Diamo conto in questa Comunicazione, di un Manuale Antiriciclaggio che il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ha editato per la propria Categoria professionale. Questo rende ancora più attuale il Manuale Antiriciclaggio che la Fisac-Cgil ha di recente pubblicato, in quanto permette alle Lavoratrice ed ai Lavoratori di avere a disposizione anche loro un testo rapido ma efficace per assolvere al meglio agli obblighi che la Normativa Antiriciclaggio assegna ai nostri Colleghi e Colleghe. Ricordiamo che attualmente il Manuale Antiriciclaggio della Fisac-Cgil è in distribuzione su tutto il territorio nazionale e che per richiederlo basta rivolgersi alle proprie strutture sindacali Aziendali o Territoriali della Fisac stessa.
I Commercialisti si organizzano nel contrasto al riciclaggio. Il Consiglio Nazionale della Categoria ha redatto un Manuale delle procedure operative antiriciclaggio per gli Studi Professionali, con il dichiarato obbiettivo di fornire suggerimenti pratici e costituire un utile esempio per strutturare le procedure del proprio esercizio. In pratica è uno strumento che, nelle intenzioni del Consiglio Nazionale, dovrebbe facilitare il lavoro quotidiano del Professionista.
L’obbiettivo è ricercato ripercorrendo la falsa riga del dettato di cui all’art.3 dls.231/2007, il quale prevede che i destinatari adottino idonee ed appropriate procedure in materia di obblighi di adeguata verifica, di segnalazione di operazioni sospette, di conservazione dei documenti, di controllo interno, di valutazione e gestione del rischio.
Di conseguenza, dopo alcuni richiami alla procedura per la gestione dell’incarico professionale ed a quella per la formazione, il nuovo documento si sofferma sulla valutazione del rischio di riciclaggio (come da IV Direttiva Europea). La Direttiva prescrive, infatti, l’adozione di un sistema formale di valutazione del rischio stesso, proporzionato alla natura ed alle dimensioni di ciascun Soggetto obbligato. Per questo il Manuale descrive le attività da porre in essere per giungere all’attribuzione di un livello di rischio di riciclaggio del Cliente ed alla prestazione professionale che richiede.
Compare, poi, la Sezione relativa alla procedura per la conservazione e la registrazione dei dati, in particolar modo nella parte dedicata alla casistica in materia di identificazione del titolare effettivo (contenente, tra l’altro, le ipotesi in cui si è in presenza di una catena di controllo estera, oppure di Trust e/o Fondazioni).
E’ presente, anche, la procedura da seguire per l’eventuale segnalazione di operazioni sospette. Questa procedura, partendo dall’individuazione dell’iter logico del processo di segnalazione, individua i Soggetti coinvolti in tale processo ed analizza i dati che costituiscono il file documentale che il Professionista deve individuare per procedere con facilità ad una segnalazione.
Oltre ad una definizione di una visione organica delle attività svolte dal Professionista stesso per adempiere alla Normativa Antiriciclaggio, le finalità principali perseguite con tale iter sono quelle relative all’individuazione degli strumenti utilizzati e delle responsabilità nel processo, nonché l’identificazione delle operazioni a rischio riciclaggio. La predisposizione di meccanismi di monitoraggio delle attività a rischio, consente al Professionista di intervenire per prevenire/contrastare la commissione dei reati; per ultimo, la previsione di flussi di informazione nei confronti del Professionista tenuto a vigilare sul funzionamento e sull’osservanza delle disposizioni contenute nella procedura, consentirà ( in caso di studi professionali con più Sedi) di avere una visione d’insieme del profilo di rischio legato a ciascun Cliente.
L’ultima parte del Manuale è dedicata alla procedura per il controllo costante nel corso della prestazione professionale, a cui il Professionista è tenuto in base all’articolo 18, comma 1, lettera d) del Dlgs. 231/2007. Questo controllo deve essere attuato analizzando tutte le transazioni concluse nel corso del rapporto di lavoro, verificandone la compatibilità con la conoscenza che l’Ente (o la persona tenuta all’identificazione) hanno del proprio Cliente, delle sue attività commerciali e del suo profilo di rischio, tenendo aggiornati i documenti, i dati e le informazioni ricevute (art.19, comma 1, lettera c).