Dal 24 al 27 agosto ho partecipato con Angelo Di Cristo (Segretario Coordinamento Unicredit e membro Dip.to Internazionale Fabi) e con Christine Asmussen (del sindacato di settore FSU in Danimarca, coordinatrice del gruppo Nordea) a questa missione gestita da Marcio Monzane, Capo Dipartimento di Uni Finance, finalizzata a promuovere l’affiliazione a Uni dei sindacati polacchi che, in categoria e nei maggiori gruppi transnazionali del settore in Polonia, rappresentano il Forum dei Sindacati Polacchi (la maggiore Confederazione del Paese), OPZZ (proveniente dal sindacato polacco del regime comunista, via via resosi autonomo da quell’origine pur mantenendo un matrice di Sinistra), Negoçiator (articolazione di Opzz nel gruppo Unicredit) e Solidarnosc (il sindacato nato agli inizi degli anni Ottanta, di matrice cattolica, protagonista del profondo cambiamento politico di quegli anni).
La composizione di questa delegazione si basa fra l’altro sul lavoro che a partire dal 2003, in particolare come Fisac-Cgil e come Fabi, abbiamo sviluppato sia in Polonia sia negli altri Paesi dell’asse centro-orientale per costruire un rete efficace ed affidabile di sindacati di categoria e/o aziendali in grado di rafforzare le relazioni industriali transnazionali in particolare in Unicredit, ma anche in Intesa-SanPaolo, Fondiaria e Generali.
Nel settore finanziario, così come nella maggioranza degli altri settori, la contrattazione collettiva si realizza solo a livello aziendale, peraltro fortemente determinata dai concreti rapporti di forza interni a ciascuna azienda, senza finora possibilità di esercitare livelli di contrattazione di settore e senza associazioni imprenditoriali di categoria con cui i sindacati possano interloquire.
Va detto inoltre che le maggiori resistenze ad un esercizio più ampio ed inclusivo della contrattazione collettiva provengono proprio dai gruppi transnazionali che ormai controllano oltre i ¾ degli occupati nel settore e fanno il possibile per limitare ed impedire la crescita organizzativa del sindacato.
Questo sistema di relazioni industriali si riflette direttamente nella struttura stessa dei sindacati i quali nei fatti non hanno vere e proprie Federazioni di categoria e le loro rappresentanze aziendali sono espressione diretta dei rispettivi livelli confederali, attraverso complesse articolazioni interne.
Pesa non poco la mancanza di un efficace tessuto unitario ed il persistere di una frammentazione conflittuale tra i sette sindacati, uno stato di cose che non facilita l’unitarietà nemmeno fra i tre maggiori (Forum, Opzz e Solidarnosc) che insieme totalizzano una forza organizzata superiore al 50% nei gruppi transnazionali più rilevanti come Unicredit, ma sono totalmente assenti in altri gruppi particolarmente dinamici come Credit Suisse che in pochi anni è passato da circa 500 ad oltre 3.000 dipendenti, concentrando in Polonia gran parte dele attività di service e back office in generale prima sparse tra Asia e Americhe: è il processo che anche Uni Finance definisce efficacemente come “Near-sourcing”, cioè una delocalizzazione dalla casa-madre in Paesi europei, facilmente raggiungibili in poche ore e quindi più facilmente controllabili senza perdere i vantaggi competitivi di basso costo del lavoro, alta scolarizzazione e bassa sindacalizzazione delle giovani generazioni che compongono in grande maggioranza la forza-lavoro delle banche multinazionali in Polonia come negli altri nuovi Stati membri dell’Europa orientale.
E’ un processo che si inserisce in una più vasta delocalizzazione in Polonia da parte delle multinazionali dei settori dei servizi che a partire dall’inizio del 2014 hanno massicciamente incrementato il numero di posti di lavoro lì trasferiti e le stime più attendibili identificano in 170.000 la crescita degli occupati in Polonia in tali settore per la fine di quest’anno.
La nostra missione si è concretizzata in 5 riunioni rispettivamente a Cracovia, Lodz e Varsavia, con le rappresentanze di 6 sindacati, essenzialmente provenienti dal gruppo Unicredit (Bank Pekao, BPH) e Nordea (gruppo svedese tradizionalmente radicato nei paesi scandinavi e baltici, ma recentemente approdato in Polonia nella logica del Near-sourcing).
Una straordinaria combinazione di diverse generazioni di dirigenti sindacali dai giovani poco più che ventenni ai cinquantenni-sessantenni fa ben sperare in una potenziale sinergia tra l’esperienza maturata attraverso il cambio di regime a fine anni Ottanta e l’entusiasmo militante delle nuove leve che sta portando risultati di crescita organizzativa molto interessanti.
Uni Finance può anche contare in loco su un proprio giovane funzionario molto attivo nel lavoro di interfaccia tra questi sindacati locali e la nostra Federazione Europea di categoria.
Con Marcio Monzane siamo intervenuti nel merito delle proposte organizzative di Uni Finance e nel merito dei temi cruciali per il buon funzionamento dei CAE ed il loro ruolo di crescita nelle relazioni industriali.
Il lavoro ancora da fare per raggiungere l’obbiettivo di affiliare ad Uni questi sindacati richiede pazienza e tenacia, ma indubbiamente i messaggi ed i segnali che abbiamo potuto raccogliere sono molto positivi e preludono ad uno scenario di future alleanze strategiche in cui il ruolo dei sindacati italiani e della Fisac-Cgil nello specifico risulta essenziale.
Mario Ongaro – Coordinatore Internazionale Fisac-Cgil