Aggiornamento sul Fondo Pensione Nazionale del Credito Cooperativo.
L’Assemblea Ordinaria dei Delegati (composta da 30 delegati di parte datoriale in rappresentanza delle aziende e 30 delegati di parte sindacale, in rappresentanza dei lavoratori) del 28 aprile 2016 ha approvato il Rendiconto annuale relativo alla gestione 2015 nonché il budget di spesa per il 2016.
Risulta che l’Assemblea ha anche proceduto al rinnovo dei componenti il Consiglio di Amministrazione e il Collegio sindacale del Fondo Pensione Nazionale.
Premessa
Il Fondo Pensione Nazionale gestisce il risparmio previdenziale e la previdenza complementare di 31.041 lavoratori del Credito cooperativo. Non aderiscono i lavoratori della provincia autonoma di Trento, i quali storicamente hanno un proprio Fondo e buona parte dei lavoratori della provincia autonoma di Bolzano, i quali hanno aderito ad un fondo aperto.
Il patrimonio del Fondo Pensione Nazionale è di oltre 2 miliardi di euro al 31 dicembre 2015.
E’ fondamentale conoscere i NUMERI relativi al Fondo Pensione.
Per agevolare la lettura, li riportano in allegato alla presente nota.
Rendimento Fondo pensione BCC e Fondi Pensione Negoziali e Aperti.
Nella tabella che segue mettiamo a confronto i rendimenti dell’anno 2015 del Fondo Pensione Nazionale BCC con quelli dei Fondi Pensione Negoziali e dei Fondi Pensione Aperti (fonte COVIP).
* I rendimenti, dati provvisori al 31/12/2015, sono calcolati come variazione di indici di capitalizzazione e sono al netto dei costi di gestione e della tassazione prevista per i fondi negoziali. (Fonte Covip ).
Riflessione sui rendimenti.
Fatta eccezione per il comparto garantito, nel 2015 il Fondo Pensione ha registrato rendimenti inferiori alla media dei rendimenti dei fondi negoziali e aperti (come già illustrato nella tabella precedente).
Ad incidere sul rendimento inferiore è sicuramente l’andamento della gestione diretta, in perdita per oltre 8 milioni di euro e cosi suddivisa per i vari comparti:
La gestione finanziaria diretta ammonta complessivamente a 381 milioni di euro (quasi il 20% del patrimonio del Fondo).
La gestione finanziaria indiretta è positiva su tutti i comparti con un ammontare di oltre 31 milioni.
Nell’ambito della gestione finanziaria diretta:
BCC obbligazionario istituzionali
L’investimento di oltre 71 milioni nella gestione diretta non è agevolmente decifrabile.
(sono obbligazioni Plain vanilla delle BCC e degli organismi del movimento, oppure ci sono anche subordinati o tranche junior di cartolarizzazioni non sottoscritte dalle singole BCC o da società del movimento ?).
Fondo immobiliare Melograno.
L’investimento partito nel 2007 con 36 milioni è ora arrivato a 150 milioni di euro.
Dal bilancio 2015 si evidenziano, infatti, che le quote sottoscritte del Fondo Melograno ammontano a 95 milioni ed anche impegni di sottoscrizione per ulteriori 45 milioni, cioè somme ancora da versare al Fondo Melograno, per gli investimenti fatti e anche per estinzione di operazioni creditizie.
Per inciso, trattandosi di un fondo immobiliare chiuso, nel sito internet pubblico non sono accessibili altre informazioni.
La COVIP ha evidenziato e segnalato già dal 2013 criticità negli investimenti immobiliari del Fondo Pensione Nazionale, con specifico riferimento al monitoraggio della gestione immobiliare stessa e particolare riguardo ai profili di trasparenza dei rapporti fra il gestore SGR Investire immobiliare (ex BENI STABILI SGR) e il Fondo Pensione, nonché alle procedure di verifica poste in essere dall’incaricato (Advisor) del controllo della gestione immobiliare.
Il Fondo Immobiliare Melograno, inoltre, ha registrato per l’anno 2015 una svalutazione del valore degli immobili di circa 2,4 milioni.
Detta svalutazione ha ovviamente comportato riflessi negativi sull’andamento dei comparti per il conseguente relativo minore valore delle quote.
Il Fondo Pensione Nazionale, pur avendo ridotto la commissione del gestore immobiliare dall’ 1,25% allo 0,55% sul valore del NAV (ndr.: valorizzazione mensile delle quote) continua a riconoscere al gestore un valore commissionale molto alto, calcolato quasi esclusivamente sul valore degli immobili e non sulla loro gestione ed effettiva redditività.
Se il Fondo Pensione Nazionale riconosce al gestore le commissioni in base al valore che si è deciso di attribuire agli immobili e non in base alla loro effettiva redditività, quale interesse potrà avere il gestore a ricercare possibili locatari per mettere a reddito gli immobili (ndr.: una volta locati, gli immobili aumenterebbero effettivamente di valore, con ripercussioni positive anche sui comparti del Fondo Pensione Nazionale)?
Rinnovo organi del Fondo Pensione Nazionale: Consiglio di Amministrazione e Collegio dei sindaci.
L’Assemblea dei delegati è composta di 60 delegati, 30 di nomina datori di lavoro e 30 in rappresentanza dei lavoratori.
I 30 delegati in rappresentanza dei lavoratori da aprile 2015 sono espressione:
- 13 della FABI
- 9 della FIRST/CISL
- 5 della FISAC/CGIL
- 3 della UILCA
Questi 30 delegati sono stati chiamati ad eleggere i rappresentati dei lavoratori in seno al Consiglio di Amministrazione (5 consiglieri, fra cui il Vice Presidente) e nel Collegio dei sindaci (2 sindaci effettivi, fra cui il Presidente, 2 sindaci supplenti).
Il Fondo Pensione Nazionale non ha ad oggi pubblicato il risultato delle elezioni effettuate il 28 aprile c.a.
Dalla lettura del comunicato di una O.S., apprendiamo che:
“Sono entrati in CDA, in quota all’organizzazione FABI, Piergiuseppe Mazzoldi, Werner Pedoth e Daniela Piccini, ottenendo tre posti su cinque. Tutti e tre gli eletti vantano già un’esperienza consolidata all’interno del Fondo, poiché hanno ricoperto la carica di Consiglieri per diversi mandati.
La FABI è, inoltre, presente all’interno del Collegio Sindacale, con la nomina di Caterina Nannini”.
Gli altri 2 posti in Consiglio di Amministrazione sarebbero stati attribuiti alla UILCA.
Non si è inteso, quindi, tenere conto né dei normali criteri di rappresentatività e tantomeno della effettiva rappresentanza dei lavoratori aderenti al Fondo Pensione Nazionale.
Le OO.SS. FABI e UILCA (che esprimono insieme 16 delegati su 30) hanno comunicato, giusto prima di procedere al voto, la decisione di occupare tutti i posti in CDA con proprie candidature.
Alla FIRST/CISL e alla FISAC/CGIL (ndr.: rispettivamente,seconda e terza Organizzazione di rappresentanza sindacale del settore) è stato offerto un componente ciascuno nel Collegio sindacale.
La suddetta “offerta” è stata preceduta da un giudizio politico negativo congiunto di FABI e UILCA su recenti accordi sindacali negoziati e stipulati in diverse BCC ed è stata formulata nel presupposto che FIRST/CISL e FISAC/CGIL non avrebbero, come per il passato, garantito il sostegno alle posizioni e rivendicazioni portate avanti da FABI e UILCA nel Consiglio di Amministrazione del Fondo Pensione Nazionale.
L’ “offerta “è stata declinata sia dalla FIRST/CISL che dalla FISAC/CGIL, non tanto per i numeri in sè quanto per il presupposto politico e il sottointeso condizionamento.
Peraltro, i nuovi amministratori del Fondo Pensione Nazionale di parte sindacale rappresenterebbero molto meno del 50% dei circa 31.000 aderenti al Fondo.
Stando ai numeri (agevolmente verificabili), al netto dei lavoratori in servizio nelle provincie di Trento e Bolzano ( * ) , FIRST/CISL e FISAC/CGIL rappresentano lo stesso numero di lavoratori aderenti al Fondo Pensione Nazionale.
( * ) nella provincia autonoma di Bolzano è stato sottoscritto, già da diversi anni, un accordo locale per trasferire tutte le posizioni dei dipendenti delle BCC ad un Fondo aperto; nella provincia autonoma di Trento i lavoratori aderiscono al Fondo pensione territoriale delle BCC del Trentino.
Da ultimo, l’Assemblea dei delegati il 28 aprile scorso ha deliberato, a maggioranza (con il voto contrario di tutti i delegati FISAC), di aumentare il gettone di presenza da 150 euro a 250 euro per le partecipazioni alle riunioni del CDA e delle commissioni; di prevedere un compenso di seimila euro annui per il Presidente e di tremila euro annui per il Vice Presidente.
I deludenti risultati 2015 dei rendimenti dei comparti non hanno ricevuto l’attenzione che il problema merita, soprattutto in prospettiva.
La situazione potrebbe comportare conflitti all’interno del Consiglio di Amministrazione, incidendo sulle priorità nella gestione del Fondo Pensione.
L’unicità del Responsabile e del Direttore del Fondo costituisce un presidio per il necessario esercizio delle responsabilità attribuite da COVIP e dalla legge e, pertanto, una maggiore tutela per gli aderenti.
Ovviamente compete alla COVIP vigilare sulla sana e prudente gestione del Fondo e del patrimonio, frutto di conquiste contrattuali e del risparmio previdenziale degli aderenti, della contribuzione aziendale e del TFR destinato a previdenza complementare.
Non trascuriamo, inoltre, che il Fondo deve adeguarsi alla nuova disciplina in materia di limiti agli investimenti e conflitti di interesse.
Quale Fonte istitutiva del Fondo pensione cureremo con il consueto impegno tutte le vicende del Fondo, dato che le stesse incidono sul risparmio previdenziale dei lavoratori aderenti.
Roma, 16 maggio 2016
Il Coordinamento Nazionale – I componenti dell’Assemblea dei delegati
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