Coordinamento Sindacale Unitario di Gruppo BPER
FUSIONE NUOVA CARIFE IN BPER: TRATTATIVA IN STALLO
La trattativa sulle ricadute sociali della fusione di Nuova Carife in Bper attraversa una fase aspra. La ragione vera di questo inasprimento non risiede esclusivamente nella distanza tra le posizioni, che appare ancora ampia, ma che rientra nella fisiologia dei tavoli negoziali.
La ragione profonda risiede nella progressiva e sempre più manifesta indisponibilità aziendale a dare riscontro alle richieste sindacali.
Chiamare a propria discolpa un oggettivo cambiamento del contesto e dei tempi non giustifica l’essere sordi ai segnali di malessere che le aziende del gruppo rappresentano, per voce dei loro rappresentanti sindacali, e di cui anche le trattative Footprint e pendolarismo pagano il pesantissimo scotto.
Nel caso Carife, poi, la Bper ha assunto, tra l’altro in costanza di trattativa, una serie di decisioni che stridono con l’immagine proiettata all’esterno di banca “vicina oltre le attese” e attenta ai bisogni. Si trasferiscono i lavoratori titolari di diritti tutelati per legge, infatti;
- non si riconosce il diritto, in assenza di preventivo consenso, all’inamovibilità, dei colleghi disabili in situazione di gravità protetti dalla legge 104 art. 3 comma 3 e dei lavoratori che devono assistere familiari ai sensi della legge 104 art. 33 comma 5 e 6, i quali, anziché essere destinati ad una sede di lavoro più vicina alla residenza della persona da assistere, vengono allontanati anche a centinaia di km;
- si trasferiscono senza consenso lavoratori il cui consenso è obbligatorio ai sensi del contratto nazionale;
- si trasferiscono rappresentanti sindacali aziendali senza il nulla osta delle associazioni di appartenenza.
A fronte di un’apparente disponibilità all’ascolto, l’azienda sposta, trasferisce, dispone senza alcun vincolo, considerando le norme imperative come un elemento cui tendere, forse, in futuro, anziché considerarle per quello che sono: elementi necessari imposti dalla legge per limitare la discrezionalità aziendale.
È un atteggiamento che sembra sottintendere una concezione del lavoro come pura merce, dei lavoratori come meri prestatori d’opera, i cui diritti sono una variabile dipendente dalle decisioni organizzative.
Alcune affermazioni aziendali che evocano il “salvataggio di posti di lavoro” , come giustificazione per la forzatura delle norme, lasciano in bocca uno sgradevole sapore.
I lavoratori di ex Nuova Carife, ora Bper, hanno già pagato un prezzo salatissimo per contribuire a salvare un’azienda che altri hanno dissestato, e non possono pagare per sempre.
Ora meritano, e pretendiamo per loro, il rispetto dovuto a tutti gli altri lavoratori.
Modena, 27 novembre 2017
Le Segreterie di Coordinamento Gruppo BPER
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UGL – UIL CA – UNI.SIN