Banche, i prestiti a imprese e famiglie restano al palo

da repubblica.it MILANO – Manca ancora il cambio di passo nell’erogazione di prestiti da parte delle banche italiane verso le imprese e le famiglie del Belpaese: l’ultimo rapporto dell’Abi, con dati di agosto scorso, parla di un -0,3% annuo dello stock di finanziamenti esistenti, anche se in miglioramento dal -0,6% di luglio. L’Associazione delle banche italiane dettaglia che, sulla base dei dati questa volta relativi a luglio, si registra un andamento positivo per quanto riguarda i mutui per l’acquisto delle case: il totale di prestiti erogati è risultato in crescita dell’1,8% sul luglio 015; “confermando, anche sulla base dei dati sui finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui, colta inizialmente con l’impennata dei nuovi mutui”. Il totale prestiti all’economia (che include le famiglie, le imprese e la pubblica amministrazione) ha segnato una variazione del -0,2%.

Complice la politica ultra-accomodante della Bce, si confermano ai minimi i tassi sui prestiti, anche se c’è qualche segnale di rimbalzo per quanto riguarda i mutui. “Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,98%, toccando il nuovo minimo storico (3% il mese precedente; 6,18%, prima della crisi, a fine 2007)”, dice l’Abi. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,65%, nuovo minimo storico, mentre per l’acquisto di casa il tasso medio è risalito al 2,20% dal 2,09% del mese precedente, che era il minimo storico. I due terzi delle nuove erogazioni sono un mutuo a tasso fisso.

Nella consueta panoramica dell’Abi emerge anche l’aggiornamento sulle sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse), che a fine luglio 2016 sono in crescita a quasi 85 miliardi di euro rispetto a 83,7 miliardi di giugno. Cresce anche il rapporto tra le sofferenze nette e il totale dei prestiti erogati, che è risultato pari al 4,76% a luglio 2016, 4,66% a giugno 2016. Alla fine del 2015 era stato toccato il picco al 4,93%, prima della crisi si era allo 0,86%.

Per quanto riguarda infine la raccolta, alla fine dei mese scorso i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati di oltre 58 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +4,6%; +5% a luglio), mentre si è confermata la diminuzione, sempre su base annua, della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni: su base annua si sono persi in valore assoluto quasi 62 miliardi di euro.

Photo by Michael Cory

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