Frana Apuane Cgil Toscana: andare a lavoro non deve far rischiare la vita. Domani sciopero

A Carrara, nelle Cave di Colonnata, oggi è avvenuto un gravissimo incidente sul lavoro, con più lavoratori coinvolti. “Un’altra inaccettabile giornata. Gli incidenti sul lavoro non si fermano, c’è sempre più paura e preoccupazione tra i lavoratori, tutti dobbiamo domandarci come fare di più per combattere questa piaga. Esprimiamo cordoglio e vicinanza ai familiari dei lavoratori coinvolti”, commenta il segretario generale della Cgil di Massa Carrara Paolo Gozzani.
Aggiunge Dalida Angelini (segretaria generale di Cgil Toscana): “I numeri degli incidenti sul lavoro sembrano ormai quasi quelli di un bollettino di guerra, ogni giorno i lavoratori escono la mattina per fare il loro mestiere nelle cave e si chiedono se torneranno a casa. Andare a lavoro non deve mettere a rischio la vita. Avevamo chiesto un tavolo permanente per trovare strumenti di controllo e prevenzione sul tema dei rischi alla sicurezza sul lavoro, oggi siamo a riproporlo alle istituzioni locali e regionali”.

Frana Apuane: domani sciopero lavoratori settore marmo
Sciopero generale dell’intero comparto del marmo domani per tutta la giornata, organizzato dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil di Massa Carrara, con i Cobas Marmo. L’attività si fermerà sia nelle cave, sia nei laboratori e nelle segherie. Dalle 10 le sigle sindacali e i cavatori saranno in presidio sotto il comune di Carrara, per un sit in di protesta contro le condizioni di lavoro degli operai. “Chiederemo al sindaco di Carrara il ritiro della concessione per chi non rispetta le norme di sicurezza in cava – ha detto il segretario della Cgil di Massa Carrara Paolo Gozzani-. Quei ragazzi lì sotto non ci dovevano stare; è ora di finirla di raccontare frottole ai lavoratori”. (ANSA).

Revoca delle concessioni a chi non rispetta le regole

Di Paolo Gozzani  Di fronte alla gravità dell’incidente di oggi, tutti abbiamo il dovere di aggiungere al cordoglio parole chiare sulla necessità di fermare una corsa alla produzione che impone troppo spesso ritmi e modalità di lavoro inaccettabili in un ambiente pericoloso e difficile come la cava, perché rischiano, molto più che altrove, di avere esiti letali.
Negli anni studi, prescrizioni e controlli si sono moltiplicati grazie allo scrupolo e alla passione di tanti operatori che oggi, di fronte al crescendo di incidenti spesso mortali a cui assistiamo, sono giunti fino al punto di denunciare pubblicamente un senso di frustrazione e di impotenza. E’ evidente che in questo mondo, accanto ad imprenditori sensibili ed attenti, sopravvivono e talvolta prosperano sacche di insofferenza alle regole di tutti i generi, fiscali, ambientali, urbanistiche e di sicurezza che, producendo proprio grazie a questo buoni margini di profitto, trascinano anche imprese più sane in una sorta di vortice concorrenziale, che si traduce in un eccesso di pressione nell’ambiente di lavoro e dunque in incidenti.
A tutto questo è ora di dire basta. I grumi di interesse che resistono a tutti gli sforzi di costruire un modello di produzione condiviso, sicuro per chi ci lavora, compatibile con l’ambiente e alleato della comunità in cui prospera, devono essere rimossi una volta per tutte, perché stanno determinando un peggioramento generale delle condizioni di lavoro e un comprensibile e diffuso sentimento di indignazione civile, purtroppo ormai non lontano dal rigetto generalizzato per questo tipo di industria. Noi che abbiamo sempre creduto che l’identità di questo territorio sia inscindibilmente legata al lavoro del marmo vogliamo che chi questo lavoro lo fa e lo ama lo faccia però nella massima sicurezza, per sé e per il territorio.
Per questo chiediamo alle pubbliche amministrazioni, quando si accertano responsabilità gravi di violazione delle regole, di colpire chi ne è responsabile con la revoca delle concessioni. Soprattutto nei casi in cui violazioni irresponsabili provochino disastri e perdite di vite umane.
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Frana Apuane: Rossi, di lavoro non si deve morire In cava si muore quando non si rispettando procedure
“Prima viene la vita e poi il denaro. In meno di un anno quattro morti alle cave di Carrara. Si può ancora sostenere che si tratta di sviluppo umano, di equilibrato sfruttamento della natura, e che la ricchezza è distribuita e che la sicurezza è garantita? Sono stato sul posto e ho parlato con i lavoratori, compagni dei morti. Mi hanno detto con le lacrime agli occhi che quello è il loro lavoro. Non sono d’accordo: di lavoro non si deve morire”. Lo afferma il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in un post su Facebook. “Insieme dobbiamo trovare il modo perché questo principio morale e giusto si realizzi. In cava si muore principalmente quando non si rispettano le procedure. Non basta la solidarietà alle famiglie. Dobbiamo – aggiunge Rossi – fare in modo che la sicurezza prevalga sugli interessi economici. L’idea dei sindacati è di togliere o sospendere per un periodo lungo la concessione alle cave dove si hanno incidenti mortali e si accerta che la causa è il mancato rispetto delle procedure. Parliamone, verifichiamo se ci sono i fondamenti giuridici per un provvedimento di questa natura”. “Io dico subito che sono a favore: prima viene la vita e poi il denaro”, conclude il presidente della Toscana. (ANSA).

Frana Apuane: Cisl, per settore lapideo triste primato morti Serve ‘patente a punti’ per le imprese
“Il nuovo, drammatico incidente che ha interessato una cava di marmo a Carrara è la conferma che la situazione sul fronte della sicurezza sul lavoro è diventata insostenibile. In quelle cave sono morti tre operai in pochi mesi, un bilancio che assegna al settore lapideo della provincia apuana il triste primato delle morti sul lavoro”. Lo hanno dichiarato il segretario della Filca-Cisl nazionale, Riccardo Gentile, e il segretario generale della Filca Toscana, Ottavio De Luca, commentando l’incidente di questo pomeriggio in una cava di Carrara. “Evidentemente – aggiungono – c’è un problema sicurezza che è necessario affrontare subito e drasticamente. Le istituzioni dovrebbero prendere in seria considerazione la nostra idea, lanciata pochi mesi fa, di introdurre nel settore lapideo una sorta di ‘Patente a punti’ per le imprese, simile a quella già proposta per l’edilizia. Lo scopo di questo strumento, nelle nostre intenzioni, è di premiare le realtà virtuose e di escludere dal mercato quelle nelle quali si verificano troppi infortuni”. (ANSA).

Frana Apuane: Uil, sconcertante stillicidio incidenti

“È sconcertante questo stillicidio di incidenti sul lavoro che tocca tutta la Toscana, ma in particolare l’area di Carrara e le sue cave”. Lo dice il segretario della Uil Toscana Francesca Cantini alla notizia del crollo di una cava a Colonnata. “Chiediamo a tutte le istituzioni, a cominciare dalla Regione, di dare maggiore impulso al tavolo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro – aggiunge Cantini – Non basta qualche sporadica riunione, servono atti concreti e precisi per affrontare senza tentennamenti un’emergenza quale la sicurezza dei lavoratori. Noi, come Uil Toscana, siamo pronti a fare la nostra parte. Dobbiamo tutti impegnarci di più. È inaccettabile che in Toscana si debba ancora morire di lavoro”.(ANSA).

I FATTI
Gravissimo incidente sul lavoro alle cave di marmo di Colonnata. Una frana di detriti e marmi ha coinvolto tre cavatori.
Secondo le prime informazioni si sarebbero staccati dei massi, che hanno trascinato giù due operai, che al momento risultano dispersi. Un terzo lavoratore è invece rimasto sospeso nel vuoto, fino all’intervento dei soccorritori, che lo hanno salvato dall’elisoccorso Pegaso e portato in ospedale. Un altro cavatore per lo choc è stato colto da malore e trasportato al pronto soccorso.
Sarebbero franate quasi duemila tonnellate di marmo e i due operai sarebbero precipitati nel vuoto per circa trenta metri e con loro anche una macchina tagliatrice. La tragedia è avvenuta nel bacino denominato Gioia, nel cuore delle cave di Carrara, nella cava Antonioli. I tre cavatori stavano tagliando un costone quando si è verificato il crollo. Sul posto ci sarebbe stato anche un operaio con l’escavatrice. Forse gli operai stavano ultimando il taglio di una parete. I cavatori precipitati probabilmente erano intenti a togliere le verghe dove scorre la macchina tagliatrice. In tutti i bacini delle cave delle Alpi Apuane sono stati sospesi i lavori. Sul posto si sta recando anche il prefetto di Carrara Giovanna Menghini.
Tra l’altro, sul posto questa mattina, era presente una troupe della Rai per un servizio proprio sulla sicurezza nelle cave.

Photo by runneralan2004

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