Banca d’Italia: Atteggiamenti civili e responsabili

Nel periodo della chiusura delle trattative relative alla riforma delle carriere, alto è stato il livello delle polemiche raggiunto tra le varie sigle sindacali presenti all’interno della Banca.
Aldilà delle legittime differenze di opinione, la Fisac CGIL non concorda con chi invita i colleghi a dimettersi dai Sindacati. Noi riteniamo (e con noi la Costituzione del nostro Paese) che tra datore di lavoro e lavoratore non ci sia un rapporto di forza paritario e che solo con l’unire le diverse individualità in un collettivo si possa tentare di portare in equilibrio questo rapporto. Per tutto ciò invitiamo i lavoratori non solo a continuare a riconoscersi nel Sindacato ma anche a determinarne il cammino con una presenza attiva. Di seguito pubblichiamo la lettera inviata dalla Segreteria Nazionale della Fisac CGIL Banca d’Italia a tutti i colleghi:

Cara/o collega,

le settimane appena trascorse sono state caratterizzate – sindacalmente parlando – da una miriade di volantini delle varie sigle sindacali presenti nel nostro Istituto che, forse, più che chiarire le diverse posizioni politiche nonché il merito della riforma delle carriere, hanno creato confusione e difficoltà nella creazione di una propria opinione in materia.

Come noto, la Fisac Cgil ha sottoscritto la riforma delle carriere diverse da quella direttiva per le ragioni già dette con varie comunicazioni e che, succintamente, fanno riferimento alla necessità di non distruggere i diritti acquisiti e di introdurre elementi di novità tali da risolvere – almeno parzialmente – problematiche inerenti lo sviluppo professionale e la crescita dei colleghi più giovani.

La sottoscrizione è avvenuta a seguito di un percorso democratico preciso e rigoroso sancito dalla consultazione referendaria organizzata da Fisac, Uilca e Falbi che ha visto la approvazione dell’ipotesi d’accordo. Tra l’altro, visto la delicatezza della materia, lo stesso accordo firmato prevede una fase di riflessione ed eventuale revisione nel 2019.

Questa O.S. ritiene di ritornare sulla questione “inquadramenti” per farti riflettere sul fatto che utilizzare tale argomento per richiedere – come fanno alcuni – la cancellazione dai sindacati è eticamente discutibile, oltre a mettere in discussione il concetto stesso di democrazia e di rappresentanza sindacale. È una strategia che va di pari passo con la totale mancanza di contenuti propri e con una dialettica basata esclusivamente sull’avversare aprioristicamente le proposte altrui – da qualsiasi sindacato esse provengano.

La Fisac Cgil, invece, ti chiede di riflettere bene sull’attuale fase delle relazioni aziendali all’interno della Banca d’Italia, sulle proposte sindacali che vengono portate avanti, sui valori che intendi siano fondamentali per “viver bene” anche nel nostro contesto.

Pertanto, è indispensabile iscriversi al sindacato, sia esso confederale o autonomo, sia esso maggioritario o di “opposizione”. La partecipazione, la discussione sul luogo di lavoro, la necessità di rimanere informati su una cosa “comune” come la Banca, deve essere e rimanere patrimonio comune di tutti noi.

Ovviamente, per qualsiasi questione noi della Fisac Cgil ci siamo, come sempre.

Un caro saluto.

La Segreteria Nazionale

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