Il Coordinamento Regionale per i lavoratori esattoriali e le Rappresentanze Sindacali FISAC/CGIL presso la Direzione Regionale di Equitalia Servizi di Riscossione SpA, con grande soddisfazione, comunicano che il Tribunale Ordinario di Firenze, Sezione Lavoro – in ordine al ricorso presentato dal collega e iscritto Fabio Americcioni contro il licenziamento individuale disposto a suo carico per presunto giustificato motivo oggettivo, ovvero: “…la mancata accettazione da parte del (lavoratore) ricorrente delle (nuove) mansioni e l’indisponibilità delle altre posizioni lavorative equivalenti e immediatamente inferiori al livello di inquadramento del lavoratore…”, con Ordinanza del 21 luglio u.s. – accertata “…la manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, cui segue la tutela prevista dall’art.18 comma 7 L. n.300/1970…” ha così disposto: “ …P.Q.M. in accoglimento della domanda in ipotesi, annulla il licenziamento intimato con lettera del 03/11/2015; condanna Equitalia Centro SpA alla reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro di ufficiale di riscossione presso la sede di Perugia e al pagamento di un indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione globale di fatto dal licenziamento alla reintegrazione, nella misura non superiore a 12 mensilità, oltre regolarizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali; condanna la società convenuta al pagamento delle spese…”. Il Giudice del Lavoro, peraltro, ha riscontrato che nel caso in parola e a danno del collega, “… si è in presenza di demansionamento anche alla luce della nuova formulazione dell’art.2013 c.c. …”.
Quindi una significativa e inequivoca vittoria giudiziale, ma soprattutto politica, civile ed etica per Fabio, per la FISAC/CGIL ed il Sindacato tutto, nella prima fase di un contenzioso che sarà senz’altro lungo e complesso, ma che deve (dovrebbe) indurre una seria riflessione nel management di Equitalia o del soggetto che ad essa seguirà nel servizio nazionale di riscossione, sulla necessità di ricondurre le politiche del personale ad un senso di misura, equilibrio e moderazione, piuttosto che al ricorso – come avvenuto nell’ultimo periodo – ad una insensata caccia alle streghe nei confronti del personale, sulla base di provvedimenti disciplinari a raffica e, purtroppo, di licenziamenti individuali. Peraltro nel caso di specie, il provvedimento così irrogato al collega, appariva dinanzi la pubblica fede e sin dall’origine, quale totalmente insussistente nelle motivazioni e nei fatti ascritti, nella forma di gravissimo sopruso e dalla valenza generale intimidatoria. Né è concepibile che chiunque contesti atti aziendali ritenendoli illegittimi o dissenta civilmente da essi, possa essere criminalizzato, perseguito e sanzionato arbitrariamente. I dipendenti del Gruppo sono cittadini della Repubblica a tutti gli effetti, con i diritti e i doveri prescritti dalla Costituzione, dalle Leggi e dai contratti collettivi di lavoro, non sudditi del despota aziendale di turno, sia chiaro una volta per tutte.
Le Scriventi, per quanto esposto, in nome e per conto del nostro collega e iscritto Fabio Americcioni, a cui dobbiamo riconoscere, pur nella grave condizione di difficoltà di questi mesi, una serenità e saldezza d’animo non comuni,
RINGRAZIANO
- quelle Rappresentanze Sindacali delle OO.SS. degli esattoriali dell’Umbria,
- quelle Segreterie Regionali di Categoria dell’Umbria,
- quelle lavoratrici e lavoratori della Direzione Regionale dell’Umbria,
- quei Coordinamenti Regionali degli esattoriali FISAC/CGIL
- quegli ex colleghi e semplici cittadini, che in varie forme, pubbliche e private, con generosità, hanno inteso mostrare solidarietà al collega;SI AUGURANO
che, per il tramite di questa difficile prova e in una congiuntura di grande complessità per il futuro del comparto, possa rafforzarsi l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori esattoriali dell’Umbria.
Non si può ringraziare, di converso, quei personaggi, che con modalità vergognose e dediti a indicibili relazioni clientelari con certuni poteri aziendali della cessata e non compianta Equitalia Centro SpA – intendendo così giustificare il provvedimento di licenziamento – in questi mesi hanno denigrato ripetutamente la persona di Fabio Americcioni, per il tramite di veleni, calunnie e menzogne di ogni genere, raffigurandolo alla stregua di un pazzo, di un esaltato, o peggio, di un delinquente, e, nello stesso tempo, con logica aberrante e contraddittoria, diffamato la FISAC/CGIL, addirittura accusata di voler usare strumentalmente le altrui disgrazie secondo i propri fini, per lucrare facile consenso.
L’ultima menzione deve essere rivolta a quei soggetti, che, nel nostro ambito sindacale, venendo meno alla responsabilità e dignità del ruolo, ridotti in condizione di sudditanza culturale e terrorizzati dalla sola idea di dover contrastare un potere forte dello Stato, hanno pensato bene di potersi nascondere dietro il paravento di opportunistiche quanto sprovvedute consulenze legali in materia giuslavoristica, intendendo così persuadere Fabio Americcioni a piegare la testa e rinunciare all’esercizio di propri e inalienabili diritti costituzionali, perché “…i tempi sono cambiati…” (…).
Ma la DEMOCRAZIA, I DIRITTI DELLE PERSONE, LA GIUSTIZIA SOCIALE, non sono mode che per propria natura passano, si modificano e o si estinguono con il mutare dei tempi. Un Sindacato che deflette nella propria missione da simili valori universali e rinunzia alla cultura e alla tutela dei diritti, è destinato irrimediabilmente alla sconfitta o alla irrilevanza e marginalità nella società civile.
Quindi, nel concludere queste riflessioni, invitiamo tutti coloro che hanno avuto a cuore le vicende di Fabio e più in generale, la valenza effettiva di certi principii fondativi la nostra civiltà – siano essi mossi da amicizia, stima, affetto o semplicemente per aver condiviso eticamente la sua battaglia – a gioire insieme a noi, perché
LO STATO DI DIRITTO HA PREVALSO SULL’ARBITRIO.
Perugia, 26 luglio 2016
Il Coordinamento Regionale per i lavoratori esattoriali/Le Rappresentanze Sindacali FISAC/CGIL dell’Umbria