Dall’invito del 19 gennaio a manifestare interesse all’acquisizione delle 4 Nuove Banche non è stato dato di conoscere quali condizioni sono state poste dall’ Unita’ di risoluzione presso Banca d’Italia ai potenziali acquirenti. Dopo 8 mesi si riparte. Da dove? Le offerte , respinte a ragione – pare – soprattutto del prezzo offerto, troppo basso. Non si conosce se proposta della proprietà e offerte dei potenziali acquirenti abbiano preso in considerazione cosa fare delle 4 banche e delle società dalle stesse controllate e/o partecipate; quali progetti per l’economia dei territori interessati e per il lavoro. Si riaprono i negoziati e appaiono, stando alla stampa, nuovi soggetti, italiani finora silenti, in attesa.
Di nuovo: a quali condizioni? Serve una soluzione strutturale: assetti proprietari e societari stabili e duraturi. Ne hanno bisogno le 4 Nuove Banche per consolidare il risanamento e il rilancio. Ne hanno bisogno le comunità locali, le imprese, i risparmiatori. Ne hanno bisogno i dipendenti e gli altri lavoratori dell’indotto. E non solo per i sacrifici richiesti ai piccoli azionisti, agli obbligazionisti in attesa del promesso indennizzo, ai dipendenti cui sono stati richiesti pesanti riduzioni salariali e normative.
L’esito della vicenda, anche se riguarda una parte ridotta del sistema, non potrà non incidere sulla qualità del giudizio complessivo sul sistema creditizio,sulle Autorità di vigilanza e di Governo del nostro Paese.
Ricordando sempre che non c’è’ ne’ ripresa ne’ sviluppo se non si salvaguardano i livelli occupazionali e la qualità del lavoro.
Jesi, Arezzo, Chieti e Ferrara 7 Agosto 2016