Sono ormai passati molti mesi da quando, dopo un difficile confronto, si è arrivati finalmente a sottoscrivere un’Intesa che avrebbe dovuto tracciare, nelle intenzioni delle Parti, un nuovo percorso nelle relazioni interpersonali e professionali tra i vari ruoli dirigenziali ed i Colleghi della rete.
Il protocollo sulle politiche commerciali prevedeva infatti l’insediamento di una commissione ad hoc finalizzata a garantire che “le regole ed i principi atti ad assicurare il proseguimento degli obbiettivi commerciali della Banca nel rispetto della clientela e della dignità personale e professionale dei Lavoratori” fosse rispettata da tutti.
In questi mesi si sono effettuate due riunioni ravvicinate con l’intento prioritario di segnalare le anomalie e storture interpretative delle norme e dei comportamenti e poi di verificare la concreta realizzazione degli interventi messi in atto dall’Azienda e della loro efficacia.
Dopo un primo momento in cui sembrava che determinati comportamenti fossero stati messi sotto controllo, (forse solo perché eravamo alla fine dell’anno) ci siamo ritrovati, stanti le segnalazioni che sempre più frequentemente arrivavano ed arrivano dalle RSA e dai Colleghi, a dover nuovamente richiedere un intervento più incisivo per riportare la situazione alla normalità.
In data 22 febbraio u.s. l’Azienda, tenendo fede a quanto richiesto nella seconda riunione della Commissione, ha fatto pervenire a tutti i Capi Area e Direttori Operativi, con richiesta di portarlo a conoscenza di tutti i Colleghi della filiera commerciale, un “protocollo” che riepilogava in modo sintetico quanto previsto dalla attuale normativa e dalle disposizioni vigenti.
Ebbene, nonostante la capillare e tempestiva diffusione, possiamo dire senza timore di smentita che “NESSUNO SE N’È ACCORTO”, anzi per alcuni aspetti ed in alcuni casi ha prodotto l’effetto contrario.
È sembrata infatti una sfida a voler imporre, con arroganza, di raggiungere i risultati a qualunque costo, in barba a quello che le norme vigenti ed il buonsenso vorrebbero; e non stiamo parlando solo di comportamenti sporadici, ma di un “vezzo” ormai diffuso in gran parte della nostra Banca.
L’Organismo Paritetico sulle Politiche Commerciali non è uno strumento di “propaganda” attraverso il quale l’Azienda può pulirsi la coscienza con qualche richiamo, stigmatizzando solo quei comportamenti che, prima o poi, verrebbero comunque censurati da altre Autorità.
È compito e responsabilità dell’Azienda dimostrare di voler realmente arginare un malcostume diffuso comunicando, nel corso del prossimo incontro previsto per giovedì 31 marzo p.v., quali azioni intende attuare concretamente affinché:
• non vengano richiesti report della produzione giornalieri o, peggio, orari;
• non vengano stilate classifiche, più o meno realistiche, di “buoni” e “cattivi”; né tantomeno utilizzare Lync o riunioni per mortificare i Colleghi inseriti in quelle classifiche;
• non vengano modificati i budget (che, come da Accordo, devono essere percepiti “raggiungibili”) ad uso e consumo di “ambizioni personali” di qualcuno e di obiettivi irrealistici che non tengono conto del contesto né del periodo;
• non vengano più indette riunioni commerciali negli orari più improbabili, tra l’altro senza preavviso, o peggio ancora facendole passare per corsi di formazione in aule ed in ore improvvisate;
• non si verifichino più casi di e-mail in cui si pretende il raggiungimento di determinati risultati nel giro di qualche giorno o qualche ora, minacciando in caso contrario il verificarsi di conseguenze personali, non ultimi ipotizzati trasferimenti punitivi (fino ad oggi, non abbiamo visto nessuno essere licenziato per non aver raggiunto il budget, mentre è capitato purtroppo di veder licenziare qualcuno che ha cercato di raggiungere il budget a qualunque costo).
Naturalmente, come OO.SS., seguiremo con la massima attenzione le vicende dei Colleghi e ci attendiamo che in quella riunione non si debbano nuovamente smentire con i fatti i dati portati al Tavolo, anche perché questo rischierebbe di metterebbe in seria discussione il proseguo dei lavori dell’Organismo insieme all’inutilità di alcune circolari aziendali.
Il tutto infine per sgombrare il campo da un possibile e ormai crescente sospetto che questi modi di agire non siano il frutto di iniziative sporadiche e personali, ma invece nascondano a monte la volontà di avallare o nutrire indifferenza verso tali comportamenti solo perché, forse, manca un’idea vera di fare Banca.
È necessario quindi che la prossima riunione del 31 marzo sia l’occasione per porre un freno definitivo a tutti quei comportamenti ed iniziative che continuano a compromettere il clima aziendale attraverso l’assunzione da parte della Banca dell’impegno di far rispettare concretamente accordi e normative a tutti i livelli di responsabilità.
Siena, 16 marzo 2016