Il Banco ha fatto pervenire alle OO.SS. una informativa relativa ad un elenco di Filiali “interessate da interventi di razionalizzazione delle Rete Commerciale del Banco Popolare – per le quali saranno effettuati da parte delle strutture competenti gli accertamenti tecnico/logistici preventivi e condizionanti la chiusura delle stesse.” Tradotto nel linguaggio dei comuni mortali significa la chiusura prossima di altri 68 sportelli, di cui 33 della BPN, dei quali 18 del Centro-Sud.
Non escludendo, con ciò, altre previsioni di riorganizzazione che interessano i giorni di apertura ed il cambio di tipologia commerciale. La maggioranza di queste filiali insiste sulle Aree di Benevento e Campobasso.
Già la precedente ristrutturazione organizzativa (hub/spoke) ci lasciò perplessi sui criteri con i quali venivano ripartite le tipologie, perplessità che il tempo non ha risolto. Infatti, per qualcuna ha significato la chiusura (Dugenta), per qualche altra quasi (Guardia S.) ed ha costretto colleghi (Rapolla) a sobbarcarsi a giorni alterni centinaia di chilometri per spostarsi nella filiale Hub, con evidenti vantaggi di produttività e benessere per i colleghi ed il Banco.
Le scelte di oggi appaiono molto più pesanti, riguardano il futuro di ca. 30 colleghi da riallocare.
E’ significativo l’esempio del territorio Molisano, dove non ci sono grandi possibilità di nuova allocazione, ma apre seri dubbi anche la scelta di chiudere Potenza. Non vogliamo discutere solo del disagio per i colleghi, che pure ci sta naturalmente ed in primo luogo a cuore. Vorremmo capire i criteri utilizzati, leggere i numeri che li giustificano, conoscere se questi sportelli si “pagano” o se semplicemente non sono “a badget” per i risultati.
Riteniamo che questi elementi siano importanti, in quanto se è vero che queste Aree hanno bisogno di organico per far fronte all’ordinaria operatività, non è detto che il personale debba essere “recuperato” dall’abbandono di piazze che non sono in perdita e quindi attraverso un taglio indiretto dell’occupazione e della penetrazione del Gruppo nel Sud. Se invece le agenzie in dismissione vengono ritenute “in perdita”, vorremmo sapere se ciò è per cause “strutturali” o “congiunturali”. Non sarebbe la prima volta, infatti, che sentiamo discorsi del tipo “la raccolta diretta per il Banco è un costo, essendo costretti a remunerarla a tassi superiori a quelli dell’interbancario”: se fosse questa la motivazione (le filiali interessate sono soprattutto piazze di raccolta) dovremmo considerare le scelte sempre più estemporanee e legate a fattori occasionali, ad una visione di breve periodo che mette a repentaglio, però, anni di lavoro di fidelizzazione della clientela che non sarà altrettanto facile riconquistare in diverse condizioni di mercato. Occorre analizzare con oculatezza le situazioni di effettiva crisi, senza ricorrere a facili ed illusorie soluzioni. Tagliare il numero delle Filiali diminuisce solo i costi generali (immobile,utenze,ecc.) ma il costo del personale, il costo del credito esistente vengono solo traslati altrove perdendo, nel contempo, bacini di clientela, di raccolta ed anni di lavoro. Altro che “diventa popolare”.
Le RR.SS.AA. del territorio seguiranno da vicino l’annunciata trattativa, con lo scopo dichiarato sin d’ora, di evitare tutte le chiusure non indispensabili, per non sacrificare ulteriore occupazione che invece dovrebbe essere incrementata, sull’altare degli obbiettivi a breve termine dei nostri manager e degli azionisti.
COORDINAMENTI SINDACALI BANCO POPOLARE Molise- Campania – Basilicata – Puglia
FABI FISAC/CGIL FIRST/CISL
Napoli, 30 luglio 2015