Banca D’Italia: Formazione e buona volontà

Come c’era da aspettarsi, l’avvio difficoltoso delle UST sta creando una serie di problemi – di piccola o grande entità – che coinvolgono tutti i colleghi che, a vario titolo, operano per conseguire la tanto desiderata (dalla Banca) ristrutturazione della rete periferica.

A queste donne e a questi uomini va innanzitutto la solidarietà della Fisac Cgil e l’impegno del sindacato a cercare di risolvere le varie questioni che, giornalmente, nascono sui posti di lavoro e che altro non sono che il frutto del solito atteggiamento dissennato della Banca che si limita a fissare regole generali e lascia all’iniziativa e alla buona volontà dei lavoratori la risoluzione pratica delle problematiche che si manifestano quotidianamente.

Si fa riferimento a chi lavora nei servizi di Roma e delle Sedi o Filiali ad ampia operatività interessati nel “grande progetto” del vertice dell’Istituto ma soprattutto a coloro che operano nelle UST, perché maggiormente penalizzati: cambiano attività e spesso – per “occuparsi” – devono aspettare che il lavoro arrivi dalle Filiali regionali.

A tale ultimo riguardo, abbiamo notizia di molti casi di lavoratori che, con la trasformazione della propria Filiale (chiudenda), dall’oggi al domani hanno cambiato radicalmente le proprie mansioni – alcune volte al limite del regolamento del personale – trovando, come unico aiuto, l’addestramento da parte del collega più esperto (quando c’è) in un contesto di “smobilitazione” generale.

Poniamo quindi, come fondamentale, la questione della formazione del personale che – obtorto collo – è oggetto di riorientamento a causa della perdita di funzioni operative da parte delle UST.

Ebbene, come indicato anche negli accordi sulle misure di accompagnamento, è tempo che la Banca si faccia carico di queste situazioni, attivando in tempi brevissimi percorsi formativi seri al fine di evitare che i colleghi lavorino nella “approssimazione” e senza alcuna rete di sicurezza.

Ed è giunto il momento, facendo un ragionamento più generale, che la problematica della formazione sia affrontata più seriamente dall’Amministrazione.

Se davvero si vuole un’istituzione che stia “al passo coi tempi”, efficiente ed efficace, le politiche del personale debbono riguardare (sarebbe ora) tutti ed essere caratterizzate da trasparenza e attenzione, trovando una sintesi tra le esigenze della Banca e le aspirazioni dei colleghi.

Roma, 22 gennaio 2016

La Segreteria Nazionale

Photo by Hans (Pixabay)

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