La prossima potrei essere io… Questa frase è diventata la frase della lotta contro la violenza sulle donne, da anni, anni che passano mentre ancora si contano a centinaia le donne uccise per mano di uomini.
La prossima potrei essere ancora io perchè adesso, proprio qui, a Firenze, è successo ancora. La prossima è stata di nuovo una di noi, una collega, una lavoratrice, un’amica, una vicina di casa, una come noi. Una con una vita normale, un lavoro normale, un uomo apparentemente normale. Questa normalità ci ricorda quanto sia alto il rischio di non vedere il pericolo anche quando ci é vicino. Perchè poi, quando la cosiddetta normalità scompare, rimane la morte, la vita spezzata nei suoi anni migliori, la violenza inaudita, le 20 coltellate affondate sul corpo inerme, la rabbia incontrollata per una storia finita, la follia del delitto annunciato tramite sms e seguito dal suicidio.
Michela si è fidata: l’ex marito le ha chiesto di vedersi per riconsegnarle degli oggetti. Michela, quando l’ha visto forse sorridere quel giorno, come se finalmente accettasse la nuova situazione, ha pensato che forse tutto era passato, che forse era possibile ricominciare un nuovo amore dopo un amore finito. E invece non è sempre come sembra…
Adesso c’è il dolore, la vicinanza alla famiglia, lo stringersi degli affetti. Ma poi è nostro dovere continuare a denunciare, continuare a chiedere che la tragedia dei femminicidi diventi davvero un’emergenza nazionale.
115 donne uccise nel 2015 in Italia; negli ultimi 5 anni quasi 7 milioni di donne italiane fra i 16 e i 70 anni (una su tre) hanno subito una qualche forma di violenza ma ancora il 40% delle donne picchiate fra le mura domestiche non denuncia. Allarmante il dato sulla violenza assistita da figli minori (64%).
Michela Noli lavorava come hostess al check in all’aeroporto di Firenze: noi pensiamo che anche dai luoghi di lavoro, come da ogni piccolo luogo del nostro mondo quotidiano, si debba ripartire per affrontare il dramma assurdo della violenza di genere: con la parola, con l’ascolto, con una ricostruzione del rispetto reciproco fin dai primi anni di vita di bambine e bambini.
Le ore che trascorriamo con i colleghi sono ore di vita, di rapporti, di dialoghi, di reciproca conoscenza. E sono una straordinaria occasione per uscire dal silenzio, per intrecciare relazioni di amicizia, per scambiarsi opinioni su tanti argomenti. Riflettiamo fra di noi su questo triste e drammatico fatto di cronaca, diciamoci cosa pensiamo della violenza di genere e come spieghiamo questo numero assurdo di femminicidi in Italia. Parliamone con i nostri colleghi, con i nostri partner, i nostri amici e coinvolgiamoli in questa battaglia.
Una battaglia che possiamo vincere solo insieme, donne e uomini alleati. Perchè la violenza contro le donne è una sconfitta per tutti.
Scarica e stampa e condividi nel tuo luogo di lavoro il manifesto Contro la Violenza sulle donne del 25 novembre 2014
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