da Sole24Ore – Dopo che qualche tempo fa è esplosa, e ormai esaurita, la narrativa sulla fine del posto fisso in banca, il settore potrebbe conoscerne una nuova. Forse più positiva e non meno importante che trova la sua cifra nella solidarietà. Gli addetti ai lavori lo ricordano bene, gli altri forse un po’ meno, ma il contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari del 2012 ha istituito un Fondo nazionale per il sostegno dell’occupazione (da ora in avanti Foc) gestito dall’ente bilaterale Abi-sindacati Enbicredito e alimentato per oltre il 90% dagli oltre 300mila bancari con una giornata lavorativa annua pro capite, mentre per il rimanente 10% dal 4% della Ral dei top manager e cioè le figure apicali e le figure più rilevanti aziendalmente con una Ral pari o superiore a 300mila euro annui. «È una forma di solidarietà tra i lavoratori che ha unito tutti ed è nata da un contratto incentrato sul tema del valore sociale e della difesa dell’occupazione», spiega Elena Aiazzi della Fisac Cgil che oggi ne è il presidente (vicepresidente è invece Giorgio Mieli di Abi).
Quella solidarietà dal basso ha favorito l’assunzione nelle banche di 13.003 persone, selezionate in un mondo popolato da giovani disoccupati, disoccupati di lungo periodo, cassintegrati, lavoratori in mobilità, donne residenti in aree svantaggiate, disabili, residenti nel mezzogiorno. Le domande in realtà erano di più, 14.600, ma Aiazzi assicura l’impegno a cercare di evaderle entro l’anno. L’investimento del Foc è stato di 100 milioni di euro: alle aziende che fanno domanda di finanziamento per nuove assunzioni vengono erogati 2.500 euro all’anno per tre anni per ogni lavoratore assunto con un contratto a tempo indeterminato, compreso l’apprendistato professionalizzante. L’importo viene erogato anche in caso di stabilizzazione. Ma non solo. Il Foc, infatti, entra in gioco anche in caso di riduzione dell’orario di lavoro per solidarietà espansiva e potrà essere implementato anche in sinergia con il Fondo di solidarietà per la riconversione e riqualificazione dei bancari.
E se si entra nel merito della tipologia contrattuale un assunto su tre (34%) ha un contratto di apprendistato ante 2012, il 19% ha un contratto di apprendistato, mentre il 47% dei nuovi assunti ha un contratto a tempo indeterminato. Dunque si tratta nel 100% dei casi di quella che i sindacati chiamano buona occupazione. Che in futuro si vuole aumentare anche attraverso un’apposita piattaforma informatica per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. «Abbiamo avuto un susseguirsi di piani industriali dove si evidenziava la necessità di ridurre il personale – afferma Aiazzi -. La riduzione è stata fatta attraverso le uscite volontarie e il fondo di solidarietà del settore, finanziato soprattutto dalle banche, ed è stata in parte compensata dalle nuove assunzioni stabili fatte con il Foc. Questo settore finora è riuscito a gestire situazioni di difficoltà con questi due strumenti, in totale autonomia, ma sarebbe utile, anche alla luce delle situazioni di difficoltà di alcune banche, che le parti, e cioè Abi e i sindacati, chiedessero al Governo di fare la sua parte».
di Cristina Casadei