di tutti” promossa dalla First/Cisl e dalla Fisac/Cgil, se saranno eletti sono impegnati a realizzare tutti gli obiettivi enunciati nel manifesto programmatico e restituire così il Fondo agli associati.
Il comunicato in PDF – Comunicato First e Fisac -DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE