Dip. Giuridico: Decreto Legge 99/2017 del 25 giugno 2017

“Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza S.p.A e di Veneto Banca S.p.A.”

Dopo lunga ed estenuante attesa si è chiuso nella serata di ieri il “ciclo vitale” delle due banche venete – Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza – che versavano secondo la dichiarazione dell’autorità di vigilanza della BCE del 23 giugno 2017  in una condizione definita “failing o likely to fail ”.

Il SRB – l’autorità europea responsabile delle decisioni in materia di risoluzione bancaria ha deliberato non sussistenti tutti i requisiti per una risoluzione.

Si è dunque dato corso alla procedura di liquidazione coatta amministrativa,  una procedura concorsuale prevista dal nostro ordinamento interno, che si caratterizza per specifiche finalità liquidative e ha un ambito di applicazione circoscritto a determinati soggetti normativamente individuati .

La liquidazione coatta amministrativa, è bene precisarlo trattandosi di una nota esegetica, differisce dal fallimento caratterizzandosi per una specifica finalità pubblicistica proprio perché tutela prima che l’interesse dei creditori l’interesse in se, l’interesse pubblico collegato alla natura o all’attività d’impresa. (Fonti giuridiche:  Legge Fallimentare 1942 /Dlgs 5/2006 e Dlgs 169/2007).

A tal proposito, per rendere ancora più chiaro il concetto e al fine di disciplinare i rapporti tra fallimento e liquidazione coatta amministrativa, nel caso in cui un impresa fosse soggetta ad entrambe le procedure, l’art. 196 L.F. si è preoccupato di regolare il concorso tra le stesse, stabilendo che “la dichiarazione di fallimento preclude la liquidazione coatta amministrativa e il provvedimento di liquidazione coatta amministrativa preclude la dichiarazione di fallimento”.

Ecco per le due banche  venete la liquidazione coatta amministrativa è stata l’unica e sola via percorribile.

La dichiarazione di fallimento avrebbe infatti  innescato il meccanismo previsto dal Bail in con tutte le dannose conseguenze sul sistema economico, creditizio e occupazionale.

Con tale meccanismo si è  dunque riusciti a scongiurare l’ attivazione della procedura di bail in favore di quella potremmo dire più  cooperativa del burden sharing ex 132 della direttiva europea BRRD ( Bank Recovery an Resolution Directive). ( cfr nota dipartimento giuridico del 11 maggio 2017 http://www.fisac-cgil.it/63132/dip-giuridico-bail-in-lo-stato-dellarte )

In questo caso si è arrivati alla protezione  totale dei correntisti e obbligazionisti senior. “In tale ambito il gap dell’20 %  come previsto dalla normativa europea sarà colmato da Intesa Sanpaolo  per assicurare il 100% del valore dei titoli coinvolti.

( “il predetto fondo è alimentato ex 856 dal Fondo interbancario  e da risorse messe a disposizione da soggetti privati” in questo caso il gap del 20% coperto da ISP si quantifica in  60 mln .)

Sia ben chiaro, la procedura attuata non configura aiuto di Stato essendo classificato l’intervento pubblico come un aiuto compatibile con il mercato interno secondo art 107 par 3 lett b T F UE per evitare grave turbamento all’economia.

L’importo complessivo delle risorse mobilitate è  di 17 miliardi –di cui di esborso immediato 5,2, miliardi.

Le cifre non impattano sui saldi di finanza pubblica, perché sono già incorporate nel cosiddetto decreto salva-banche.

( Legge 15 del febbraio 2017)

Nel dettaglio 4,785 miliardi servono per adeguare “i ratios patrimoniali di intesa” legati all’acquisizione delle good bank delle due venete e per affrontare i processi di ristrutturazione”.

Gli oneri di ristrutturazione sono legati anche agli esuberi, e potrebbero valere circa 1,285 miliardi.

A questi, si aggiungono “400 milioni di garanzie per coprire i rischi legati dalla due diligence che sarà condotta da Intesa”.

Oltre ai 5 miliardi erogati immediatamente a favore di Intesa Sanpaolo, lo Stato è disponibile a impiegare ipoteticamente per l’operazione un “ammontare complessivo massimo che più o meno è di 12 miliardi aggiuntivi”. – garanzie –

In particolare, “fino a un ammontare massimo di 6 miliardi e 300 milioni” di possibili risorse aggiuntive riguardano crediti in bonis che potrebbero risultare deteriorati a seguito della due diligence che sarà svolta sulle venete.

Un’altra voce riguarda “crediti fino a 4 miliardi che sono ad alto rischio, ma in bonis.

Essendo ad alto rischio è possibile che ci siano delle evoluzioni che peggiorino la qualità di questi crediti, questo ovviamente sempre sempre in linea teorica.

Il Tesoro “si aspetta di coprire in toto l’esborso di 5 miliardi” a favore di Intesa Sanpaolo con una valorizzazione “nel medio termine” degli Npl che confuiranno nella ‘bad bank’.” ( Padoan)

ANALISI  DECRETO

Il decreto legge 99 /2017  è  stato siglato dal Presidente della Repubblica nella serata di ieri ed è già disponibile sulla Gazzetta Ufficiale. ( www.gazzettaufficiale.it)

Il provvedimento si presenta asciutto, 9 articoli a disciplina complessiva dell operazione di cui analizziamo i punti centrali per il settore.

  Art 3 CESSIONI

Si avrà  uno spacchettamento tra good bank e  bad bank – che include  passività di cui art 52 c 1 dl 16 -11-2015 n 180 – ( dissesto bancario ) / debiti vs azionisti e obbligazionisti subordinati – controversie successive alla cessione e relative passività  con efficiacia verso terzi senza che siano necessari altri adempimenti di pubblicità  notizia o dichiarativa.

Il Perimetro della costituenda Bad Bank  comprenderà i 8,9 mld si sofferenze lorde cui si aggiungono gli 5,6 mld di inadempienze probabili migranti in sofferenze e 2,8 mld di inadempienze probabili migranti verso il “bonis” oltre  238 mln di crediti scaduti, per un totale di circa 18 mld di NPL  che vengo estrapolati dal sistema creditizio del Paese.

ART 4 INTERVENTI DELLO STATO 

Lo stato interverrà rilasciando garanzie nei confronti di ISP secondo il il fabbisogno generato dall’operazione

  • Garanzia per 5,351 mld immediati elevabile a 6351 secondo i dati che emergeranno dalla due diligence- questo dato emerge dalla valutazione dello sbilancio di cessione e trova realizzo dall’attivo posto  in liquidazione

Cui si aggiunge la mobilizzazione di :

  • Garanzia per obblighi di riacquisto dei crediti retrocedibili per 4 mld
  • Supporto al cessionario per 3.5 mld relativi ad assorbimento patrimoniale del cessionario connesso alle attività a rischio acquisite
  • Per obblighi e impegni derivanti da dichiarazioni e garanzie  max 1,5 mld + ulteriori 491 mln
  • Misure di ristrutturazione aziendale 1.285 mld , leggiamo gestione degli esuberi secondo i dettami previsti del fondo volontario  oggi previsto dalla legge di stabilità per un massimo di 7 anni.

In  questo caso  – le spese sostenute dal cessionario nell’ambito delle misure di ristrutturazione aziendale sovvenzionate con i contributi di cui all art 4 comma 1 lettera d -per l’appunto max 1.285 mld – sono deducibili dal reddito complessivo ai fini delle imposte sul reddito e dal valore della produzione netta ai fini del risparmio irap.

(50 mln circa)

Ci soffermiamo su questo punto con particolare attenzione:

“Non si tratta di un esborso effettivo dello Stato, ma di risorse mobilizzate  così come ha precisato il Ministro dell’Economia.

L’esborso effettivo immediato  è di 5 miliardi – (secondo Padoan Recuperabili dalla vendita dei crediti deteriorati) già  peraltro finanziati dal debito aggiuntivo di 20 mld previsti dal  decreto “salva risparmio” del 23.12.2016 a tutela del Monte dei Paschi.

Di questi 5 mld , 4.78 serviranno, lo ripetiamo , a rendere neutrale l’operazione sui ratios di ISP e i 400 mln di “differenza” saranno utilizzati per finanziare garanzie potenziali su rischi futuri – quali ad esempio nuove perdite sui crediti problematici dei due istituti–  fino a 12 mld.

Totale 17 mld ca.

Art 6 MISURE DI RISTORO

Fino 100 mila euro ex art 1 legge 28.12.2915 n 208 comma 855  con indennizzo forfettario  su istanza.

( –  E’ istituito il Fondo di solidarieta’ per l’erogazione di prestazioni in favore degli investitori che alla data di entrata in vigore del decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183, detenevano strumenti finanziari subordinati emessi dalla Banca delle Marche Spa, dalla Banca popolare dell’Etruria e del Lazio – Societa’ cooperativa, dalla Cassa di risparmio di Ferrara Spa e dalla Cassa di risparmio della provincia di Chieti Spa. L’accesso alle prestazioni e’ riservato agli investitori che siano persone fisiche, imprenditori individuali, nonche’ imprenditori agricoli o coltivatori diretti. )

Art 5 CREDITI DETERIORATI

Detti crediti saranno ceduta alla SGA che può costituire anche società ad hoc.

TECNICAMENTE SI AVRA’ SECONDO L’ART 7 UNA CESSIONE DI RAMO DAZIENDA

La misura in atto, assicura la prosecuzione delle attività  per i colleghi con soluzione di continuità e si è riusciti ad evitare la destabilizzazione del sistema finanziario e occupazionale come sistema paese.

L’autorità alla concorrenza UE Margrethe Vestager,  ha commentato positivamente l’ operazione che “consente all Italia di prendere  misure positive  che facilitino la liquidazione delle due banche, con esclusione dal sistema Paese di 18 mld di Npl. “.

Si apre adesso la delicata partita della gestione occupazionale dell operazione sulla quale dai prossimi giorni seguiranno aggiornamenti.

Nella mattinata odierna sono stai nominati da Banca d’Italia i commissari per la liquidazione dei due istituti.

Per Popolare di Vicenza sono stati incaricati Claudio Ferrario, Fabrizio Viola (ex ad di banca Popolare di Vicenza) e Giustino Di Cecco.

Per Veneto Banca abbiamo invece  Alessandro Leproux e Giuliana Scognamiglio oltre allo stesso Fabrizio Viola.

VOLUMI DELL’ASSET RILEVATO 

Fonte Comunicato stampa ISP  26/06/2017

PERIMETRO D’ACQUISTO:

  • Banca Popolare di Vicenza
  • Veneto Banca
  • Partecipazioni in:  Banca Apulia Spa/ Banca Nuova Spa/ SEC Servizi Spa/ Servizi Bancari  S.c.p.a

CREDITI IN BONIS

  • 26.1 mld non ad alto rischio
  • 4 mld crediti ad alto rischio con diritto di retrocessione
  • 8,9 mld attività finanziarie
  • 1,9 mld attività fiscali
  • 25,8 mld debiti vs clientela
  • 11,8 mld obbligazioni senior
  • 23mld Raccolta indiretta di cui 10,4 mld  gestito

SPORTELLI

  • 900 in Italia e 60 all’estero

DIPENDENTI

  • 9960 in Italia e 880 all’estero.

 

L’operazione ha così generato, sempre secondo la dichiarazione odierna del CEO , esigenze di razionalizzazione per 600 sportelli e 3900 persone “del Gruppo risultante dall’acquisizione”.

Clicca qui per consultare la Dichiarazione  della Commissione Europea – Traduzione: Traduzione – Dichiarazione CE.docx

Avv. Francesca Carnoso – Responsabile Dipartimento Giuridico Fisac Cgil Nazionale

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