Avendo appreso del lancio dello spot Mps sui media nazionali, ci pare utile fare il punto sullo stato dell’arte, soffermandoci non tanto sull’immagine che l’azienda intende proporre all’esterno, ma sulle misure prese all’interno della Banca. Di questo abbiamo discusso in sede di incontro con il Direttore Operativo Gioitta, il quale ci ha presentato formalmente il già insediato Responsabile DTM di Torino Luca Bonomi e anticipato il prossimo avvicendamento nella funzione di Gru Dtm Novara fra Enrico Moiraghi e Isabella Mondo. A differenza di quanto asserito nello spot pubblicitario, siamo partiti dalla considerazione che la mano per restare in piedi in tutti questi anni i colleghi in molti casi se la sono data da soli, peraltro lasciando sul campo pezzi importanti di retribuzione, sotto forma di giornate di solidarietà, ma soprattutto di salario differito (accantonamenti a TFR o Fondo di Previdenza). È ormai evidente che una mano a rialzarsi non è stata loro offerta dalle dirigenze che si sono succedute negli anni; queste ultime, dopo aver intascato stipendi milionari a fronte di risultati davvero fallimentari, hanno piuttosto affossato ulteriormente l’istituto, lasciandolo in condizioni ancora peggiori rispetto a come lo avevano trovato. Tanto meno le uscite di massa, per mezzo del Fondo di Settore, e le chiusure altrettanto copiose, la cessione di pezzi pregiati come l’Aquiring, la recente migrazione dei rapporti verso Widiba, la vendita monstre degli NPL, e la contestuale Riorganizzazione del Credito, che di fatto intende affidare alle agenzie di recupero esterne anche le posizioni ad Inadempienza Probabile, ci parlano di rilancio. Piuttosto di un “dimagrimento” spinto della struttura. Cedendo all’esterno queste ultime lavorazioni, come in molti altri casi di riorganizzazione, è chiaro che esiste il rischio concreto di perdere non solo professionalità e competenze, ma anche necessità di posti di lavoro. In tema di riorganizzazioni portate avanti in modo più o meno strisciante e senza il previsto confronto con le OO.SS. denunciamo quanto segue: È inaccettabile il sostanziale smantellamento del nucleo in difetto di soluzioni organizzative che ne sopperiscano l’assenza. È profondamente sbagliata la riduzione massiva dei cassieri, uno massimo per filiale, con carichi di lavoro che diventano ingestibili a causa della richiesta ormai giornaliera di caricamenti atm sportelli evoluti, se non si ha come obiettivo quello di far saltare il servizio, piuttosto che la salute di molti colleghi. È contro le regole ed è bene fermarsi in tempo rispetto allo smantellamento in nuce del supporto operativo. Ad aggravare il quadro sono intervenute torsioni autoritarie e misure regressive imposte dall’azienda come la revoca della franchigia malattia, l’operazione intimidatoria sulle uscite, foriera della creazione di un precedente davvero pericoloso, ed a tendere l’istallazione dei tornelli, per un maggiore controllo sui dipendenti. Come se non bastasse, notiamo come i rischi operativi vengano sempre più scaricati sul singolo dipendente; da un lato a causa della normativa in certi casi bizantina, in altri labile o del tutto assente, dall’altro a causa delle indebite politiche commerciali portate avanti. Lo diciamo chiaramente: tutti gli arretramenti sin qui elencati non solo paiono in completa continuità con quelli già subiti, a partire dalla cancellazione del contratto integrativo in poi, ma rileviamo come l’azienda voglia imprimere ad essi un’ulteriore accelerazione. La situazione è grave ed è nostro dovere discuterne insieme, a partire in tempi stretti dalla convocazione di un’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori, nella quale decidere le azioni più idonee da opporre.
Torino lì 23.10.2017
la Segreteria