Antiriciclaggio: controlli valutari Guardia di Finanza

Con la Direttiva del 23 marzo 2017, il Comando Generale della Guardia di Finanza ha diramato le indicazioni operative sugli sviluppi investigativi che i Reparti del Corpo devono porre in  essere e conseguenti ai sequestri di valuta transfrontalieri.

Questo perché dai controlli di valuta alle Frontiere partono le indicazioni operative per l’individuazione di più gravi fenomeni illeciti come l’evasione fiscale od il riciclaggio di denaro sporco.

Le linee guida della Direttiva richiamano l’attenzione delle Fiamme Gialle sull’importanza dei controlli nell’azione di ricerca dei flussi finanziari movimentati da/verso l’estero. Tali flussi, infatti, potrebbero avere scopi di riciclaggio di proventi che derivano da attività illecite.

Il Comando Generale ha così ritenuto necessario adeguare le procedure operative, diversificandole in relazione al contesto in cui avviene la scoperta del denaro non dichiarato.

A questo scopo, non è sufficiente circoscrivere le attività istruttorie alla semplice contestazione delle infrazioni amministrative, perché nell’ipotesi in cui ricorrano circostanze sintomatiche di illeciti di natura penale, servono immediati riscontro dei fatti.

A titolo d’esempio degli elementi più significati, nella Direttiva sono riportati: a) il trasferimento di somme attraverso l’occultamento delle stesse cioè tramite il cosiddetto taglio di valute; b) eventuali precedenti di polizia a carico dei soggetti fermati o l’esistenza di indagini in corso; c) un comportamento poco collaborativo in sede di controllo; d) una capacità reddituale non coerente con gli importi rinvenuti.

Dovranno essere, innanzitutto, rilevati elementi, dati ed informazioni utili per risalire a casi di riciclaggio o di traffici fraudolenti, connessi ai trasferimenti di capitale da/verso l’estero. In ogni caso, poi, dovranno essere adeguatamente approfonditi gli aspetti economico-finanziari di natura fiscale.

Nel Documento è suggerito ai Verificatori di svolgere ogni necessario approfondimento, anche finalizzato al sequestro preventivo del denaro. Il provvedimento dovrà essere adeguatamente motivato ed, eventualmente, supportato da un parere preventivo richiesto all’Autorità giudiziaria territorialmente competente.

La Direttiva ribadisce il ruolo di polizia economico-finanziaria svolto dalla Guardia di Finanza nel contrasto ai reati più gravi. E’ ovvio che un adeguato contrasto ai maggiori fenomeni delittuosi comporta gli approfondimenti dei relativi risvolti economici, spesso indispensabili per perpetrare queste violazioni.

Nasce, quindi, la necessità rilevata dal Comando Generale della Gdf, che un tentativo di esportazione/importazione di valuta venga adeguatamente  investigato perché la mera violazione amministrativa potrebbe, in realtà, nascondere una ben più grave illecito.

Photo by ChodHound

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