Si è tenuto oggi l’incontro con la Responsabile delle Risorse Umane durante il quale la stessa ci ha rappresentato le proposte di riduzione del costo del lavoro approvate dal CdA di venerdì 6 novembre.
Tali proposte, irresponsabilmente avallate dal CdA, prevedono di identificare strumenti di contenimento del costo del lavoro, quantitativamente analoghi a quelli tutt’ora in corso e per tutta la vigenza del Piano Industriale (2018).
La richiesta aziendale non è stata accompagnata da una rappresentazione chiara delle reali esigenze e delle responsabilità che hanno condotto a tale situazione. Non è stata neanche illustrata l’entità dei risparmi effettuati nel triennio precedente, triennio in cui i Lavoratori hanno dovuto mettere in campo pesanti sacrifici senza che la Banca abbia posto un corrispondente freno alle retribuzioni dei manager che rimangono tutt’ora a livelli inaccettabili e che vanno, senza ulteriori esitazioni, rese pubbliche e drasticamente ridimensionate.
L’Azienda ci ha altresì comunicato la decisione di non attivare per il 2016 il Fondo di Solidarietà. Tale scelta appare incomprensibile e totalmente contraddittoria alla luce della necessità di contenimento del costo del lavoro ed anche delle decisioni solennemente annunciate solo pochi mesi fa.
Siamo di fronte ad una Azienda che vuole unicamente operare scelte di riduzione del costo del lavoro – peraltro continuamente contraddette dal proliferare delle consulenze esterne e dalle assunzioni di alte professionalità – senza fare chiarezza sulle prospettive strategiche e sul futuro della Banca stessa, in un contesto di incertezza e preoccupazione che riguarda anche i livelli occupazionali.
Lo stesso management che oggi chiede ulteriori sacrifici ai Lavoratori è responsabile del ritardo del rilancio commerciale della Banca dovuto all’inefficacia e all’incoerenza delle politiche organizzative operate fino ad ora.
Le scelte unilaterali messe in atto non hanno portato ai risultati sperati, ma hanno invece compromesso le condizioni di lavoro fino a portare all’esasperazione il clima aziendale: premi distribuiti senza rispettare criteri di equità, trasparenza e condivisione, pressioni commerciali sempre più intollerabili, gestione assolutamente discrezionale di ogni aspetto della vita lavorativa, un sistema valutativo inadeguato e insultante hanno condotto a tale situazione. La circolare aziendale pubblicata ieri in materia di LPO – il nuovo sistema incentivante – è l’ennesimo esempio di come la Banca prosegua sulla strada dell’unilateralità ed escluda il confronto, rifiutando ogni istanza proveniente dai Rappresentanti dei Lavoratori.
Per quanto ci riguarda non è il momento di percorrere la strada di una riduzione generalizzata del costo del lavoro ma quello di ristabilire un clima di fiducia e trasparenza nei confronti dei Lavoratori anche attraverso la ripresa del negoziato, previsto dall’accordo firmato il 7 agosto 2014, sulle tematiche relative alla contrattazione di II livello (VAP, Premio Unico di Risultato, Salute e Sicurezza, valutazioni e avanzamenti, assunzioni).
Abbiamo rappresentato all’Azienda la radicale contrarietà rispetto alla proposta formulata. Convocheremo nei prossimi giorni gli Organismi di Coordinamento per le valutazioni del caso e per decidere le azioni da intraprendere.
Siena 10 novembre 2015
LE SEGRETERIE
Fabi First/Cisl Fisac/CGIL Sinfub Ugl Uilca