Bruxelles: incontro biennale tra UNI Europa Finance e la DG FISMA

Il 27 giugno si è tenuto a Bruxelles l’incontro biennale tra UNI Europa Finance e la DG FISMA (la direzione della Commissione EU che si occupa di Stabilità Finanziaria, Servizi Finanziari e Capital Market Union).

Lo scopo di questi incontri è di ricevere informazioni dalla Commissione EU sullo stato della legislazione europea (modifiche, implementazioni, proposte) in tema di finanza per poterne influenzare il contenuto in qualità di rappresentanti dei lavoratori del settore.
In questi meeting incontriamo staff della commissione che è incaricata di considerare il nostro punto di vista nel proprio lavoro; possiamo dare il nostro contributo e condividere approfonditamente le conoscenze sul settore, sul lavoro e sull’impatto sociale delle scelte possibili.

Difficile da riassumere in poche righe una discussione durata un giorno intero, con tempi europei strettissimi. Provo a dare una visione complessiva, con il piacere di approfondire con chi vorrà farlo.

In questo specifico incontro viene fatto il punto sullo stato della riforma della direttiva MIFID II, le cui modifiche saranno operative nel 2018.

Si prosegue con una discussione molto partecipata su come la FinTech sta influenzando il settore con le conseguenze possibili sul livello di impiego e sulla qualità del lavoro,partendo dalla considerazione che la finanza è tradizionalmente in prima linea nello sviluppo tecnologico. Non è quindi una sorpresa che il passo crescente nella digitalizzazione è particolarmente forte in finanza. Il cambiamento arriva in tante forme diverse, sia a livello di aziende che di servizi prodotti, con l’automazione di compiti ed intere posizioni eliminate dalle soluzioni digitali. Ma c’è molto di più con l’entrata poderosa di compagnie Fintech e delle GAFA (Google, Aplle, Facebook, Amazon) . Se da un lato è improbabile che Fintech possa rimpiazzare la maggior parte dei player attuali, dall’altro è evidente come il cambiamento non sarà a vantaggio dei lavoratori del settore. Nella riunione scorsa abbiamo già affrontato approfonditamente l’argomento ed UEF ritiene positivo l’ulteriore impegno conoscitivo e propositivo da parte della Commissione. Inoltre, la consultazione pubblica su Fintech, a cui ha partecipato anche UEF, porterà ulteriori contributi da ridiscutere. Le richieste insistono sulla necessità di un’adeguata informazione e consultazione prima di scelte che abbiano impatto sui lavoratori; sul bisogno di contrattare e definire una formazione appropriata sia per la tecnologia da utilizzare, che per un eventuale cambio di lavoro. Ed infine, e per nulla secondario, la richiesta è che le Fintech siano sottoposte alla stessa regolamentazione delle aziende tradizionali, imponendo un livello di trasparenza massimo.

Si prosegue con l’informazione sullo stato dello Schema Europeo di assicurazione dei Depositi e che avrà il compito di rafforzare la garanzia sui depositi inferiori a 100.000 EUR. La Deposit Guaratntee Scheme Directive (DGSD) è uno degli elementi chiave della cosiddetta Bankin Union (L’unione bancaria è un sistema di vigilanza e di risoluzione nel settore bancario a livello dell’UE, il cui scopo è garantire la solidità delle banche e la loro capacità di superare in futuro eventuali crisi finanziarie. E’ strutturata su tre elementi costitutivi: Il codice unico europeo; Il meccanismo di vigilanza unico; Il meccanismo di risoluzione unico). Quello che dovrebbe essere uno dei pilastri dell’unione bancaria e che sarebbe dovuto essere istituito nel 2016, ha subito uno stop politico e non ha ancora ripreso il suo iter.

Nel pomeriggio si riapre l’incontro con l’informativa sullo stato delle modifiche delle due direttive inerenti il settore assicurativo: Solvency II (una direttiva dell’Unione europea che ha lo scopo di estendere la normativa di Basilea II al settore assicurativo) e IDD (Insurance Distribution Directive sulla regolamentazione degli intermediari assicurativi). Se da una parte si ritiene positivo il rafforzamento patrimoniale delle compagnie assicurative, UEF chiede che ogni implementazione non sia resa operativa con un impatto negativo sul lavoro del settore. Per ciò che riguarda la definizione degli intermediari è un buon segnale la loro definizione chiara, includendo nella legislazione anche i siti web. Inoltre, pur ritenendo positivo la trasparenza nei modelli remunerativi, manca la stessa per gli importi degli stessi.

Infine, una discussione generale sulla necessità di un cambio di visione complessivo in tutte le parti istituzionali e regolatorie dell’Unione Europea: lo short-termism ha già mostrato tutta la propria rischiosità e l’enorme portato di ingiustizia sociale e di conseguenze negative sula stabilità economica e finanziaria; con una sottolineatura dell’importanza della contrattazione collettiva come elemento di stabilità ed equità nel lungo periodo ed il bisogno di estendere i diritti sostanziali, a partire da quelli sinadacali, in tutti gli stati dell’Unione.

Per il Dipartimento Internazionale

Anna Maria Romano

 

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