Ieri pomeriggio, i lavoratori e le lavoratrici di doBank della sede di Roma-Flaminio hanno assistito al più grave comportamento antisindacale messo in atto dall’azienda. Artefice di questo comportamento è stato, in prima persona, l’Amministratore Delegato di Gruppo che ha voluto intrattenere la platea su due questioni a suo dire gravissime.
La prima è relativa ad episodi, definiti vandalici, che avrebbero viste danneggiate infrastrutture aziendali per mano, si è dato per scontato, di qualche dipendente. Al riguardo, le OO.SS. Aziendali non possono ancora esprimersi, poiché non hanno ancora ricevuto riscontro alla richiesta di chiarimenti fatta il 28 febbraio u.s.. Al tempo stesso, però, dobbiamo sottolineare le affrettate conclusioni tratte dall’AD.
Tutti sappiamo che, in ogni parte del territorio, i nostri uffici sono frequentati anche da soggetti esterni all’organizzazione.
È inaccettabile, quindi, che, trincerandosi dietro a questi fatti, strumentalmente collegati dall’azienda allo stato d’agitazione (a pieno diritto dichiarato dai lavoratori), si minacci l’instaurazione di uno stato di polizia, incitando i capi a “vigilare”, come se questi avessero a che fare con una manica di manigoldi irresponsabili.
NON LO CONSENTIAMO!
La seconda questione è relativa al comportamento di qualche collega, tenuto in occasione dello sciopero e, nello specifico, nel corso della manifestazione tenutasi lunedì scorso di fronte alla sede di Lungotevere Flaminio.
Si è trattato di un comportamento irrispettoso nei confronti di alcuni colleghi/colleghe che non hanno aderito allo sciopero, rivolgendo loro frasi offensive. Tale comportamento è stato definito grave, soprattutto quando rivolto nei confronti delle donne. Su questo, ovviamente, non possiamo che concordare.
È però inaccettabile, perché strumentale ed antisindacale, generalizzare il giudizio nei confronti di centinaia di lavoratori e lavoratrici, ed utilizzare il comportamento di pochi individui (nei confronti dei quali prendiamo ovviamente le distanze) per ridicolizzare l’impegno, il coraggio e la serietà con i quali queste persone hanno aderito allo sciopero ed alla manifestazione, messi in atto per difendere i diritti anche di quei lavoratori che si sono sentiti offesi; alcuni dei quali, tra l’altro, si sarebbero sicuramente risparmiati qualche fischio se avessero evitato di provocare i manifestanti.
È inevitabile che in assembramenti come quello creatosi in tale occasione, possano esserci ridottissime frange d’individui che vanno oltre le righe, ma questo non deve consentire di giudicare l’insieme di queste persone nel modo in cui si è permesso di fare l’AD, asserendo che “i padri fondatori del diritto allo sciopero si rivolterebbero nella tomba se sapessero come è stato da noi utilizzato questo diritto”. Non lo consentiamo!!! QUESTO E’ MOLTO PIU’ OFFENSIVO!!
E non ci si voglia insegnare il rispetto nei confronti delle donne, utilizzando frasi di spicciola retorica per strappare l’applauso della platea.
Non è al sindacato, espressione dei lavoratori, che si può insegnare il rispetto per le donne. È con anni di lotta, fatta proprio contro la categoria datoriale, che si sono ottenuti i diritti di cui godono le donne e le altre categorie cosiddette deboli, anche se ancora la strada è lunga e tortuosa prima di arrivare alla tutela reale dei diritti della generalità dei più deboli, di questo forse dovrebbe parlare l’AD.
Non accettiamo lezioni da chi, se avesse potuto, se non avessimo lottato, avrebbe cancellato agevolazioni principalmente destinate alle lavoratrici madri, quale è il part-time (peraltro mai regolamentato in Italfondiario), riuscendo, comunque, ad eliminare, in questa azienda, il telelavoro (si chieda alle quattro colleghe donne che, fino all’ottobre 2015, godevano di tale agevolazione); finanche la Strenna Natalizia per i nostri bambini, o non introducendo- ancora- la flessibilità oraria.
Soprattutto non accettiamo accuse di essere irrispettosi e di utilizzare un linguaggio volgare che, ad oggi, è proprio solo di alcuni rappresentanti dell’investitore e che continua ad essere usato quotidianamente a gran voce nei locali aziendali soprattutto in presenza di colleghe donne, nonostante sia stato rappresentato più volte negli incontri Azienda-Sindacati!!!!
Questo non viene stigmatizzato!
Adesso basta! Il rispetto, tanto richiamato in questa occasione dall’AD, è ciò che i lavoratori e le lavoratrici di questo Gruppo pretendono sia loro dimostrato, a partire dal riconoscimento delle garanzie, ad alta voce richieste e sino ad oggi negate, determinando uno stato di esasperazione che, a quanto pare, l’azienda intende alimentare invece di proteggere e far lavorare serenamente i propri dipendenti.
Non cadiamo in questo tranello; è evidente che l’obiettivo di questo management è metterci gli uni contro gli altri (divide et impera…).
LAVORATORI, LAVORATRICI, APRITE GLI OCCHI!
NON LASCIAMO CHE I NOSTRI DIRITTI E LA NOSTRA DIGNITA’ SIANO CALPESTATI!!!
le RSA di doBank SpA ed Italfondiario
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UGL Credito – UILCA
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