Internazionale: conferenza annuale Cae della Ces

Cae Ces 2016.001Si è svolta il 12 e 13 ottobre ultimo scorso a Bruxelles la conferenza annuale della Ces (confederazione Europea dei Sindacati) dedicata all’attività dei Cae (Comitati Aziendali Europei).

In una sala molto affollata i rappresentanti dei Cae e dei sindacati aderenti alla Ces si sono confrontati per due giorni con politici europei e su questioni aperte con appositi interventi e tavole rotonde, riguardanti l’attualità del lavoro dei Cae.

Per la Fisac erano presenti Fabio Alfieri, Mario Ongaro, Anna Maria Romano (già presente a Bruxelles per lo stage presso Uni Europa) e Mario Coppi.

Mario Coppi era già a Bruxelles insieme a Francisco Gerre per partecipare all’atto finale del dialogo sociale europeo per il settore assicurativo. Questa sessione del dialogo sociale era dedicata alla digitalizzazione e il 12 ottobre si è proceduto alla firma del primo accordo europeo del settore finanziario su questo tema.

Anche se ancora generico ha avuto una calorosa accoglienza perché è grande la preoccupazione tra i sindacalisti europei che nei prossimi anni ci possa essere un tracollo occupazionale a causa della digitalizzazione, non solo nel settore dei servizi, se il sindacato non saprà arginarne le ricadute con accordi che prevedano la rioccupabilità e non solo per le modalità di uscita dei lavoratori dal processo produttivo.

I delegati dei Cae, da parte loro hanno riferito della loro preoccupazione e di come questo processo sia già avviato nelle Aziende in cui lavorano.

Anche Jutta Steinruck, Parlamentare Europea del Gruppo Socialista ha ribadito che è molto importante che della digitalizzazione si stia occupando la UE e che è necessario il coinvolgimento della Ces. Ha inoltre evidenziato che senza la partecipazione dei lavoratori e dei cittadini sarà più difficile superare gli svantaggi sociali e se questi si amplieranno porteranno al loro allontanamento dall’Europa.

Anche Peter Scherrer, vice segretario generale della Ces ha voluto porre l’accento sulla partecipazione dei lavoratori e sulla miopia delle Aziende europee che non garantiscono l’attività dei Cae prevista dalla legge.

Gli interventi dei delegati dei Cae in questa sessione si sono concentrati sulle differenze salariali a parità di mansioni, presenti negli stabilimenti aziendali dislocati nei vari Paesi Europei e di come le Aziende approfittino di questa situazione per trasferire lavorazioni da un Paese all’altro e per tenere i lavoratori e le organizzazioni sindacali sotto ricatto.

Mancano regole europee sul luogo,  ammontare e modalità di pagamento delle tasse, dei salari e dei contributi. Occorrono norme europee di riavvicinamento salariale tese a raggiungere la parità salariale, viene detto dalla presidenza.

Nella discussione sull’innovazione si citano situazioni preoccupanti, come quella dell’automazione nei McDonald’s negli USA, dove la fornitura del cibo avviene unicamente attraverso macchine o quella dei magazzini di Amazon, dove le condizioni di lavoro sono insopportabili; in Polonia la multinazionale Veolia, a fronte della digitalizzazione della fornitura centralizzata del gas in alcune grandi città, organizza gli interventi di manutenzione e riparazione da parte dei lavoratori attraverso l’uso del tablet, realizzando contemporaneamente il controllo a distanza del loro lavoro.

Si guarda anche con preoccupazione alle conseguenze dello sviluppo dell’e-commerce, che sta lentamente svuotando le città, riducendosi il numero dei cittadini che utilizzano i negozi per fare spese.

La discussione si è poi spostata sulla possibilità che entro la prossima primavera venga rivista la direttiva europea di riferimento per i Cae. Qui la preoccupazione deriva dal fatto che siamo in presenza di un Governo Europeo retto dai partiti conservatori ed il rischio di un arretramento rispetto alla direttiva attuale è in campo. Tra i sindacalisti e anche al nostro interno si sta svolgendo una discussione sul rivedere la direttiva o puntare alla piena applicazione dell’attuale.

Il progetto europeo della Fisac, finanziato dalla UE, si occupa anche di questo: sviluppare la consultazione ed il confronto nei Cae al fine di anticipare il cambiamento, come previsto dall’attuale direttiva, da questo punto di vista in buona parte disapplicata.  Nello spazio dedicato ai nostri interventi, Mario Ongaro è intervenuto proprio su questo tema, sottolineando tra l’altro come il puntare ad una piena ed efficace applicazione dell’attuale Direttiva debba servire a colmare il gap tra la normativa e il suo drammatico sottoutilizzo da parte di troppi CAE, quindi a rilanciare immediatamente l’azione dei CAE. E’ un approccio che sta registrando un’importante consonanza tra gli esperti di Uni Europa e di Industriall in materia.

Qualcuno, come Luc Triangle di industriAll, la confederazione sindacale europea che raggruppa i sindacati dell’industria, ha sostenuto che la nuova direttiva dovrebbe contenere sanzioni per le Aziende che ostacolano la formazione ed il lavoro dei Cae e che le prescrizioni accessorie andrebbero rafforzate (in caso di rifiuto aziendale al raggiungimento di un accordo per la creazione del Cae, i lavoratori hanno il diritto di costituirlo ugualmente, ma le garanzie ed i diritti sono in questo caso minori).

Anche Mario Ongaro ha ribadito il concetto del mancato coordinamento tra le tre principali Direttive che regolano l’informazione e la consultazione dei lavoratori (2002/14, 2001/86 e 2009/38) per cui abbiamo a che fare con tre definizioni di consultazione e della sua procedura che differiscono notevolmente tra loro col risultato pratico di rendere contraddittoria e debole l’attività dei CAE. Su questa puntualizzazione ha espresso il suo convinto consenso il relatore di turno.

Nel secondo giorno si è affrontato, tra i principali argomenti, tema dello sviluppo delle piattaforme di lavoro online, in cui non è presente il datore di lavoro, ma ė la piattaforma stessa che fa da intermediazione di mano d’opera.

Siamo già oltre Uber, Blabla car ecc.

Viene evidenziato che lo sviluppo di questo tipo di piattaforme porta e sempre più porterà alla distruzione dei mercati del lavoro, con un ritorno al periodo di assenza del sindacato e contemporaneamente alla distruzione delle garanzie su salari, orari, diritti.

La Commissione europea è lontana dal prendere iniziative sull’innovazione e resta il problema della concorrenza tra strutture regolari e piattaforme.

Vengono anche illustrato il caso di Trascribe Data, che è un sito dove chi vuole può offrire un lavoro (traduzione, ricerca di nominativi chiave in un tabulato ecc.) il tempo in cui deve essere completato, la paga offerta. Chi accetta il lavoro con paghe da fame deve anche sapere che se il proponente non reputerà buono il lavoro eseguito, non verrà pagato.

Il sindacato europeo si sta organizzando per migliorare i diritti e le garanzie di chi lavora attorno alle nuove piattaforme online.

Was this article helpful?
YesNo

    Questo articolo ti è stato utile No

    Pulsante per tornare all'inizio
    error: Content is protected !!