Dip. Giuridico: Educazione Finanziaria, nota a art. 24Bis legge 15/2017

«Art. 24-bis. – (Disposizioni generali concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale) –

 1. Le  disposizioni  del presente articolo prevedono misure ed interventi intesi a  sviluppare l’educazione  finanziaria,   assicurativa   e   previdenziale.   Tali disposizioni assicurano l’efficacia, l’efficienza e la sistematicita’ delle azioni dei soggetti pubblici e privati in  tema  di  educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale e riconoscono  l’importanza dell’educazione  finanziaria  quale  strumento  per  la  tutela   del consumatore e per un utilizzo piu’ consapevole degli strumenti e  dei servizi finanziari offerti dal mercato.      

  2. In conformità con la definizione dell’Organizzazione per la cooperazione  e  lo  sviluppo  economico   (OCSE),   per   educazione finanziaria, assicurativa  e  previdenziale,  ai  fini  del  presente articolo, si intende il  processo  attraverso  il  quale  le  persone migliorano la  loro  comprensione  degli  strumenti  e  dei  prodotti finanziari e sviluppano le competenze  necessarie  ad  acquisire  una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità finanziarie.     

   3. Il Ministero dell’economia e delle finanze, d’intesa con  il Ministero dell’istruzione, dell’università della ricerca,  adotta, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione  vigente,  entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge  di  conversione del presente decreto, il programma per una “Strategia  nazionale  per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale”. La Strategia nazionale si conforma ai seguenti principi:         

a) organizzare  in  modo  sistematico  il  coordinamento  dei soggetti pubblici e, eventualmente su base volontaria,  dei  soggetti privati già attivi nella  materia,  ovvero  di  quelli  che  saranno attivati dal programma, garantendo che gli interventi siano  continui nel tempo, promuovendo lo scambio di informazioni tra i soggetti e la diffusione delle relative esperienze, competenze e buone pratiche,  e definendo  le  modalità  con  cui  le   iniziative   di   educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale possano entrare in sinergia e  collegarsi  con  le  attività  proprie  del   sistema   nazionale dell’istruzione;         

b)  definire   le   politiche   nazionali   in   materia   di comunicazione e di diffusione  di  informazioni  volte  a  promuovere l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale;         

c) prevedere la possibilità’ di stipulare convenzioni atte  a promuovere interventi di formazione con associazioni  rappresentative di  categorie  produttive,  ordini  professionali,  associazioni  dei consumatori, organizzazioni senza fini di lucro e università,  anche con la partecipazione degli enti territoriali.       

  4. Lo schema del programma di cui al comma 3 è trasmesso alle Camere  ai  fini  dell’espressione  dei  pareri   delle   Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili  finanziari,  che sono  resi  entro  il  termine  di  trenta  giorni  dalla   data   di trasmissione. Il Governo, qualora non intenda conformarsi  ai  pareri parlamentari, trasmette  nuovamente  lo  schema  del  programma  alle Camere  con  le  sue  osservazioni  e  con  eventuali  modificazioni, corredate  dei  necessari  elementi  integrativi  di  informazione  e motivazione. I pareri definitivi  delle  Commissioni  competenti  per materia e per i profili finanziari sono espressi entro trenta  giorni dalla  data  della  nuova  trasmissione.  Decorso  tale  termine   il programma può comunque essere adottato.      

  5. Il Governo trasmette annualmente alle  Camere  entro  il  31 luglio una  relazione  sullo  stato  di  attuazione  della  Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. La relazione può contenere le eventuali proposte di  modifica  e  di aggiornamento del programma di cui al comma 3,  da  adottare  con  le medesime procedure previste al comma 4.     

   6. Per l’attuazione della Strategia nazionale di cui  al  comma 3, con decreto da adottare entro tre mesi dalla data  di  entrata  in vigore della legge di conversione del presente decreto,  il  Ministro dell’economia  e  delle  finanze,  di  concerto   con   il   Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con  il  Ministro dello   sviluppo   economico,   istituisce   il   Comitato   per   la programmazione e  il  coordinamento  delle  attività  di  educazione finanziaria, con il compito di promuovere e programmare iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria.        

7. Dall’istituzione del Comitato di cui al comma 6  non  devono derivare oneri a carico della finanza pubblica.        

8. Il Comitato, composto da undici membri, è  presieduto da  un direttore, nominato  dal  Ministro  dell’economia  e  delle  finanze, d’intesa con il Ministro dell’istruzione,  dell’università  e  della ricerca,  scelto  fra  personalità  con  comprovate  competenze   ed esperienza nel settore. I membri  diversi  dal  direttore,  anch’essi scelti fra personalità con comprovate competenze ed  esperienza  nel settore, sono designati:  uno  dal  Ministro  dell’economia  e  delle finanze, uno dal Ministro dell’istruzione, dell’università’  e  della ricerca, uno dal Ministro dello sviluppo economico, uno dal  Ministro del lavoro e delle politiche sociali, uno dalla Banca  d’Italia,  uno dalla Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB),  uno dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), uno dalla Commissione  di  vigilanza  sui  fondi  pensione  (COVIP),  uno   dal Consiglio   nazionale   dei   consumatori   e   degli   utenti,   uno dall’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico  dei  consulenti finanziari (OCF). I membri del Comitato, nonché il direttore, durano in carica tre anni e l’incarico può essere rinnovato una sola volta.       

 9.  Il   Comitato   opera   attraverso   riunioni   periodiche, prevedendo, ove necessario, la costituzione di  specifici  gruppi  di ricerca cui possono partecipare accademici e esperti  nella  materia. La partecipazione al Comitato non da’ titolo ad  alcun  emolumento  o compenso o gettone di presenza.   

10.  Il  Comitato  ha  il  compito  di  individuare   obiettivi misurabili, programmi e azioni da porre in  essere,  valorizzando  le esperienze, le competenze  e  le  iniziative  maturate  dai  soggetti attivi sul territorio nazionale e favorendo la collaborazione  tra  i soggetti pubblici e privati.        

11. Agli oneri derivanti  dalle  attività’  del  Comitato,  nel limite di un milione di euro annui a  decorrere  dall’anno  2017,  si provvede mediante corrispondente  riduzione  dello  stanziamento  del fondo speciale di parte  corrente  iscritto,  ai  fini  del  bilancio triennale 2017-2019, nell’ambito del programma “Fondi  di  riserva  e speciali”  della  missione  “Fondi  da  ripartire”  dello  stato   di previsione del Ministero dell’economia e  delle  finanze  per  l’anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando  l’accantonamento  relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell’economia e delle  finanze  è autorizzato  ad  apportare,  con  propri   decreti,   le   occorrenti variazioni di bilancio»

Con la conversione in legge 15/2017  del Dl  237 del 23 .12.2016  ( il cosiddetto decreto “salva- risparmio” ) sulla tutela del risparmio,   in data  17.02.2017 l’educazione finanziaria è finalmente legge, viene infatti conferita  dignità giuridica e vigenza didattica nazionale all’educazione finanziaria.

Un determinante  passo per l’evoluzione culturale del nostro Paese e una ancora più importante risposta culturale  e sociale alla drammatica situazione determinatasi dalla esplosione e conseguente gestione delle problematiche collegate alle cosiddette Bad Banks.

Con una interessante modifica all’art 24 bis della stessa legge sono per la prima volta introdotte nel nostro Paese delle Disposizioni generali concernenti l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale.

Dopo numerosi tira e molla, il provvedimento è arrivato in extremis , la fiducia della Camera, al decreto legge, riuscendo così a superare gli ostacoli incontrati a fine gennaio, legati soprattutto  ai conflitti con l’articolo 81 della nostra Carta Costituzionale ( conflitti per lo più relativi alla copertura tecnica di bilancio degli importi destinati )

La legge 15/2017 ha importanza focale e diremmo dirompente per il nostro  settore ,non solo per l’effetto tampone , chiamiamolo così , di una situazione ormai divenuta ingovernabile e dai potenziai risvolti causali distruttivi per il sistema interno ma perché dispone in poche e sparute righe un importante pilastro sistematico per la categoria che, se ben interpretato e gestito potrà realmente alimentare un nuovo e potente fronte di alfabetizzazione in grado di aiutare i risparmiatori ad acquisire le nozioni di carattere economico – finanziario indispensabili per gestire al meglio le proprie risorse.

Quello che non meraviglia è purtroppo la solita miopia del legislatore, che pur intuendo la portata necessaria di determinati provvedimenti, quale quello in esame, non guarda oltre il proprio naso lasciando così del tutto inappropriata la previsione di costi, di un solo milione di euro annui , a fronte di un danno parametrato , derivato dall’inadeguata conoscenza finanziaria, di oltre 100 volte  maggiore.

Non si vuole in questo caso essere distruttivi, è pur sempre un inizio , su cui però sarà necessario incidere con negoziati mirati ad innalzare in maniera netta e decisa la previsione di spesa di cui sopra per consentire all’intento politico e sociale racchiuso nella legge di vivere appieno nella società e dispiegare gli effetti di consapevolezza che si propone.

Prospettare l’idea di istituire una vera e propria campagna di educazione finanziaria ha risvolti bivalenti, a vantaggio tanto degli istituti di credito e assicurativi quanto, e soprattutto dei risparmiatori, che  vedrebbero così, se condotta efficientemente , drasticamente diminuita la possibilità di essere frodati da una mala gestio degli strumenti finanziari in loro possesso o affidati in gestione a terzi.

Una panoramica generale sull’argomento  vede l’Italia  decisamente indietro rispetto agli altri Paesi Sviluppati – anche non europei: secondo una indagine condotta di concerto dalle autorità di vigilanza in materia (Banca d’Italia, Consob, Covip e Ivass ) è emerso che già nel 2015 ben  60 Paesi del mondo si erano dotati di una Strategia Nazionale per il coordinamento delle iniziative di educazione finanziaria (SNEF): l’Italia non figurava ancora tra questi.

Il quadro nazionale ad oggi è infatti quanto mai frammentato e privo di una linea organica e strutturata nella politica di formazione, e istruzione finanziaria, e anzi , uno  degli aspetti più critici riguarda in particolare la formazione dei giovani, naturalmente più propensi all’apprendimento rispetto agli adulti: in ambito scolastico, gran parte delle iniziative sono legate alla proposta individuale dei docenti e dei dirigenti scolastici. Il motivo è presto detto: ad oggi l’educazione finanziaria non è ancora inserita di diritto nei programmi didattici, un po’ perché le materie sono già tante e il tempo è poco, un po’ anche perché i docenti con un’adeguata preparazione sul tema scarseggiano.

Del resto, e il rapporto CONSOB pubblicato nel 2016, lo evidenzia con grande chiarezza,  sulle decisioni di investimento delle famiglie italiane, solo poco più del 40% degli intervistati è in grado di definire correttamente concetti di base come inflazione e rapporto fra rischio e rendimento.

Sulla previdenza complementare non va affatto meglio: secondo uno  studio condotto da CENSIS per la COVIP, pur sapendo di dover integrare la pensione pubblica gli italiani ricorrono poco alla previdenza complementare. Il motivo? Ne ignorano gli aspetti di funzionamento basilari, come i benefici fiscali o il fatto che la rivalutazione dei contributi versati dipende dall’andamento dei mercati finanziari.

Gli italiani sono tra gli adulti meno preparati nel confronto internazionale: solo il 37% conosce almeno tre concetti tra inflazione, tasso di interesse, capitalizzazione composta e diversificazione del rischio, contro una media UE del 52%.

I comportamenti finanziari in effetti caratterizzano una parte estremamente importante delle decisioni prese dai cittadini nell’arco della loro vita; comportamenti che generano conseguenze dirette sulla vita delle persone e delle loro famiglie.

L’educazione finanziaria se efficacie e ben costruita, dovrà  tendere a favorire un consumo responsabile e consapevole delle risorse finanziarie, e il beneficio non potrà che essere per  l’intera collettività.

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