La notizia è stata accolta con allarme dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e interpretata come una violazione all’accordo sottoscritto un paio di anni fa e che avrebbe impegnato l’azienda a mantenere nella città in cui le Generali sono state fondate i presidi principali salvaguardandone le specificità e le competenze. «Continua un processo di spoliazione della sede triestina di Generali – ha denunciato Elisabetta Faidutti, segretario provinciale di Fisac-Cgil – che da anni registra uno stillicidio di piccoli trasferimenti, ma questo è il primo spostamento totale di un intero blocco dell’azienda. Faremo un comunicato interno per tutti i dipendenti e inviteremo ora anche il sindaco a farsi interprete delle nostre gravi preoccupazioni. Per fare spazio all’Academy – rileva ancora Faidutti riferendosi a un discorso più generale – il palazzo di mattoni rossi viene svuotato di dipendenti (e pare che anche il Circolo sarà fatto trasferire) che passano nelle altre sedi dell’azienda compreso lo stabile di piazza Dalmazia occupato da Genertel».
Il fatto viene assolutamente minimizzato dall’azienda che al contrario fa rilevare come negli ultimi due, tre anni, la percentuale di dipendenti dell’head office della corporate che lavorano a Trieste sia cresciuta fino a superare il 70% del migliaio di unità dell’organico. «Il trasferimento – fa rilevare la direzione – che oltretutto avviene su base esclusivamente volontaria riguarda solo una parte dell’Ufficio comunicazione quello che opera a più stretto collegamento con in media che hanno proprio a Milano la massima concentrazione. Anche la parte dello stesso ufficio che cura l’archivio e il patrimonio rimane invece in città».