Fisac CGIL Lodi – CGIL Lodi – Fisac CGIL Lombardia
Ad oltre un anno dalla fusione fra ex BPM ed ex Banco Popolare, il Banco BPM attende ancora di conoscere confini e contenuti della sua identità (ad oggi mancano ancora l’organigramma e il funzionigramma della Banca…).
La forte attrattiva di Milano, insieme alla nuova forma societaria – non più Cooperativa ma Spa -, rischia di annichilire ogni valore che in passato era conservato nei principali poli dell’ex gruppo Banco Popolare (Bergamo, Lodi, Modena, Novara e Verona).
Nel Lodigiano il Banco rappresenta un importante soggetto economico, sia per le relazioni bancarie con le aziende presenti, sia per il peso occupazionale che occupa in un territorio perennemente in ansia sotto questo aspetto.
In questi mesi abbiamo assistito ad uno stillicidio di posizioni e lavoratori che, piano piano, si riducono, soprattutto nel complesso ex Bpl City, senza che le richieste del sindacato all’azienda sulle sue prospettive abbiano sortito previsioni di sorta.
Infatti, mentre la rete degli sportelli resiste, grazie alle poche compresenze con quelli della Banca Popolare di Milano, stiamo assistendo al progressivo svuotamento del complesso direzionale, sia per le uscite dovute a pensionamenti e Fondi di solidarietà, sia per i trasferimenti individuali solo verso Milano, il tutto non non riequilibrato da nuovi arrivi su Lodi.
La Fisac-CGIL di Lodi e gli organi di Coordinamento della Fisac-CGIL all’interno del Gruppo BancoBPM hanno più volte espresso preoccupazione rispetto a questi processi in essere, e ciò per una serie di motivazioni che vanno dalla garanzia dei livelli dell’occupazione nel territorio di riferimento, alle potenziali ricadute economiche e sociali che tali azioni possono avere, alla qualità della vita dei
lavoratori coinvolti e, non ultimo, alle importanti professionalità presenti che rischiano di non trovare più spazi soddisfacenti e adeguati per contribuire allo sviluppo della nuova Banca.
Raccogliamo giornalmente manifestazioni del malessere dei lavoratori, acuite da una sostanziale assenza di comunicazioni rispetto alla programmazione del futuro del Polo lodigiano.
Noi riteniamo che oggi, alle soglie del 2018, non ci siano impedimenti nel pensare e proporre soluzioni che possano contemperare il benessere dei lavoratori, le esigenze dell’azienda e lo sviluppo del territorio.
Infatti, le attuali tecnologie (e, nel caso di Lodi, anche la vicinanza a Milano) consentirebbero di attribuire ad un Polo delle funzioni compiute e qualificate a beneficio di tutto il gruppo, senza particolare aggravio di costi; tuttavia, per non disperdere il patrimonio professionale, è necessario che non restino solo presidi marginali, senza prospettive di sviluppo, ma che ogni polo abbia una vocazione specifica nei vari ambiti, tale da qualificarlo come eccellenza e fonte di valore.
Bpl City a Lodi dispone di ottima logistica, (parcheggi e stazione ferroviaria vicina, collegamenti con Milano ogni 30 minuti circa, anche meno nelle ore di punta), ampi spazi e preziose competenze da utilizzare, in aggiunta alla “mission” di Polo per la Formazione: ci riferiamo a quelle informatiche e di gestione immobiliare, senza dimenticare l’attività in bonifici e pagamenti o la gestione del credito, ordinario e problematico, per la quale Lodi potrebbe diventare polo di recupero per tutto il gruppo.
In un tale progetto non ravvisiamo alcuna contraddizione con le richieste della BCE di unicità di direzione: le responsabilità superiori devono restare certe e ben localizzate ma, al giorno d’oggi, non è impossibile o impensabile gestire strutture complesse articolate su territori diversi.
Le Istituzioni locali e le espressioni dei vari territori in seno al Consiglio di Amministrazione del Banco – anche a tutela dell’indotto economico – hanno il dovere di aprire una profonda e seria riflessione al riguardo, nell’interesse del territorio, dei lavoratori e della banca stessa.