INAIL e RLS: il passato, il presente, le prospettive (parte 2)

Nel primo intervento della terza sessione Benedetta Persechino (Dimeila INAL) ha illustrato il programma Insula, un sistema di indagine conoscitiva sulle figure della prevenzione.

Tale programma nasce nel 2010, in uno scenario europeo che presentava lacune riguardo le condizioni lavorative.

I punti chiave di tale programma sono:

– percezione di salute e sicurezza;

– sistemi di rilevazione ed indagini su tale percezione, da cui possono emergere indicazioni utili;

– situazione italiana.

Insula cerca di rispondere a questi quesiti attraverso un sondaggiosu base nazionale composto da quasi 12.000 attori di cui 8.000 lavoratori, 818 RLS, 1.000 datori di lavoro, 1237 medici competenti e 1585 operatori ASL. Dai risultati è risultato che, seppur si avverta la necessità di ampliare il campione, la maggior parte degli RLS ha un buon rapporto di collaborazione con i lavoratori, mentre la relazione coi datori di lavoro risulta deficitaria. Ne consegue che, affinché il sistema della sicurezza funzioni, è necessario che due tra i principali attori, imparino a collaborare.
Nel secondo intervento della terza sessione Giuliana Buresti (Dimeila INAL) ha sostenuto che Insula può essere considerata come prima esperienza di analisi di tutte le figure – in particolare quella degli RLS – realizzata con un questionario via web.
Avendo notato un certo disequilibrio del campione, in quanto gli 818 RLS erano presenti esclusivamente nelle Marche, Toscana ed Emilia, lo studio è stato ampliato con “Impact RLS Bric 2015”: tale studio è durato da gennaio a Dicembre 2016 ed è stato realizzato su un campione di 2200 RLS.
Le domande vertevano sulle condizioni di lavoro, sull’ambiente di lavoro e sulla percezione del rischio. A questo proposito, è stato rilevato che il rischio a cui il campione si sente maggiormente esposto è quello relativo allo stress da lavoro correlato, seguito da quello biomeccanico e da quelli ergonomico, chimico ed incendi.
Di seguito, sempre in questa stessa sessione, Raffaella Cagliano e Paolo Trucco del Politecnico di Milano assieme con Daniele Di Nunzio della Fondazione Di Vittorio hanno analizzato più compiutamente i dati ottenuti dalla ricerca IMPACT -RLS, ovvero “Indagine sui modelli partecipativi aziendali e territoriali per la salute e sicurezza sul lavoro”.

La ricerca è stata finanziata da Inail, all’interno del bando di finanziamento BRIC 2015, e affidata al Politecnico di Milano, insieme alla Fondazione Di Vittorio, Università di Perugia e coinvolgimento di CGIL,CISL e UIL,

Lo studio ha cercato di analizzare il grado di coinvolgimento dei RLS nelle problematiche di salute e sicurezza, la rilevanza di fattori contingenti (specificità di settore, territorio di azione, aziende, modelli organizzativi, ecc.), criticità durante svolgimento del ruolo.

Il campione analizzato è stato di 2352 RLS e 133 RLST e 10 RSPP, suddivisi tra settore pubblico e privato, per dimensioni aziendali (23% opera in aziende con più di 500 addetti, mentre il 68% dei RLST opera in aziende con meno di 5 lavoratori) e territoriali,

Il campione inoltre era differenziato per settore merceologico (44 % Servizi, 37% industria, 13 % Pubblica Amministrazione e Settore Pubblico, 7% altri).

Anagraficamente è stato appurato che 82% dei RLS sono maschi, in quasi totalità di nazionalità italiana, età media 48 anni, titolo di studio prevalente è la licenza di scuola media superiore. In media svolge attività di rappresentanza da almeno 6 anni.

Il 72% dei RLS ha facile accesso ai DVR (ma preoccupa che il 4% dichiara di non avere accesso !!!); di questi il 33 % ritiene il DVR insufficiente, il 25 di difficile lettura, il 16% contenente verifica di tutti i rischi presenti in azienda.

Il 93% dei RLS hanno ricevuto la formazione normativa, ma la maggior parte dichiara che temi rilevanti non vengono affrontati a sufficienza: tecniche di coinvolgimento dei Lavoratori, lettura del DVR, Stress lavoro-correlato e chiedono aumentare la formazione sui Sistemi di standardizzazione delle misure e valutazione dei questionari e su analisi dei Rischi Psicosociali.

Successivamente sono stati illustrati le modalità di relazione dei RLS con le altre figure della prevenzione.

Gli RLS indagati hanno un efficace e positivo rapporto di collaborazione coi Lavoratori, le rappresentanze sindacali e il RSPP e i SPP; la relazione diventa non soddisfacente coi Preposti e Dirigenti, assolutamente deficitaria con gli organismi territoriali.

Le analisi hanno evidenziato quindi modelli partecipativi qualitativamente differenti a seconda livelli di maturità raggiunti dai SGSSL(sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro) e dai RLS secondo il seguente schema:

– Modello BLOCCATO, si genera in quando coesistono un Sgssl burocratico, poco reattivo e maturo e un RLS poco formato e propositivo;

– Modello DIVERGENTE, si genera quando coesistono un Sgssl burocratico, poco reattivo e maturo e un RLS formato e propositivo e frustrato nelle sue potenzialità;

– Modello INCOMPLETO, si genera quando coesistono un Sgssl proattivo e attento e un RLS marginale e isolato;

– Modello VIRTUOSO, si genera quando coesistono un Sgssl proattivo e attento e un RLS partecipe, propositivo e formato.

Da questi dati deriva che nei modelli partecipativi con un SGSSL maturo in cui il RLS è protagonista è aumentato il livello di prestazioni raggiunte in termini di sicurezza, salute e prevenzione dei rischi.

Complessivamente emerge un quadro dicotomico in cui abbiamo un 44% di modelli bloccati e un 33% di modelli virtuosi. Nonostante ciò anche nei modelli “Virtuosi” si riscontrano deficit formativi e partecipativi. Inoltre è più frequente trovare modelli virtuosi o incompleti nelle grandi aziende, mentre nelle P.A. è prevalente il modello bloccato.

L’indagine sui RLST ha evidenziato sostanzialmente caratteristiche in comune con i RLS, in cui però l’operare in realtà di minime dimensioni determina situazioni più critiche sull’individuazione e gestione dei rischi.

L’indagine sui RSPP avvalora importanza della figura, soprattutto quando opera in realtà complesse e di grandi dimensioni.

Le conclusioni della ricerca vedono ancora a quasi 10 anni dall’emanazione del decreto legislativo 81/2008 la permanente difficoltà del RLS di assumere un ruolo attivo, partecipativo e protagonista nella gestione condivisa della salute e sicurezza sul lavoro. Tale figura è ancora oggi ostacolato nelle sue potenzialità da Sgssl immaturi, che contravvengono ai diritti informativi, consultivi e partecipativi, ma laddove si riconoscono i contributi essenziali e specifici alla prevenzione nell’ambito di un sgssl maturo i risultati in termini concreti di salvaguardia della salute e di risparmio economico sono evidenti.

Hanno concluso la terza sessione del Convegno i riferimenti sindacali Confederali in Salute e Sicurezza sul Lavoro.

Sebastiano Calleri(CGIL) ha rilevato la necessità di investire sulla Rappresentanza dei Lavoratori per la Sicurezza per implementare non solo la salute e la sicurezza sul Lavoro, ma anche la produttività aziendale. Inoltre, a suo avviso, diventa cogente allargare future indagini anche a realtà aziendali emergenti e nuove forme lavorative (smart working, ecc.) e invita il “Nuovo Inail” (come è stato definito e auspicato dal presidente del CIV Inail, Rampi) ad ampliare la ricerca anche sulle conseguenze ambientali e le ricadute negative sul territorio delle produzioni pericolose non solo per il lavoratore, ma anche per il cittadino.

Frascheri (CISL) e Lupi (UIL) hanno ringraziato Inail per aver permesso tale indagine unitaria e sperano in future e proficue collaborazioni.

La quarta e ultima sessione è stata strutturata in un primo intervento in web conference, la presentazione della piattaforma digitale Picasso e la tavola rotonda finale con intervento delle parti sociali.

 

William Cockburn (Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro- Euosha) ha illustrato i risultati della ricercaeuropea “Esener 2” sul ruolo delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza nell’Unione Europea, cui rimanda al sito dedicato (www.esener.eu).

Il dato maggiormente significativo è che l’Italia ha il numero maggiore di RLS in Europa, ma con la differenza che vede un numero molto elevato e organizzato nelle imprese di grandi dimensioni e insufficiente in quelle di piccole e medie dimensioni. Inoltre per Esener diventa fondamentale per i RLS attivare processi informativi e formativi di “knowledge” che permettano anche autoformazione degli stessi.

Diana Gagliardi (Dimeila, Inail), Michele Marchesi (Università di Cagliari) e Angelo Delogu (Università di Perugia) hanno illustrato la nuova piattaforma Inail, Picasso, che permetterà accesso a dati e informazioni utili per i RLS nella loro attività.

Questa esigenza nasce anche dai risultati di Insula in cui è stato evidenziato che i RLS trovano informazioni prevalentemente da Interpelli, Atti giudiziari, Sentenze Cassazione, riviste scientifiche, residuali sono le fonti come web, siti delle oo.ss., newsletter, focus, ecc.

La tavola rotonda finale cui hanno partecipato Nicoletta Cornaggia (Coordinamento tecnico interregionale), Romolo De Camillis (Ministero del Lavoro), Giuseppe Farina (Cisl), Riccardo Giovani (Confartigianato), Sergio Iavicoli (Direttore del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientaledell’INAIL), FrancoMartini (Segretario Confederale Cgil), Fabio Pontrandolfi (Confindustria), Silvana Roseto (Uil).

 

Photo by Sinistra Ecologia Libertà

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