Nella mattinata del 12 dicembre, presso la Federazione Toscana BCC, è stato prorogato l’accordo quadro regionale fra Federazione Toscana Banche di Credito Cooperativo e FIRST/CISL, FISAC/CGIL, UILCA e FABI, già sottoscritto in data 19 luglio 2017, che permette alle singole aziende di recepire e regolamentare l’utilizzo del Congedo Parentale in modalità oraria, così come previsto dalla L. 228/2013, in modifica al D.Lgs 151/2001.
Il decreto in questione prevede, fra l’altro, che in mancanza di regolamentazione da parte della contrattazione collettiva, anche aziendale, delle modalità di fruizione del congedo parentale su base oraria, ciascun genitore possa scegliere fra la fruizione giornaliera e quella oraria.
In sintesi l’intesa sperimentale, valida fino al 15 giugno 2018, offre la possibilità alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore di usufruire del congedo parentale anche per fruizioni minime di un’ora maggiorate da eventuali incrementi di 30 minuti, all’inizio o alla fine dell’orario giornaliero individuale, o al termine della mattinata.
Le ore lavorate nell’arco della giornata non possono comunque essere inferiori alla metà dell’orario giornaliero stabilito e la durata minima del periodo di utilizzo è pari a 15 giorni, confermandone i 5 di preavviso.
Siamo certi che questo accordo consenta un migliore equilibrio fra il diritto all’essere genitori delle lavoratrici e dei lavoratori, e quello delle aziende di dotarsi di una efficiente organizzazione del lavoro, nella consapevolezza reciproca che la migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, incluso l’incentivo alla bigenitorialità, è utile ad entrambe le parti, se fatto nei dovuti modi e nel rispetto dei ruoli.
Ci auguriamo che le Banche di Credito Cooperativo, spesso ridotte all’osso in termini di organici e con sovraccarichi di funzioni, siano in grado di consentire il pieno esercizio di questo diritto e delle previsioni dell’accordo; sarebbe un vero peccato avere nella nostre mani uno strumento, interessante quanto utile e condiviso, e non poterlo utilizzare a causa di difficili condizioni di lavoro, unite all’esasperato senso di responsabilità che talvolta per le lavoratrici ed i lavoratori funge da deterrente nella richiesta dei propri diritti.
Detto ciò, vogliamo essere di stimolo per tutte le lavoratrici ed i lavoratori potenzialmente interessati alla fruizione dei congedi parentali ad ore, affinché colgano al volo questa opportunità che, oltre al miglioramento della propria vita, potrà essere utile ad assottigliare le pesanti differenze che, anche e soprattutto in Italia e più in generale nei paesi dell’area mediterranea rispetto a quelli più avanzati del centro-nord Europa, riguardano il tempo che madri e padri dedicano ai loro figli in tenera età.
Non dimentichiamoci infatti che fin dal 1992 l’Europa chiede agli Stati membri una maggiore partecipazione dei padri nella cura dei figli e la promulgazione di una legislazione “gender neutral”, con un accordo quadro che estende la durata del congedo parentale a quattro mesi per ciascun genitore.
Con questo accordo è stato fatto un piccolo passo, ma è evidente che tanto altro ancora c’è da fare.