Oltre 2 milioni e mezzo di euro per ristrutturare 7 filiali in regione.
Questo il preventivo, che pare già essere sottostimato rispetto alle reali spese che la Banca sosterrà, della formattazione di 5 filiali nell’ex capogruppo di Napoli e 2 in quella di Salerno.
Una media di circa 350mila euro a filiale minimo. Una cifra che, moltiplicata per il numero complessivo delle filiali interessate a livello nazionale, supera l’utile dichiarato dalla Banca e pagato dai dipendenti con taglio ai salari e pressioni commerciali pesantissime
Una spesa “importante” avulsa dall’attuale contesto aziendale, fatta nel pieno di una ristrutturazione della rete senza senso e senza fine, finalizzata all’ennesima mortificazione dei lavoratori sia in termini di sicurezza sia sul piano dell’organizzazione del lavoro
Il progetto, infatti, prevede l’estensione del vecchio progetto “decoro” (la “lavata di faccia” come si dice dalle nostre parti) con la modifica del lay out delle filiali più grandi adottando soluzioni “geniali” che dovrebbero lasciare spazi aperti, colleghi che per ricevere i clienti si spostano in appositi salottini muniti di tablet, alta automazione con dotazioni di bancomat sedicenti intelligenti
Il progetto formattazione non è stato oggetto di accordo con le OOSS di Coordinamento perché l’azienda ha rifiutato di consentire che a livello locale si potessero affrontare le ricadute del progetto stesso, cercando soluzioni alle criticità in una discussione tra chi conosce il territorio, i flussi di lavoro, le strutture ed i rischi della piazza, cioè OOSS locali e direzione di Area.
L’azienda ha rifiutato il confronto decentrato trincerandosi dietro la necessità di mantenere, specificamente per la sicurezza, interlocuzione esclusiva con gli RLS – cui la legge, lo ricordiamo, assegna solo un ruolo di consultazione e denuncia ma non di contrattazione – lasciando così ai DOR il compito di gestire la partita.
E il DOR dell’AT Sud, manco a dirlo, non si è lasciato sfuggire ancora una volta l’occasione per fare le cose nel peggior modo possibile nella relazione con gli RLS: comunicazioni tardive, incomplete, materiali illeggibili, riunioni con interlocutori non abilitati, solo per citarne alcune Un comportamento che, oltre a palesare per l’ennesima volta l’incapacità di relazione con i rappresentanti dei lavoratori con manifesta attività antisindacale di questo strapagato dirigente, espone i lavoratori e gli utenti ad enormi rischi e la Banca ed il suo AD alle conseguenti denunce con possibili risvolti penali.
A proposito di dirigenti, stante l’impossibilità di confrontarsi con un DOR dai siffatti comportamenti, chiediamo al sig. SANI, dirigente responsabile aziendale del progetto, alcuni chiarimenti su quanto sta accadendo nelle nostre realtà:
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Il progetto non prevede per alcune filiali il ripristino del box per la guardia giurata, per altre, nelle quali la logica ed il buonsenso avrebbero dato per scontato la costruzione del box, si mette una terza porta ma non il box . Gli RLS hanno fatto verbalizzare la loro contrarietà a tali decisioni, ma non li avete ascoltati. Chi risponderà di tali scelte quando il minor livello di sicurezza provocherà eventi criminosi e danni biologici ai colleghi? Sulla scorta di quali nuove valutazioni di sicurezza avete fatto tale valutazione? O è una questione di risparmio a danno dei lavoratori? Due pareti non pensiamo incidano terribilmente su un budget di spesa milionario, ma garantiscono efficacia in termini di sicurezza e portierato: avete idea di cosa significa far aspettare i clienti di una grossa filiale all’esterno della banca fino a quando non abbiamo completato l’operazione in corso, dandoci il tempo di ben guardare il cliente che non riesce ad entrare? Ecco questo sarà il nostro comportamento in assenza di box, al fine di tutelarci come dipendenti e di tutelare la Banca nel rispetto delle norme vigenti.
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Alcune misure di sicurezza non funzionano a causa dei lavori in corso: il DOR non è in grado di dire quando verranno ripristinate e non ha provveduto ad implementare quelle funzionanti per mantenere lo stesso livello di sicurezza. Una scelta irresponsabile e gravissima. Chi risponderà dei danni, inclusi quelli psicofisici ai dipendenti, derivanti da possibili atti criminosi o, comunque, dalla tensione provocata da tale esposizione al rischio?
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Solo qualche mese fa avete provveduto all’istallazione, fatta malissimo dall’organizzazione dell’area SUD che ne ha disposto la distribuzione in modo irrazionale ed assurdo, di numerose macchine cash in nelle filiali. Una decisione che lascia spazio ai dubbi sulle motivazioni di chi effettua tali scelte, visto che la stessa azienda dichiara che tali sistemi non sono idonei in piazze ad alta movimentazione di contante come la nostra piazza. Come se ciò non bastasse, apprendiamo che nel progetto si prevede la sostituzione dei cash in con le TARM, altri macchinari altrettanto ingombranti e al momento non idonei nelle nostre realtà. Una doppia spesa inutile e costosa: chi risponde di questo danno- che a qualcuno ha creato guadagno ma sicuramente non alla Banca- agli azionisti ed ai dipendenti? Chi è preposto alle decisioni sugli acquisti e all’organizzazione come risponde?
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Ad un certo punto dell’estate in molte zone del mondo, Italia compresa, le aziende fornitrici chiudono per ferie. La formattazione delle filali nella nostra realtà è iniziata d’estate ed ora i lavori sono bloccati. Risultato: filiali più strette ed inagibili, addetti del s.o sparsi in varie zone della filiale con difficoltà di raccordo e coordinamento, colleghi addetti al commerciale ubicati nelle nuove location non idonee a ricevere la clientela, senza i tablet e senza che i salottini siano pronti. Per poter parlare con gli addetti, i clienti si siedono al loro fianco avendo la possibilità di guardare le transazioni, i messaggi, i lynch con conseguente violazione di privacy e forse anche segreto industriale. Chi ne risponde?
Ha mai provato Lei a lavorare in queste condizioni in filiale?
Domande cui aspettiamo risposte credibili, magari in un incontro in sede locale
Napoli, 22/8/2016 le segreterie
Photo by J. Schreier