Il 29 e 30 novembre Bruxelles : riunione finale del progetto di Uni Europa “ Trade Union Alliance (1): la strategia di Uni Europa per rafforzare la rappresentanza dei lavoratori nelle Multinazionali”.
All’incontro hanno partecipato ben 35 sigle sindacali provenienti da 17 paesi in Europa , alcuni anche non aderenti alla UE.
Le multinazionali , in tutto 30, annoveravano tra le loro fila 4 giganti del nostro settore, Unicredit, Barclays, Societè Generale e Credit Agricole, che danno lavoro a oltre 500.000 persone in tutto il mondo.
Nel corso del meeting sono state illustrate le vicende di costituzione e di attività delle Trade Union Alliance che, inevitabilmente s’incrociano con le vicende dei Comitati Aziendali Europei (2), che, di solito sono presenti nelle Multinazionali, salvo pochissime eccezioni.
La Fisac CGIL era rappresentata da Giusy Cucinotta, del Dipartimento internazionale e Coordinatrice della Trade Union Alliance di Unicredit, che ha tenuto [Digitare una citazione tratta dal documento o il sunto di un punto di interesse. È possibile collocare la casella di testo in qualsiasi punto del documento. Utilizzare la scheda Strumenti casella di testo per cambiare la formattazione della citazione.]
una breve presentazione dello stato dell’arte in quell’organismo.
Allo stesso modo sono state presentate le situazioni delle T.U.A in Sogen e Barclays.
Molto interessate, volendo uscire dalle problematiche del settore bancario, l’illustrazione di Mara Riboni, della Filcams Cgil di Manpower, in gruppo che ha 130.000 lavoratrici e lavoratori in tutto il mondo ma poche migliaia dipendenti, la maggior parte interinali. Ebbene la Trade Unions Alliance dei sindacati di Manpower è riuscita ad ottenere di poterli rappresentare tutti e tutte e di portarne alcuni addirittura al tavolo di trattativa.
Le problematiche che sono emerse dalla due giorni d’intenso lavoro sono state, non in ordine d’importanza:
1. Il fondamentale apporto dei Sindacati della paese della “ casa madre “
2. Lo stretto collegamento che è indispensabile con i Comitati Aziendali Europei, dove presenti.
3. La necessità di condividere tra le Trade Union Alliance dello stesso settore alcuni primari obiettivi politici.
4. Il problema del reperimento delle risorse finanziarie
5. Modalità utili a facilitare la comunicazione tra i componenti delle T.U.A
6. Modalità utili a comunicare con le lavoratrici e i lavoratori
7. La Leadership all’interno delle Trade Union Alliance
La presenza di almeno 4 grandi settori – metalmeccanico,servizi,bancario e manifatturiero –ha permesso uno scambio di idee ed esperienze difficilmente ottenibile in circostanze diverse.
La riflessione finale del rappresentate di Uni Europa, Nicola Konstantinou, condivisa dai presenti, è stata che le Trade Union Alliance devono dare un nuovo impulso al proprio agire e coprire gli spazi lasciati vuoti dalla attività d’informazione e consultazione propria dei Comitati Aziendali Europei
In questo senso risulta indispensabile e va sponsorizzata la collaborazione tra i due organismi.
Bruxelles 30 novembre 2016 Il Dipartimento Internazionale Fisac CGIL
(1) – La Trade Union Alliance (T.U.A) o Allenza Sindacale è un organismo non istituzionale che nasce all’interno di gruppi multinazionali per volontà delle sigle sindacali presenti nei diversi paesi dove la multinazionale ha delle sedi. La T.U.A si da uno statuto che ne dichiara gli obbiettivi, che di norma sono:
· la diffusione del sindacato nei paesi
· il dialogo sociale
· l’appoggio alle eventuali vertenze interne
· l’organizzazione di vertenze a livello europeo nella singola multinazionale
· il perseguimento di obbiettivi politici comuni con altre Trade Union Alliance.
(2) – Il Comitato Aziendale Europeo (C.A.E ovvero E.W.C in inglese), è un organismo rappresentativo dei lavoratori, previsto dalla direttiva europea 94/45/CE, al fine dell’informazione e la consultazione transnazionale dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di dimensioni comunitarie. I CAE possono essere costituiti da aziende o gruppi presenti in più paesi europei, con più di mille dipendenti in almeno un paese della Comunità Europea e almeno centocinquanta dipendenti in almeno due di questi paesi.
I rappresentanti dei lavoratori non sono necessariamente dei membri di Organizzazioni Sindacali.