VenetoBanca: Esuberi, verso un accordo, purchè equo e bilanciato

Il 10 e l’11 giugno uu.ss. si è svolto il primo incontro della procedura di cui agli artt. 20 (Occupazione) e 21 (Confronto a livello di gruppo) per la prima fase della riorganizzazione prevista nel Piano Industriale.
L’azienda ha cercato di illustrare meglio il contenuto dell’informativa che ci è stata recapitata lo scorso 26 maggio e nella quale è stata confermata la volontà di procedere con la chiusura delle prime 30 filiali (24 Veneto Banca e 6 Bancapulia) delle 70 previste dal Piano Industriale elaborato, lo ricordiamo, in un’ottica di “stand alone”.
La chiusura delle filiali rispecchia quanto sta avvenendo a livello di sistema dove si è già registrata una significativa riduzione del numero di sportelli.
Quanto sta avvenendo nel Gruppo Veneto Banca si inserisce in un contesto di estrema incertezza così come si evince anche dal Comunicato Stampa diffuso il 9 giugno dopo la Riunione del Consiglio di Amministrazione che ha ribadito che restano aperte tutte e quattro le opzioni strategiche indicate all’advisor Rothschild e che il processo di trasformazione in S.p.A. verrà accelerato.
Nel corso della trattativa abbiamo manifestato la nostra difficoltà ad analizzare le ricadute sulle colleghe e sui colleghi e a individuare adeguate soluzioni in uno scenario che tra breve potrebbe anche essere molto diverso e non abbiamo perso l’occasione per ricordare che il 30 giugno p.v. è fissata la scadenza dei CIA aziendali oltre a quella di numerosi contratti a tempo determinato di colleghi ormai indispensabili per garantire la quotidiana operatività dell’azienda: non è possibile sommare incertezze a incertezza.
Per gestire le ricadute rivenienti da questa prima fase di applicazione del Piano Industriale l’azienda ha manifestato la volontà di ricorrere al Fondo di Solidarietà di Settore su base volontaria.
Abbiamo chiesto la possibilità di utilizzare la solidarietà difensiva e un potenziamento dello strumento del part-time e una prima indagine esplorativa ci dovrebbe permettere di conoscere quanti potenziali colleghi, anche tra i quadri direttivi, potrebbero essere interessati a una riduzione del proprio orario di lavoro.
Le OO.SS. hanno infatti ribadito che in questa fase non tornerebbe utile a nessuno il ricorso a ulteriori sacrifici con strumenti “invasivi” e che pertanto un eventuale accordo dovrà essere equo e bilanciato.
In settimana è stato calendarizzato un altro incontro finalizzato a proseguire la trattativa.
Vi terremo puntualmente aggiornati.
Montebelluna, 15 giugno 2015
COORDINAMENTI AZIENDALI E DI GRUPPO
FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA UNISIN
comunicato

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