Apprendiamo che la Commissione UE ha espresso disponibilità “ a essere flessibili sui termini per permettere la finalizzazione tecnica delle trattative in corso oltre il 30 settembre “.
Banca d’Italia “ Autorità di risoluzione delle crisi “, che ne è proprietaria, e il Presidente unico delle 4 Nuove Banche avranno più tempo a disposizione per negoziare, in un contesto di sistema che certamente condiziona.
I Vertici delle 4 Nuove banche comunicano che “ a breve però speriamo di firmare uno o più accordi che oltre a soddisfare i vincoli europei, garantiscano cessioni nel segno della continuità e che tengano il più possibile conto delle peculiarità di ciascuna banca, degli interessi dei territori che rappresentano e delle risorse che vi lavorano “.
Buone notizie, dopo le preoccupazioni di queste settimane, in cui i media hanno dato ogni giorno puntualmente notizia delle “ ritrosie “ dei potenziali acquirenti e nel contempo facevano cenno al rischio di esiti infausti delle trattative di cessione.
Una dichiarazione forte e apprezzata quella rilasciata dai Vertici delle 4 Nuove Banche, intesa probabilmente anche a rassicurare i dipendenti, sottoposti da anni prima al logorio delle amministrazioni straordinarie, poi alle conseguenze dei provvedimenti di risoluzione delle vecchie banche ed ora all’attesa.
- Dipendenti che da tempo pagano un conto salato in termini di incertezza e tensione; responsabilità e ritmi di lavoro; riduzioni di occupazione e di salario ecc.
- Dipendenti che restano fondamentali per ricostituire e rilanciare il rapporto di fiducia con i risparmiatori, la clientela, le imprese e le famiglie dei territori.
- Territori che offrono prospettive interessanti di redditività per i potenziali acquirenti; rapporti di clientela e un bacino di raccolta allettanti nonostante le peripezie a tutti note.
- Piccole e medie imprese; famiglie e risparmiatori delle 4 Nuove Banche che restano il valore aggiunto, non disponibile per spezzatini o cessioni di asset patrimoniali.
Nel cogliere positivamente le dichiarazioni recenti dei Vertici delle 4 Nuove Banche, ci sia permesso di esprimere anche qualche perplessità.
- senza assetti proprietari e societari stabili e strutturali, il tempo che passa non facilita l’adozione di quei progetti necessari e indispensabili per la ripresa e il consolidamento, con evidenti riflessi sul conto economico e sul patrimonio;
- non è dato di conoscere quale gestione dei crediti in sofferenza già ceduti a REV e quale valutazione dei crediti in carico alle 4 Nuove Banche;
- gli interessi dei territori coinvolti dovrebbero essere declinati in vincoli temporali e operativi precisi per i potenziali acquirenti;
- non è dato di conoscere quanto incida sulle condizioni di cessione ( oltre che sul prezzo) il timore di alcuni dei potenziali acquirenti che la BCE chieda loro aumenti di capitale.
Ciò detto, “resta” il capitolo, allo stato più incerto e meno valorizzato:
Quali livelli occupazionali, quali salvaguardie per l’occupazione diretta (i dipendenti delle 4 Nuove Banche ( e – non dimentichiamolo mai – delle altre banche, aziende e società dalle stese controllate e/o partecipate ) e per quella indiretta (un vasto indotto occupazionale che rischia pesanti ricadute) ?
In buona sostanza, a riguardo dei livelli occupazionali e delle condizioni di lavoro, dei trattamenti economici e normativi, quali condizioni pongono i potenziali acquirenti e, soprattutto, quali condizioni pongono l’Autorità di risoluzione e i Vertici delle 4 Nuove banche ?
Le decisioni che saranno assunte dai negoziatori sui livelli occupazionali avranno riflessi e conseguenze sui territori coinvolti e sull’economia reale di quei territori.
Per questo diciamo: occupazione e condizioni di lavoro sono la discriminante perché si possa infine dire che l’operazione è riuscita !
Chieti, Ferrara , Arezzo , Jesi , 26 settembre 2016
Le Segreterie degli Organismi sindacali aziendali FISAC/CGIL
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