La “Nuova” Strategia di Deutsche Bank: Colpire sempre i soliti noti, Lavoratrici e Lavoratori!

By: Carsten FrenzlCC BY 2.0

Questo, lavorativamente parlando, è un periodo difficile per le letture impegnate poiché si sente atmosfera di ferie, qualcuno è assente, chi è in ufficio è ancor più alle prese con le ben note e sempre più evidenti carenze di organico. La voglia di fermarsi a ragionare su quanto comunque accade in azienda e su quello che ci troveremo ad affrontare al termine del mese di agosto è quindi comprensibilmente poca.
Le cose, però, vanno avanti comunque anche se poi la banca ci invia messaggi in tedesco ed inglese del nuovo numero uno di DB e del capo del PBC senza nemmeno premurarsi di tradurli, lo sforzo diviene ancora più improbabile da realizzarsi.
Su questo argomento apriamo un inciso perché ci sembra doveroso sottolineare come in questi momenti la sensazione di essere niente più di una “colonia” tedesca diventi palpabile e malinconicamente verosimile. Francamente non ci importa se “casa madre” non si preoccupa di somministrare alle aziende straniere una traduzione, crediamo fermamente che DB Spa dovrebbe richiedere la possibilità di mettere a disposizione dei propri dipendenti una versione in italiano di comunicati così importanti.
Veniamo appunto al merito delle due informative pervenute via mail in questi giorni perché riteniamo che contengano elementi significativi e chiarificatori circa la strategia che la nuova dirigenza intende mettere in atto nei prossimi anni.
I risultati del secondo trimestre sono stati positivi a livello di Gruppo, tuttavia non vengono ritenuti soddisfacenti e, soprattutto, si da una lettura estremamente negativa delle attuali condizioni della banca che non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale in larga misura a causa di problemi legati ai costi.
Costi che, si badi, sono in gran parte lievitati a causa dei contenziosi chiusi nelle scorse settimane e sfociati in multe miliardarie per attività giudicate irregolari dagli enti regolatori di entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico.
Di ciò ne fatto le spese, si fa per dire, in prima istanza il precedente gruppo dirigente della banca tedesca che ora scopriamo aver condotto l’azienda in malo modo e su un binario morto (tanto è vero che si scrive che rimanere come si è ora non è assolutamente possibile) nonostante fino a qualche mese fa si magnificassero invece le strategie intraprese e la loro realizzazione.
Ora però il conto viene presentato ai soliti noti, cioè alle Lavoratrici ed ai Lavoratori, poiché appare evidente come il contenimento dei costi passi attraverso interventi che incideranno pesantemente sugli assetti del Gruppo (della cessione di Post Bank si parla da tempo e viene data per scontata) e soprattutto sul numero dei dipendenti.
Anche risultati in crescita, come quelli conseguiti nelle scorse settimane, non bastano mai (e questo i dirigenti lo dicono chiaramente) perché se si ottiene 100 si vuole 110 in una spirale inesauribile e contro natura che nessuno ha il coraggio, o l’interesse, di mettere in discussione.
Secondo Cryan gli interventi per migliorare la banca potranno essere “distruttivi” (il nostro CEO ha usato il termine di business “disruptive” che indica l’obiettivo di sconvolgere i mercati con scelte “non convenzionali” e tutti capiamo cosa possano significare concretamente sulla pelle delle persone.
Potremmo cullare l’ipotesi che ad ottobre, quando verrà presentato il nuovo piano industriale per il Gruppo, si prenderanno decisioni come la riduzione dei consigli di amministrazione, del numero dei dirigenti, degli stipendi dei banchieri, dei bonus, delle auto da decine di migliaia di euro fornite in dotazione ai “capi”, delle spese per riunioni di centinaia di persone in luoghi costosi e così via e nel contempo si punti a far diventare DB una banca “normale” che si liberi dell’enorme rischio delle decine di migliaia di miliardi di derivati che evidenzia il suo bilancio (oltre 54 mila miliardi, 20 volte il P.I.L. della Germania); sperando sinceramente di sbagliarci, temiamo invece che ci troveremo di fronte alle ricette di un’ austerity aziendale che, analogamente a quella imposta agli Stati europei, riverserà i suoi effetti sui livelli più bassi e per nulla corresponsabili dei disastri provocati da gente che ci ha pure guadagnato sopra (e tanto).
Siamo del tutto certi, invece, che il nuovo verbo aziendale troverà pronti numerosi yes man/woman che nella speranza o nell’illusione di mantenere il proprio ruolo o ritagliarsene uno migliore faranno carte false (speriamo in senso figurato) per convincere tutti che gli ordini non si discutono, si eseguono…
In attesa della disvelazione del piano che la nuova dirigenza sta predisponendo da oggi al 2020, la riunione del Comitato Aziendale Europeo è stata rinviata a novembre quando se ne saprà certamente di più (anche se, visto come spesso funziona l’informativa ai Sindacati, è pure possibile che essi siano tra gli ultimi a venirne a conoscenza…).
Vedremo cosa ci riserverà il futuro in Italia (posto che non possiamo essere indifferenti a quello che accade altrove, ovviamente) per intanto, parafrasando quanto detto da Cryan, pensiamo che a livello sindacale ed individuale il timore e l’indifferenza non siano opzioni praticabili.

Milano 4 agosto 2015

Segreteria Organo di Coordinamento Fisac/CGIL
Gruppo Deutsche Bank

DB  Agosto 2015

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