Rsa Torino: Chi paga il conto?

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Mai come in questo momento, con riferimento al futuro della nostra Azienda, da troppo tempo incerto, non possiamo esimerci dal confrontarci sulla vicenda che ha riguardato il grave provvedimento disciplinare preso nei confronti di un collega.
Sono molte le riflessioni che abbiamo fatto nell’ultimo periodo come Sindacato, con i nostri colleghi e, in special modo, con coloro facenti parte del suo stesso ufficio, il settore dipartimentale rischio anomalo e, più in generale, con chi lavora della filiera del Credito.
Senza contare la partita aperta dei crediti deteriorati e le ricadute che essa stessa sta producendo, effetto di una disorganizzazione aziendale che si sta rivelando sempre più essere caratterizzata da assenza di progetti strutturali e impostata solo sul mero taglio dei costi.
Tali colleghi vivono una quotidianità fatta di incertezze per il futuro e di rischi operativi per il presente: la vendita della piattaforma NPL in preparazione risulta avere contorni assai poco chiari e le rassicurazioni giunte da parte aziendale in tema di esternalizzazioni appaiono insoddisfacenti.
Suddetti eventi hanno messo a nudo tutte le fragilità e le debolezze di un sistema imperfetto. A tal proposito come OO.SS. di Torino convocammo il 2 ottobre 2015 un’assemblea delle Lavoratrici e dei Lavoratori che produsse l’ordine del giorno allegato, che denunciava la carenza di organico rispetto alla mole di lavorazioni da gestire, l’assenza della necessaria istruzione e soprattutto gli alti rischi operativi, connessi alle lacune normative. Dal momento che l’Azienda non ha accolto tali istanze, riteniamo sia imperativo fare un ragionamento serio ed approfondito su questa incresciosa vicenda.
In primis occorre riflettere sull’efficacia dei sistemi informativi: sono adeguati? Forniscono garanzie su chi fa l’operazione e verificano se è autorizzato a farla? Laddove si riceva autorizzazione a procedere, tale autorizzazione è sufficiente a tutelare il collega? Sono previsti sistemi di controllo immediato per cui l’operatore si accorge se sta operando nei limiti dell’autonomia? Bloccano l’operatore medesimo se questo esegue un’attività che va oltre i massimali stabiliti?
In secondo luogo si deve osservare con occhio critico il sistema delle procedure: pure in questo caso esiste una necessità di adeguatezza non soltanto rispetto alle normative ma anche rispetto ai temi della sicurezza. Le informazioni fornite agli operatori sono chiare? Soprattutto esistono “mandati” scritti, stringenti, così come avviene, per esempio in ambito diverso, per gli informatici che amministrano la rete? Ultimo, ma non per importanza, il sistema dei controlli: un sistema efficace interviene prima, previene la possibilità che determinati fatti possano accadere.
Non c’è pretesa di consiglio in tutto ciò, ma certamente c’è – da parte del sindacato – la ferma volontà di porre all’attenzione di tutti che esiste un grave problema strutturale che deve essere valutato nella sua complessità.
Esiste un patto di fiducia e di credibilità che è stato compromesso in questa vicenda: è quello fra i lavoratori di questa Banca ed il sistema che governa i processi con cui tutti noi operiamo. Auspichiamo a questo riguardo che l’azienda voglia informare la RSA sulle decisioni che
verranno prese per adeguare l’organizzazione del lavoro e i sistemi informativi e di controllo ad idonei standard di sicurezza.
A tal riguardo è nostra intenzione richiedere unitariamente un prossimo incontro da effettuare alla presenza della Direzione di Area e dei Responsabili aziendali dei servizi del credito in DG, al fine di proporre ulteriori soluzioni e per capire meglio cosa la Banca avrà intenzione di fare per migliorare la situazione di queste realtà.
Ci dispiacerebbe dover leggere l’ennesimo sarcastico articolo di giornale nei confronti della nostra Banca, che procederebbe contro i suoi stessi Lavoratori anzichè rivedere le proprie procedure, che hanno dato ampiamente modo di essere considerate quantomeno inaffidabili, o rivolto contro i propri manager magari tacciati di incapacità di gestire la Banca e pagati oltre ogni ragionevole buon senso.
Siamo sicuri che il patrimonio umano di questa azienda costituisce una garanzia per il futuro di tutti. Certo bisognerà impegnarsi con grande pragmatismo e con eccezionale carattere affinché in futuro non si ripetano episodi tali da mettere a rischio i posti di lavoro delle persone che lavorano in Banca Monte dei Paschi.
Torino 29.07.2016 OO.SS. MPS TORINO

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