Il dottor Iorio, appena arrivato nella nostra realtà, ci aveva paragonato ad una barca in mezzo alla tempesta, che lui da esperto nocchiero avrebbe ricondotto in porto. Due anni di navigazione senza bussola, con qualcuno che gridava “terra” (ma era solo un miraggio), con onde che diventavano sempre più alte ed i comandanti che, invece di portarci in salvo, hanno abbandonato la nave dopo aver svuotato la cambusa.
In questo scenario, invece, l’equipaggio ha fatto, sta facendo e continuerà a fare il proprio dovere con responsabilità e impegno nonostante mareggiate che metterebbero a dura prova anche i lupi di mare.
Oggi viene chiesto l’ennesimo sforzo a tutta la rete, e dopo l’apertura al sabato (con obiettivi forse più legati a logiche di marketing che di “effettiva” incidenza sul risultato finale) ecco la richiesta di “porte aperte” fino a sera per il rush finale.
Si tratta dell’ennesimo esempio di improvvisazione nel mettere in piedi un’iniziativa il cui fallimento sarebbe esiziale per il nostro Istituto, e che proprio per questo doveva essere preparata con cura, magari chiedendo la collaborazione di chi rappresenta i lavoratori.
Avremmo ad esempio suggerito che si cercasse davvero quella volontarietà sbandierata solo sulla carta, che avrebbe potuto giovarsi anche del coinvolgimento degli uffici interni nelle aperture straordinarie.
Avremmo consigliato di non trattare i dati come il terzo mistero di Fatima.
Una consapevolezza degli obiettivi raggiunti (senza classifiche, che quelle sono già state usate a sproposito per vendere azioni…e non solo) avrebbe aiutato i colleghi a lavorare meglio.
Una struttura organizzativa che non si riducesse a dare indicazioni sulle successioni dopo il termine deciso per le manifestazioni di interesse avrebbe magari reso meno complessa la vita in filiale.
Chicca umoristica è infine stata l’indicazione ad attaccare i cartelli con il nastro adesivo. Geniale.
Venerdì, finalmente, la notizia che la Banca si è dotata, a tre mesi di distanza dalle dimissioni del Dottor Rossi, di un nuovo responsabile del Personale (in condivisione con Veneto Banca).
Auguriamo buon lavoro alla Dottoressa Vania Piccin, che viene a ricoprire un ruolo difficile in un momento ancor più difficile, ed evitiamo di attribuirle responsabilità per questo ennesimo scempio organizzativo che i colleghi stanno vivendo.
Auguriamo a noi stessi di riuscire a trovare con la nuova collega quell’equilibrio e quel rapporto (nel rispetto dei reciproci ruoli) che da tempo mancano nelle relazioni sindacali, che vengano riconosciuti i meriti di tutte le lavoratrici ed i lavoratori costretti ogni giorno a far fronte agli insulti (e qualche volta alle minacce) dei clienti, al clima instillato dai media, alle continue e reiterate pressioni commerciali.
Chiediamo rispetto, rispetto che si traduce in atteggiamenti fattivi e concreti: concessione dei part time, definitiva risoluzione della questione “ad personam”, valutazione insieme ai colleghi ed ai loro rappresentanti di trasferimenti e rientri, gestione non dispotica delle variazioni sui piani ferie.
Ci piacerebbe percepire qualche segnale in tal senso.
E infine sottolineiamo un episodio veramente deplorevole; e che cioè qualcuno in vacanza premio a Dubai (sulla cui partecipazione alla stessa esprimiamo non poche perplessità visto il un momento in cui “tutti” dovrebbero essere chiamati a remare per il bene comune) si permetta di chiamare i colleghi rimasti a lavorare “sul campo” incitandoli ad “impegnarsi di più”…….. veramente ci sembra di vivere in un altro mondo…..
Scarica il nuovo numero di Banconote
Photo by Clker-Free-Vector-Images (Pixabay)