Da settimane leggiamo che un grande gruppo creditizio italiano sarebbe in procinto di acquisire da Banca d’Italia la proprietà di tre delle 4 Nuove Banche nate dalla “risoluzione” del 23 novembre 2015.
L’A.D. del grande gruppo ha più volte dichiarato che un’eventuale operazione straordinaria sarà fatta solo se “genera una creazione di valore double digit in termini di valore per azione e ritorno sugli investimenti”.
Più prosaicamente, se genera valore a doppia cifra per gli azionisti e la redditività del gruppo acquirente.
Assente qualsiasi riferimento al territorio, all’economia reale, ai dipendenti (quelli delle Nuove Banche in cessione, quelli del Gruppo acquirente che lavorano negli stessi territori, quelli delle attività dell’indotto).
Nuova Banca Marche da novembre 2015 ha un solo azionista: l’Unità di risoluzione di Banca d’Italia.
In queste settimane, presso Nuova Banca Marche, Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio, Nuova Carichieti, il gruppo acquirente effettua verifiche, accertamenti e confronti su crediti, organizzazione, procedure informatiche ecc.
I segnali vanno tutti nel senso che la stipula di un “preliminare” di cessione si avvicina.
Vorremmo, pertanto, comprendere a quali condizioni avverrà l’operazione (tanto più che si sente di fase 1 e fase 2 etc…).
Non parliamo qui del prezzo, che i media danno ormai per “simbolico “, bensì del piano strategico.
Per generare valore a doppia cifra ci sarà già un progetto per Nuova Banca Marche e per le altre?!
A parte gli inglesismi, daremmo per scontato che, nel progetto dell’acquirente, Nuova Banca Marche concorra alla creazione di valore “double digit” per gli azionisti.
Vorremmo potere dare per scontato che il progetto preveda creazione di valore anche per il territorio e la sua economia. Come?
La “coesistenza“ geografica e di attività pone numerose domande sui livelli di concorrenza, sull’offerta e sui prezzi di prodotti e servizi, sui livelli occupazionali.
Non secondaria la destinazione dei crediti considerati NPL e la loro gestione.
Cosa concretamente si prevede per gli altri c.d. stakeholder (clienti, imprese, famiglie, risparmiatori, fornitori, lavoratori ecc.)?
In sintesi, se l’acquirente legittimamente rivendica di volere effettuare operazioni di fusioni e acquisizioni (M & A) solo se creano valore a doppia cifra per i propri azionisti, l’attuale proprietà delle Nuove Banche, il Governo e le Istituzioni locali hanno qualcosa da dire e da proporre ?
Da parte nostra non è alla “generosità “dell’acquirente che ci appelliamo bensì alla necessità di aprire un confronto su cosa sarà di Nuova Banca Marche, delle sue attività e presenze, dei territori che presidia.
E ciò nella convinzione che Nuova Banca Marche sia concretamente un’opportunità per l’economia reale dei territori e parimenti una fonte per la creazione di valore per il nuovo azionista.
Jesi, 14 novembre 2016
La Segreteria dell’Organismo sindacale aziendale FISAC CGIL
di Nuova Banca Marche